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Come due settimane fa, ma forse no. Carlos Alcaraz e Jannik Sinner si incontreranno ancora una volta sul cemento USA, sempre in semifinale di un Masters 1000, stavolta però non a Indian Wells ma a Miami. Vediamo cosa può venire fuori da questi incontro, e come sono andati i quarti di finale.

Miami Open: come sono andati i quarti di finale

Carlos Alcaraz-Taylor Fritz

Partiamo dall’ultimo quarto disputato, rinviato per colpa del meteo avverso ma alla fine durato meno del previsto. Un’ora e 18 minuti sono serviti al numero 1 al mondo per regolare 64 62 il numero 1 USA del ranking, ma già ben prima si era capito come sarebbe andata a finire. Alcaraz e Fritz hanno concluso con lo stesso numero di vincenti, 20, ma questo non è indice di un match equilibrato quanto di un controllo persino spietato della partita da parte dello spagnolo, che ha lasciato sfogare il rivale ma prendendosi tutti, ma proprio tutti, i punti importanti.

Una dimostrazione di superiorità a tratti imbarazzante, che non serve tuttavia tanto a ridimensionare la statura di Fritz, quanto a esaltare quella di Alcaraz. Non c’è stato un singolo momento del match in cui si è avuta l’impressione che sarebbe potuta andare diversamente.

Jannik Sinner-Emil Ruusuvuori

Tecnicamente il match è durato più di 3 ore, ma solo per la lunga interruzione a causa della pioggia. Uno stop che avrebbe potuto innervosire il numero 1 azzurro, ma così non è stato. Il 6-3/6-1 finale è una sonora lezione per il finlandese, ma rispecchia la differenza di valori vista in campo, così come lo scarto di punti vinti: 59 a 38 per Jannik, e quello dei punti vinti in risposta, 26 a 9.

Sinner ha balbettato leggermente solo a inizio match, per poi andare in totale controllo. Adesso potrà contare su diverse ore di riposo in più rispetto al suo avversario, e non è poco.

Francisco Cerundolo-Karen Khachanov

La grande sorpresa del torneo – insieme a Eubanks – si è arenata proprio sul più bello. Dopo aver domato Auger-Aliassime e rimontato il nostro Sonego, l’argentino parte bene ma poi si eclissa, nel quarto di finale contro Karen Khachanov. Dall’altra parte il russo ha dato una forte dimostrazione di quella solidità anche mentale che finora gli è spesso mancata in carriera. Dopo un 2022 che lo aveva visto per la prima volta finalista in uno Slam (bissato in Australia a inizio 2023), a Miami KK ha palesato ulteriori segnali di crescita. Ha dominato il giovane Lehecka che era davvero in forma, ha infierito sul momento no di Tsitsipas che è comunque numero 3 al mondo, e infine ha stoppato le velleità dell’argentino Cerundolo. Il sudamericano era scappato 3-2 con break a favore, ma da allora è letteralmente sparito dal campo. Demerito suo, o magari qualche piccolo problema fisico, chissà, ma anche forti meriti da parte di Khachanov che ha infilato 6 giochi consecutivi, dando una direzione definitiva al match.

Daniil Medvedev-Christopher Eubanks

Da un lato il sogno di Christopher Eubanks, airone che dimostra molti meno dei 26 anni e che per la prima volta entrerà – con pieno merito – nella top 100. Dall’altro qualcosa che somiglia al tabellone dei sogni, per Daniil Medvedev: Roberto Carballes Baena, Alex Molcan, Quentin Halys e Christopher Eubanks per guadagnarsi la semifinale Masters 1000 più agevole di sempre. La classifica degli avversari andava dal n. 56 di Molcan al 119 di Eubanks. Possiamo dire con un certo margine di sicurezza che Medvedev non avrebbe avuto bisogno di un tabellone così agevole, ma certo questo aiuta ad arrivare in semifinale più rilassato e riposato. Eubanks gli ha dato qualche noia nella prima parte del primo set, poi Medvedev gli ha come previsto preso le misure (non lo aveva mai affrontato in precedenza) e da lì è stato pilota automatico.

Le semifinali del Miami Open: cosa dobbiamo aspettarci

Carlos Alcaraz-Jannik Sinner

Eccoli là, per la settima volta uno contro l’altro, ma con la certezza che i due si incontreranno ancora parecchie volte, in carriera, tra semifinali e finali di altissimo livello. Alcaraz partirà ancora una volta favorito e non potrebbe essere altrimenti, per diverse ragioni: è campione uscente, la superficie gli si adatta perfettamente, è in forma strepitosa come ha appena dimostrato una volta in più, ridicolizzando il povero Fritz. Jannik però ha dalla sua una tremenda capacità di imparare dagli errori, e il film della semifinale di Indian Wells lo avrà ripercorso già decine di volte, nella sua mente e con il suo team.

La bassa percentuale di prime di servizio era stata la chiave più evidente nella sconfitta in California, quella un po’ meno evidente era stata invece il dominio dello spagnolo sulla diagonale di rovescio, solitamente territorio di caccia prediletto dall’altoatesino. Anche qui la curiosità è per gli aggiustamenti e varianti tattiche che Jannik cercherà contro il suo fortissimo rivale, ma anche Alcaraz sa bene di doversi ogni volta riproporre in maniera differente per dare meno chance possibili all’italiano. Come sempre, si giocherà sui dettagli, sul feeling del momento e su chi avrà la capacità di azzannare il controllo del match nei punti cruciali.

Daniil Medvedev-Karen Khachanov

Derby russo che sarà solo alla sua quinta rappresentazione, con Medvedev in vantaggio 3-1 su Khachanov. Curioso, visto che entrambi sono nel circuito da un bel po’ ma negli ultimi 4 anni i due si sono affrontati solo nel gennaio scorso, praticamente al primo torneo dell’anno: i quarti di Adelaide 1, con Medvedev vittorioso grazie a un doppio 63. Nei primi 3 confronti era Khachanov a essere davanti in classifica, con il top raggiunto in semifinale della Rogers Cup 2019 quando KK si impose da numero 8 del mondo su Daniil che era 9. Oggi si incontrano da 5 (Medvedev) e 16 (Khachanov), ma l’impressione è che i due siano più vicini di quanto dica la classifica.

Khachanov può soffrire tremendamente la copertura totale del campo di Medvedev, il quale però finora non ha affrontato nessuno con la solidità e il “punch” del connazionale, che in questi giorni “sente la palla” e si vede. Particolare che potrebbe avere una piccola incidenza: i due, praticamente coetanei e che hanno iniziato insieme nel circuito, sono da sempre molto amici e si frequentano anche fuori dal campo.