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Ho sempre considerato il tennis uno degli sport più stimolanti e adrenalinici e, se dovessi immaginare di stilare una mia personale classifica, indubbiamente lo metterei al secondo posto, subito dopo il calcio (naturalmente!). È tra le discipline sportive che amo di più e, anche se l’ho praticato solo occasionalmente nel corso degli anni, seguo costantemente le partite in qualità di tifoso. A questo proposito, devo ammettere che apprezzo in modo particolare i giocatori italiani – come Matteo Berrettini e Jannik Sinner – che in questo ultimo periodo sono cresciuti professionalmente fino a raggiungere risultati fenomenali a livello internazionale.

Qualche tempo fa ho avuto la fortuna di incontrare dal vivo Novak Djokovic: era di passaggio nella mia città natale e aveva bisogno di un posto dove allenarsi, così lo invitai a visitare il centro sportivo e misi la palestra a sua disposizione. Si trattenne giusto un’ora, durante la quale ci fu il tempo anche di mostrargli i campi da tennis e scattare una foto ricordo: la sua gentilezza e disponibilità non hanno fatto che aumentare la stima che già provavo nei suoi confronti

Cerco sempre di incoraggiare chi è interessato a praticare questo sport e io stesso, in passato, ho preso alcune lezioni di tennis nel centro sportivo di mia fondazione, Eracle Sports Center, in provincia di Como.

Un notevole sforzo da parte mia è stato ed è tuttora impiegato anche per promuovere il padel, che tra gli sport di racchetta è quello che al momento mi diverte di più e mi tiene più impegnato. In Italia è lo sport del momento, e molti tra i miei ex-colleghi di recente vi si sono appassionati, ma personalmente lo conosco e lo pratico da quasi dieci anni.

Mi ci sono imbattuto infatti nel 2006, mentre mi trovavo in Spagna impegnato con il Barcellona: nella penisola iberica era molto diffuso, proprio come lo è oggi qui da noi, e c’era sempre un campo disponibile per giocare una partita.

Nel 2014 ho deciso di portarlo finalmente anche in Italia, e ho supportato la realizzazione del primo campo di padel a Como. Oggi all’interno di Eracle Sports Center abbiamo un centro padel con cinque campi – quattro coperti e uno scoperto; abbiamo poi altri due campi presso un altro centro sportivo a pochi minuti da Eracle, con il progetto di aprirne altri tre in futuro. Lo considero davvero un ottimo risultato, e non posso non sentirmi parte di questo fenomeno sportivo e culturale, che spero di aver in parte contribuito a inaugurare.

Ricordo benissimo il coinvolgimento delle prime lezioni e delle prime partite, nei centri padel spagnoli che già allora contavano quindici o venti campi: sinceramente mi aspettavo che molti vi si sarebbero col tempo appassionati e che avrebbe avuto il successo che merita.

È uno sport meraviglioso, con il quale è stato subito amore a prima vista: non so dire che cosa mi abbia colpito di più, ma non c’è stato un solo elemento del gioco che fin dall’inizio non mi abbia affascinato. Importanti le differenze rispetto al tennis: ad esempio, il padel si gioca sempre a coppie, ed è possibile sfruttare le pareti in vetro del proprio campo per mandare la pallina nell’altro. Anche il servizio avviene dal basso, e facendo rimbalzare la palla una volta a terra. Non per questo, però, bisogna pensare che la competizione sia meno accesa.

Qualcuno a questo punto si chiederà che cosa abbiano a che fare i calciatori con il tennis, e quali siano gli aspetti in comune tra il calcio e gli sport di racchetta in generale. Rimangono naturalmente due ambiti sportivi ben distinti: basti pensare al fatto, in apparenza banale, che il calcio è uno sport di squadra, mentre il tennis vede in campo (tendenzialmente) un singolo giocatore a fronteggiare da solo l’avversario. Giocare in squadra è stato uno dei momenti migliori della mia carriera calcistica e la maggior parte dei miei ricordi più belli sono dovuti al fatto che eravamo insieme.

Un altro aspetto da considerare, anche questo solo in apparenza secondario, è che un tennista deve adattarsi a diversi terreni di gioco, a differenza di un calciatore che si muove sempre su erba, con la sola variante del campo sintetico.

Ma, dopotutto, chi gioca a calcio, a tennis o a padel ha sempre a che fare con una palla, e da questo punto di vista le affinità sono tante. Il calciatore, che ne conosce il rimbalzo e sa fin dove può arrivare, una volta capite le dinamiche del gioco si trova in un certo senso avvantaggiato negli sport di racchetta, ma è vero anche il contrario: non sono rari infatti i casi di tennisti che hanno iniziato la loro carriera sportiva come calciatori e viceversa.

In entrambi gli sport, oltre ad avere un’ottima preparazione atletica e a padroneggiare la tecnica, è necessario mettere in campo una strategia, una tattica da avere sempre ben chiara in mente per arrivare all’obiettivo. Questo spirito agonistico è un altro imprescindibile elemento in comune tra i due, ed è anche ciò che più mi ha fatto amare gli sport di racchetta.