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I numeri di questi ultimi anni parlano chiaro. Il tennis italiano sta vivendo un momento particolarmente felice come raramente si era visto nella storia nostrana di questo sport. Record in continuo aggiornamento per i più giovani (da Sinner a Musetti), conferme di classifica per il nostro top player (Berrettini) e anche qualche veterano che continua a togliersi soddisfazioni (da Fognini a Cecchinato). 

Insomma una serie di nomi tutti potenzialmente competitivi, come dimostrano i ben 10 posti occupati dagli italiani nella top100 del ranking ATP di questa stagione. Piazzamenti, buone prove, qualche vittoria in tornei anche di buon livello. Ma resta che per il momento siamo ancora aggrappati alle immagini ormai sbiadite delle vittorie di Panatta e Pietrangeli al Rolland Garros. La domanda sorge allora spontanea: quanto sono pronti in nostri alfieri con la racchetta per puntare a uno dei tornei del Grande Slam (Australian Open, Wimbledon, Rolland Garros e US Open)?

Il ricordo lontano: Panatta e Pietrangeli

Per rendersi conto di quanto all’Italia manchi una vittoria così di prestigio, dobbiamo necessariamente fare un passo (salto) indietro nel tempo. L’ultima vittoria in un torneo del Grande Slam infatti, porta la data del 1976 con la firma prestigiosa di Adriano Panatta, che dopo aver sconfitto a sorpresa Bjorn Borg (unico al mondo a sconfiggere il numero uno svedese al torneo francese) nei quarti di finale, ebbe poi facilmente la meglio anche sugli americani Dibbs e Solomon. 

Prima di lui era stato Nicola Pietrangeli a dare la prima vittoria azzurra in un torneo dello Slam, aprendo le danze sempre al Rolland Garros nel 1959 (da numero 3 del mondo) e bissando poi l’anno seguente dove “rischiammo” addirittura una finale tutta italiana con Orlando Sirola fermato in semifinale. 

Due tennisti molto diversi tra loro, che però avevano in comune l’età in cui si sono aggiudicati il loro primo torneo parigino, 26 anni ciascuno (anche se Pietrangeli a 24 si era già portato a casa la vittoria agli Internazionali di Roma). 

I grandi campioni di oggi

Prima di passare ai nostri azzurri protagonisti di oggi, c’è un altro dato che può essere interessante per provare a immaginare quale dei nostri sia realmente il più pronto per la vittoria in un torneo dello Slam.

Prendiamo per esempio i tre grandi campioni del tennis di queste ultime decadi. A che età hanno vinto loro il primo torneo del Grande Slam?

Se pensiamo a Djokovic il primo trofeo del genere messo in bacheca è stato l’Australian Open del 2008, quando il serbo aveva appena 21 anni. 

Rafa Nadal cominciò invece nel 2005, naturalmente portandosi a casa il primo dei suoi numerosi Rolland Garros, quando ancora era un teenager (19 anni). Per Roger Federer la storia iniziò da Wimbledon nel 2003, a soli 22 anni. 

Le prospettive azzurre

Ciò detto, quali sono allora gli azzurri più pronti per tentare l’assalto a uno dei tornei del Grande Slam?  

Ovviamente (quasi) tutto è possibile, anche se nel tennis non è poi così facile uscire dalle righe. Ci sentiamo però di escludere almeno qualche nome della lista di italiani presenti nella top100 ATP. Con tutte le speranze del caso, gli “over 29” come Caruso, Cecchinato, Seppi o Travaglia, hanno concretamente poche possibilità di riuscire nel miracolo. 

Anche il buon Gianluca Mager pur avendo ancora margine con i suoi 27 anni, fino ad oggi non è mai andato oltre il primo turno in nessuno dei quattro tornei dello Slam, nè oltre la 77° posizione del ranking. 

Sui restanti cinque possiamo invece fare per ognuno un discorso a parte. Fabio Fognini per esempio, è il più “esperto” della truppa con i suoi 34 anni, un 7° posto come best ranking e anche un quarto di finale al Rolland Garros nel 2011. Forse troppo poco per poter davvero sperare di vederlo sul tetto di uno dei tornei più importanti del mondo, ma il bello del tennista sanremese è proprio che da lui ci siamo abituati ad aspettarci di tutto. Dal meglio al peggio del repertorio. Non a caso è uno dei pochi italiani ad aver battuto anche il numero uno del mondo (nel suo caso Murray a Roma nel 2017), oltre a mettere via altre 14 vittorie contro i top10 (4 contro Nadal per esempio). Salvo poi però perdere nel percorso anche diverse ghiotte occasioni complice il suo carattere non sempre stabile. 

Ci sono poi due nomi che invece sono nel pieno della loro maturazione, e su cui possibilmente si potrebbe davvero puntare per poter portare a casa qualche impensabile (fino a qualche tempo fa) vittoria.

Berrettini e Sonego, le possibilità per il presente

Dalla loro hanno proprio quell’età che già aveva visto trionfare Pietrangeli e Panatta, con 25 e 26 anni all’anagrafe che rappresentano non solo la piena maturazione fisica, ma anche una certa esperienza già messa sulla spalle, pezzo indispensabile del bagaglio utile per vincere un torneo dello Slam.

Sonego ha dimostrato proprio recentemente agli Internazionali di Roma come, almeno sulla terra rossa, possa ambire a vincere anche un torneo di una certa importanza. Fino ad oggi gli ottavi del Rolland Garros sono stati il suo massimo traguardo, ma tra Parigi e Roma chissà che non possano arrivare soddisfazioni anche più grandi. Contro il numero 1 Djokovic del resto, era già arrivata una vittoria lo scorso anno sul cemento, e anche in semifinale a Roma sono arrivati a giocarsela fino al terzo set. 

Matteo Berrettini invece è senza dubbio il nostro italiano più competitivo al momento, non solo per la migliore posizione nel ranking, ma anche per una serie di risultati che lo hanno visto prendere sempre più confidenza nei propri mezzi. Era accaduto quando per la prima volta aveva portato a casa una vittoria nelle ATP Masters battendo Thiem, e di certo quando raggiunge le semifinali proprio nel torneo del Grande Slam degli US Open, sconfitto solo da Nadal. 

Se dobbiamo trovare un punto di rottura su Berrettini, forse è proprio che fino ad ora non è sembrato molto a suo agio con i top del ranking. Thiem a parte (battuto ben tre volte), non ha mai vinto una partita contro uno dei top3 del ranking ATP. E se vuoi vincere un torneo del Grande Slam, è necessario farlo (e forse anche più di uno). 

Non è certo tardi per lui, che a livello tecnico è sicuramente in grado di fare ancora molto meglio di così (ed è uno dei pochi competitivo praticamente su tutte le superfici), ma forse è proprio a livello di convinzione personale che sarà necessario fare il salto di qualità contro i “big” del circuito. 

Sinner e Musatti, le possibilità per il futuro

C’è poi un dubbio che presto potremmo levarci. Quando parliamo di Jannik Sinner (e per certi versi anche dello stesso Lorenzo Musetti), tutti i paragoni dei suoi numeri sono sempre fatti verso i super campioni che prima di lui avevano segnato i record che pian piano sta macinando. 

Il più giovane praticamente a fare tutto, tanto che appunto per vedere quanto manca realmente al suo possibile salto ulteriore di qualità anche tra i “grandi”, con la vittoria o la conferma in qualche torneo del Grande Slam, bisogna fare paragoni con i migliori della storia. 

Sinner ha ancora 20 anni, che per la verità se lo mettessimo a confronto solo con i suoi colleghi della storia del tennis italiano, sarebbe già qualcosa di completamente fuori dal comune tanto è straordinario. Ma come dicevamo in principio, alla sua età Nadal si era già portato a casa il suo primo Rolland Garros, mentre Jannik si è fermato per ora soltanto ai Quarti di finale. 

Parimenti non ha ancora mai battuto nessun tennista della top5, anche se nell’ultimo anno la sua crescita è stata esponenziale così come l’esperienza acquisita. L’esempio classico è proprio agli Internazionali di Roma. I numeri parlano di una mesta uscita al secondo turno perdendo due set a zero contro Nadal. Ma chi ha visto la partita ha potuto osservare bene come per certi momenti l’italiano ha letteralmente fatto impazzire il maiorchino, che poi è riuscito a raddrizzare il match proprio nel momento migliore di Sinner. Perchè i colpi ci sono, la testa anche, ma manca forse quel pizzico di esperienza per gestire alcune fasi del match contro questi mostri sacri. 

Quindi per rispondere alla domanda è necessario aspettare e vedere con quale velocità il buon Jannik imparerà anche questa lezione. Se lo farà velocemente, è chiaro che sarà sicuramente su di lui che potremo nutrire le maggiori ambizioni di vedere di nuovo un italiano alzare uno dei tornei del Grande Slam, che potrebbe essere anche uno di quelli su superfici più veloci, che sono la sua specialità. 

Per Musetti l’impressione è che siamo ancora un piccolo passo indietro in quanto a crescita, proprio a livello temporale visto che ha anche un anno in meno sulle spalle. Sta anche lui procedendo in maniera molto spedita, bruciando le tappe, per cui davvero potrebbe accadere presto di tutto. La “gara” poi con il suo connazionale Sinner, potrebbe stimolare entrambi come ai bei vecchi tempi. 

Chi sarà dei due a portarsi a casa il primo torneo dello Slam? Come detto, forse Sinner è più avanti, ma davvero non è già qualcosa di fantastico poter pensare che tutti e due (oltre a Berrettini, Sonego, persino Fognini) possano presto regalarci questa gioia?