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Il “sogno americano”, che sia nel lavoro o negli aspetti sociali, per antonomasia consiste nel partire dal basso e costruire la propria fortuna, arrivando a livelli elevatissimi ed invidiabili.

E chi meglio di una ragazzina venuta dall’Europa poteva incarnare il miglior sogno americano del 2021?

Parliamo di Emma Raducanu, britannica con pedigree rumeno e cinese, che a soli 18 anni ha sbancato New York, dominando gli US Open e mettendo a segno una di quelle imprese destinate a restare nella storia dello sport.

Un’ascesa inaspettata

Tre mesi or sono, la giovanissima Emma Raducanu era una tennista che si affacciava alle soglie del professionismo, occupando la posizione numero 366 al mondo: messasi in luce (senza particolari exploit) nelle categorie giovanili, debutta nel circuito WTA a Nottingham, venendo eliminata al primo turno.

Pochi giorni dopo, però, il suo nome viene notato dagli addetti ai lavori quando a Wimbledon riesce a spingersi sino agli ottavi di finale, battendo peraltro le più accreditate Vondrousova e Cirstea.

Già questo sarebbe stato sufficiente per considerare soddisfacente l’estate 2021.

Miracolo a New York

Raducanu, partendo dalle qualificazioni, prende parte agli US Open femminili. Il percorso è semplicemente perfetto: la ragazzina batte ad una ad una tutte le proprie avversarie, affondando in sequenza Schoofs, Bolkvadze, Sherif , guadagnandosi il tabellone principale.

Ma il momento è d’oro, e la Raducanu sembra inarrestabile: non concedendo alcun set alle avversarie, mette in fila anche Voegele, Zhang, Sorribes Tormo, Rogers, Bencic, Sakkari e Fernandez .

Il miracolo, così, è compiuto: Emma Raducanu vince uno Slam da perfetta sconosciuta, partendo dalle qualificazioni, conquistando ben 20 set su 20 giocati. Un torneo senza sbavature, che a 18 anni, 9 mesi e 28 giorni la fa entrare di diritto nel gotha delle più grandi di sempre.

La Raducanu, con questa vittoria, diventa la più giovane a vincere uno Slam dai tempi di Maria Sharapova 2004; mentre l’ultima tennista a vincere gli US Open senza perdere alcun set era stata Serena Williams nel 2014.

La Gran Bretagna, al femminile, attendeva uno Slam dai tempi di Virginia Wade, nel 1977.

E la sensazione, per gli inglesi, è che Emma Raducanu (ora balzata al numero 23 del mondo) sia solo agli inizi.

La finale Raducanu – Fernandez

Manifesto ideale del torneo perfetto è stata la finale con Leylah Fernandez, altra teenager terribile classe 2002. Era dal 1999 che non si affrontavano due under 20 all’ultimo atto: all’epoca ci fu un Serena WilliamsMartina Hingis, due tenniste che avrebbero scritto la storia della racchetta.

Partita densa di colpi vincenti, contraddistinta dal ritmo altissimo tenuto fin da subito dalla britannica.

La Raducanu ha servito benissimo, sbagliando davvero poco nel primo set e riuscendo a cogliere il break al decimo gioco; dopo il 6-4 con cui si è conclusa la prima frazione, la Fernandez ha ottenuto un break nel terzo gioco del secondo set, al quale la Raducanu come risposta ha vinto ben 4 game di fila, portandosi sul 5-2.

Alla fine l’inglese chiude 6-3 il secondo, vincendo partita e torneo.

Il mondo tennistico, fatto di tifosi e addetti ai lavori, non smette di stropicciarsi gli occhi davanti a questo miracolo dello sport: perché, per tutti, a New York è nata una stella.