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Anche chi non è prettamente appassionato di tennis ha ormai imparato a conoscere i grandi nomi del circuito. Da Nadal a Roger Federer passando per Djokovic, siamo abituati a celebrare i loro successi e i loro record a suon di titoloni sulle riviste sportive. 

Giustamente direi, visto che stiamo parlando di alcuni tra i più grandi campioni della storia di questo sport. Eppure questa tendenza a focalizzarci solo sui personaggi più noti, rischia di far passare in secondo piano alcune imprese sportive altrettanto epiche, come quella dei gemelli Bryan. 

E se non avete idea di chi siano, forse potrebbe interessarvi quanto sto per dirvi. 

Chi sono i gemelli Bryan?

Uno è Michael Car Bryan, ma per tutti è semplicemente Mike. E’ il maggiore dei due, nel senso che è nato qualche secondo prima di Robert Charles Bryan, Bob. I due californiani hanno vissuto con la racchetta in mano, tanto che già a sei anni erano in giro per gli States a portare a casa trofei. 

Per quanto si siano entrambi cimentati anche come singolaristi, la scelta di dedicarsi al doppio non è stata un qualcosa di premeditato, ma solo la cosa più naturale del mondo. Quei due ragazzi erano nati per giocare insieme, letteralmente. 

A parte un intesa perfetta come solo due gemelli che giocano ogni minuto della loro vita insieme possono avere, il destino aveva dato le carte giuste per l’incastro perfetto. Mike con il suo braccio destro forte e Bob che invece aveva perfezionato il mancino. 

Le due metà della mela. Anzi, della pallina. 

La disciplina del doppio: le (poche) luci della ribalta

Diciamolo subito, se i gemelli Bryan avessero fatto in una disciplina più in vista quello che sono riusciti a fare nel doppio, staremmo celebrando probabilmente una delle dinastie più incredibili della storia sportiva. 

Ma di fatto uno dei motivi per cui non sono in molti a conoscere i loro nomi e le loro vittorie, è che il “doppio” nei tornei di tennis ha pian piano perso quel fascino e quell’appeal che aveva magari qualche decennio fa. 

Per diverso tempo infatti si potevano vedere nei tornei maggiori di doppio anche coppie di “big” del circuito del singolo, lottare fino alla fine per la vittoria. Epica la coppia composta da Jimmy Connors e Nastase (che si portarono a casa due Slam di doppio) e ancora di più quella tutta americana tra John McEnroe e Peter Fleming (9 Slam). 

Ma tra i titolati di doppio troviamo anche Edberg, Yannich Noah (con Laconte), Mats Wilander e più indietro anche il nostro Nicola Pietrangeli (con Sirola). 

Poi è inutile negarlo, l’interesse per la disciplina è decisamente scemato, relegandola a un qualcosa per puri specialisti, salvo rare eccezioni. Si sono spenti i luminosi fari dell’eco mediatico, proprio quando si stavano per scrivere le pagine più brillanti della storia di questa specialità. 

I numeri incredibili dei gemelli Bryan

Al di là di ogni discorso ci sono i numeri a consacrare questi due tennisti come qualcosa di completamente straordinario, anche rispetto ai più affermati campioni del singolo. 

Solo per fare un esempio, il buon Federer ha chiuso per 5 stagioni in vetta al ranking mondiale, secondo solo a Sampras e Djokovic con 6. Bene, ai gemelli Bryan è riuscito per 11 stagioni di fila. 

Ma non è finita. Federer ha vinto 103 titoli in singolare, Nadal 88, Djokovic 83. I gemelli Bryan sono a quota 124 (Mike) e 119 (Bob). 

Ok, altri avversari, direte voi. Ma restano numeri pazzeschi: 22 tornei dello Slam vinti per Mike (18 nel doppio uomini e 4 nel doppio misto), 23 per Bob (16 nel doppio uomini e 7 nel misto). 

Hanno vinto almeno due volte tutti e quattro i tornei del Grande Slam, si sono portati a casa anche l’oro olimpico (e un bronzo) e una Coppa Davis. E sono stati i primi (e per ora gli unici) al mondo a vincere tutti i tornei Masters 1000 del circuito. 

A conti fatti soltanto John McEnroe è riuscito a vincere più titoli dei Bryan (e non a caso proprio raddoppiando i 77 successi nel singolo con altri 77 nel doppio). 

Il ritiro dei Bryan

Ma anche per campioni che hanno scritto la storia della specialità del doppio nel tennis, arriva il momento di appendere la racchetta al chiodo. 

I gemelli Bryan lo fanno a 42 anni suonati, quando tenere il ritmo di allenamenti e tornei comincia a diventare difficile se vuoi tenere quel livello altissimo. 

Un addio che prende forma come si usa in questi tempi virtuali, con un annuncio su tweeter dopo aver rinunciato alla loro ultima apparizione agli US Open del 2020 (ancora in piena pandemia). 

Di loro resteranno per sempre record difficilmente battibili per lungo tempo e la convinzione di essere stati probabilmente i due specialisti di doppio migliori di sempre.