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Non è facile parlare di sport nel momento in cui occorre interfacciarsi con uno dei più dolorosi e tragici avvenimenti degli ultimi decenni come la guerra in corso tra Russia e Ucraina, ma il nostro mestiere è questo e vi è da fare i conti anche con ciò che sta succedendo, e che succederà, agli atleti russi in ordine alla loro partecipazione agli eventi.

Nel tennis in particolare, non sono pochi i campioni e le campionesse che arrivano da Mosca e dintorni e che occupano posizioni di primo grado nel ranking ATP e WTA.

Medvedev & Co.

La mente di tutti andrà ovviamente al numero 1 del mondo Daniil Medvedev, il quale ha scalzato dal trono, anche in questo caso a seguito di ragioni altre che poco hanno a che fare con lo sport, l’amico nemico Novak Djokovic.

Ma la situazione che si è venuta a creare non riguarda solo il talentuoso vincitore dell’ultima edizione di Flushing Meadows e finalista agli Australian Open sconfitto da Nadal. Ci sono altri tre suoi connazionali che occupano una posizione piuttosto comoda in classifica: Andrey Rublev, settimo, Aslan Karatsev, 22° e Karen Khachanov, 26°.

In campo femminile le cose vanno meno bene, visto che tra le sette Top 100 della classifica WTA, solo Anastasia Pavlyuchenkova velegga tra le prime 15 al mondo, 14ª. Staccate Darya Kasatkina, 24ª, Ludmila Sansonova, 32ª, Ekaterina Alexandrova 52ª, Varvara Gracheca, 70ª e infine Anna Kalynskaya, 90ª.

Tutti questi tennisti russi non hanno in comune solo una certa visibilità pubblica e mediatica, ma anche e soprattutto la necessità di capire che tipo di futuro si prospetta per le loro carriere.

Le bandiere oscurate dai social

Il primo squillo importante, è arrivato all’indomani delle prime avvisaglie che avrebbero portato i primi carri armati russi oltre il confine ucraino, da parte di Rublev, uno dei primi a chiedere immediatamente la pace, o, almeno, che non ci fosse spargimento di sangue.

Dopo una decina di giorni dall’inizio della guerra, lo stesso Rublev, Khachanov e, certamente ben più importante per gli scenari che si possono aprire, Medvedev, hanno rimosso la loro bandiera russa dai loro social, Instagram in particolare.

La cosa potrebbe non essere stata originata da una presa di posizione completamente personale, quanto rispetto a potenziali pressioni arrivate dai vertici del circuito ATP, pronti a comminare sanzioni di carattere quanto mai imprevedibile.

Ciò che è successo negli ultimi giorni assomiglia ad una sorta di escalation di carattere comunicativo, che cambia scenario ora dopo ora. All’inizio dell’invasione russa, l’ATP ha considerato l’ipotesi di tenere fuori dai major più importanti i giocatori russi, cosa che è stata smentita qualche giorno dopo in virtù di un comunicato ufficiale, nel quale si è dichiarato a chiare lettere che tutti i giocatori russi avrebbero potuto partecipare ai Grandi Slam e a tutti i tornei più importanti.

La comunicazione ufficiale dei vertici ATP e WTA, ha però lasciato ben più di uno spiraglio rispetto alla chiarezza comunicativa che fa capo alla propria provenienza.

La soluzione potrebbe essere quella di permettere ai giocatori russi di partecipare ai tornei, senza però fare riferimento al proprio status di provenienza.

L’idea sarebbe quella di “chiedere“, ma sarebbe una sorta di costrizione, ai giocatori interessati di evitare di sostenere prima e palesare poi, la propria nazionalità, dentro e fuori dal campo di gioco.

La posizione della federazione ucraina

Dal canto suo la Federazione ucraina di tennis, ha sollecitato in più di un’occasione gli organi più importanti del tennis internazionale, a prendere una decisione che sia il più possibile netta e chiarificatrice su ciò che sta accadendo.

La sollecitazione è quella che fa capo ad una vera e propria decapitazione dei rappresentanti russi, esortati a dare forfait in tutti i tornei di maggior rilievo internazionale, inclusi, soprattutto, quelli del Grande Slam.

Seppur per alcune parti comprensibile, questa richiesta sarà difficilmente accoglibile da parte di ATP e WTA.

Se da una parte le richieste ucraine possono avere un certo tipo di diritto di cittadinanza, dall’altra è abbastanza impensabile che le responsabilità di questo conflitto possano ricadere sui giocatori russi e, soprattutto, su chi ha costruito una carriera per arrivare ai vertici del tennis mondiale, Medvedev ne è l’esempio più calzante, per poi vedersi estromettere per un conflitto di cui non hanno alcuna repsonsabilità in termini oggettivi.

In questo senso va la richiesta degli organi di controllo, che chiedono una presa di posizione, chiamiamola così “silenziosa”, ma certamente di impatto, come quella di non fare capo alla bandiera della propria nazione. E, ancora, in questa chiave va letta la sparizione del proprio vessillo dai social.

Sembra un compromesso che si presta a mille interpretazioni e potrebbe apparire “debole” per chi si è ritrovato dall’oggi al domani il nemico in casa, ma occorre valutare tutte le posizioni.

Una di queste, probabilmente la più autorevole, è quella del presidente della Federazione Russa Shamil Tarpischev, che non solo non ha protestato per la rimozione di tali bandiere, ma ha definito l’operazione come una sorta di “misura necessaria”, affinché i propri atleti possano continuare a giocare.

I prossimi scenari

La stagione tennistica 2022 comincia ad entrare nel vivo e, in particolare, vedranno la luce a brevissimo due dei tornei più ricchi del panorama tennistico internazionale.

Il 10 marzo parte Indian Wells, che si concluderà il successivo 20 di marzo, torneo che precederà un altro passaggio fondamentale dell’anno, il torneo di Miami.

Sono due tra i Master 1000 più agognati della stagione. Il primo torneo californiano non ha avuto una finale molto nobile l’anno scorso, visto che Norrie la spuntò su Basilashvili, mentre in Florida mise la mani sulla vittoria il polacco Hubert Hurkacz, che vinse sul nostro Jannik Sinner.

Il giocatore russo di punta Daniil Medvedev, parteciperà ad entrambi questi importanti appuntamenti, per cui la sparizione della bandiera dai social va letta anche sotto il punto di vista di una presa di posizione relativa alla volontà di prendere parte alla maggior parte dei tornei più importanti della stagione.

Con questi chiari di luna, seppur la situazione viva di sussulti improvvisi, legati ovviamente alla situazione che si sviluppa giorno dopo giorno in Ucraina, qualcosa di concreto sembra essere venuto fuori e la stagione tennistica può riprendere, almeno per ora, con una certa normalità.