C’è una domanda che molti, nell’ultimo anno e mezzo, si sono posti: perché Nick Kyrgios ce l’ha così tanto con Jannik Sinner? Abbiamo provato a ricostruire i fatti, se così si può dire, per provare a capirci di più.
Nick Kyrgios vs Jannik Sinner: le ipotesi sull’origine dell’odio
Da quasi un anno a questa parte, gli attacchi più o meno velati di Nick Kyrgios a Jannik Sinner sono pressoché pane quotidiano. Da quando, il 20 agosto scorso, il campione altoatesino rese pubblico il problema della doppia positività al Clostebol, con il conseguente periodo di sospensione di cui tutti siamo venuti a conoscenza solo qualche mese dopo, l’australiano ha iniziato ad attaccarlo pesantemente via social. Quando ciò accadde, in molti iniziarono a chiedersi il perché di tanto odio. Le ipotesi sono sostanzialmente di due tipi: rivalità in campo e rivalità fuori dal campo.
Detto che Jannik Sinner non è mai stato – e lo è ancor meno oggi – tipo da andar dietro a polemiche e hating con chicchessìa, la prima ipotesi è praticamente da scartare, anche se l’unico precedente tra i due non era stato serenissimo. Era il 29 marzo del 2022, Jannik Sinner e Nick Kyrgios si affrontavano per gli ottavi di finale del Miami Open. Kyrgios è già abbastanza nervoso di suo, non con Sinner ma con il giudice di sedia, Carlos Bernardes. L’australiano esplode durante il tie-break quando Bernardes gli dà un penalty point sul 5-3 Sinner, che così va a set point e porta a casa la prima partita. Il match si concluderà poi 7-6 6-3 per l’azzurro, che tuttavia si ritirerà nel turno successivo per un problema di vesciche ai piedi.
L’ipotesi più accreditata dell’acredine di Kyrgios nei confronti di Sinner era di natura sentimentale. La russa Anna Kalinskaya era stata legata sentimentalmente all’australiano per diverso tempo, fino alla rottura ufficializzata nel maggio del 2020. Durante il Roland Garros 2024, la russa era stata intravista vicina all’angolo di Sinner, intenta a tifare apertamente per lui. La loro storia era divenuta così di dominio pubblico e una certa acredine da parte di Kyrgios era venuta fatalmente fuori in un’occasione non proprio edificante.
A fine settembre 2024, dopo la notizia dell’appello della Wada contro l’assoluzione di Sinner, oltre ai vari “maybe not so innocent” del caso, Nick Kyrgios si era prodotto in un commento (poi cancellato) non proprio elegantissimo. Un follower aveva commentato con una foto di Kyrgios e Kalinskaya del periodo in cui stavano insieme, e Nick aveva commentato “Second Serve”. Non credo ci sia bisogno di una perifrasi, per comprenderne il senso.
La vera e unica ragione del rosicamento di Nick Kyrgios
Tra una emoticon della siringa e qualche altro hating a caso, Nick Kyrgios aveva poi commentato su cosa pensasse realmente dei casi di Sinner e Swiatek: “Non ho nulla di personale contro di loro”, aveva detto, “ma penso che dovrebbe esserci una competizione in cui tutti giocano ad armi pari, è questo che mi fa incazzare. Questi due (Jannik Sinner e Iga Swiatek, ndr) hanno già un vantaggio perché giocano da Dio”, implicando che non avrebbero bisogno di assumere sostanze che migliorano le prestazioni.
Già qui, però, il rapporto di Kyrgios con la verità dei fatti si era fatto molto difficile. Infatti era già stato provato che questo miglioramento delle prestazioni non esisteva e che non poteva nemmeno trattarsi di sostanza coprente. C’era poi un’altra considerazione di Kyrgios, rilasciata sempre nel dicembre scorso nella stessa intervista in cui aveva dichiarato che, nel caso, avrebbe rifiutato di scendere in campo agli Australian Open contro di lui invitando anche il pubblico a ribellarsi. La frase era la seguente: “Then I gotta go out there and this guy is rubbing cream all over his body that gives him some crazy aura, then it’s not fair. That’s why I’m angry about it.”
Questa la traduzione: “Poi mi tocca vedere questo qui che si fa spalmare su tutto il corpo questa crema che gli dà un’aura pazzesca.” Nulla di più falso, il che ci porta allo step successivo.
Come è stato poi puntualmente confermato nei mesi successivi, quella di Nick Kyrgios era ed è una pura strategia di personal branding. Annusata la possibilità di tornare agli onori delle cronache dalla porta di servizio, visto che da quella principale era ormai molto più difficile causa infortuni e condizione atletica insufficiente (un match giocato nel 2023, zero nel 2024, cinque nel 2025), l’australiano ha deciso di interpretare il ruolo di villain, punto di riferimento per gli odiatori seriali. Che poi le sue dichiarazioni ignorino costantemente la verità sia fattuale che processuale, è un altro paio di maniche. Anzi, da un punto di vista strategico, e finché i legali di Jannik Sinner non dovessero decidere di passare all’azione, è anche meglio perché arringa in maniera più efficace la comunque corposa schiera social di odiatori e frustrati.
Questa strategia spregiudicata, tuttavia, non paga sempre e comunque, ma ha anche delle conseguenze negative. Ad esempio, Nick Kyrgios è stato letteralmente “sbolognato” dalla BBC, che gli ha preferito Chris Eubanks come commentatore di Wimbledon. Lui non l’ha presa esattamente benissimo: “Ci perdono loro”, aveva detto come il classico fidanzato lasciato dalla tipa. Chi semina vento, grazie a Dio, ogni tanto raccoglie ancora tempesta.


