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Si è chiuso il day 9 dell’Australian Open 2023 che, come è normale quando un torneo del Grande Slam si avvicina alle fasi finali, ha offerto soltanto quattro incontri di singolare. I primi due quarti maschili e i primi due femminili. Vediamo come è andata.

Australian Open, day 9 maschile con super Tsitsi e un Korda sfortunato

Khachanov-Korda e Tsitsipas-Lehecka erano le proposte odierne dal tabellone del singolare maschile, a comporre la semifinale per la parte alta del tabellone.

Khachanov vs Korda, un vero peccato

Il primo quarto di finale si può sintetizzare con una singola esclamazione: “peccato!”. Peccato per Sebastian Korda, che patisce il riacutizzarsi di un problema al polso e deve alzare bandiera bianca nel terzo set, ritirandosi sullo 0-3 dopo aver perso le prime due partite. Si tratta di un problema iniziato nel torneo di Adelaide qualche settimana fa, che finora a Melbourne non gli aveva dato problemi. Pare che però si sia ripresentato dopo una risposta al servizio, con un dolore che è andato crescendo: “A un certo punto, su alcuni dritti non riuscivo nemmeno a tenere in mano la racchetta, e le volée erano letteralmente impossibili”, ha confessato dopo il match il figlio del grande Piotr.

Peccato anche per Khachanov, in un certo senso. Criticatissimo per il suo sostegno alla battaglia della popolazione armena nel Nagorno-Karabakh, Karen (che ha sangue armeno da parte paterna) ha raggiunto la sua seconda semifinale Slam in carriera, peraltro la seconda consecutiva dopo US Open 2022, ma è difficile stabilire quanto ciò sia avvenuto per fortuna e quanto per merito. Ad ogni modo, Karen è tra i non molti tennisti capaci di raggiungere almeno i quarti in tutti gli Slam (come i nostri Berrettini e Sinner), dunque gli va dato merito di aver trovato – a 26 anni – quella continuità che gli era mancata prima.

Troppo Tsitsi per Lehecka, il piccolo Sinner

Ieri presentavo il match fra Stefanos Tsitsipas e Jiri Lehecka parlando del 21enne ceco come di un giocatore abbastanza simile a Jannik Sinner. Lo è per diversi aspetti del suo gioco, in particolare per gli angoli che riesce a trovare e per la capacità di fare scelte tatticamente sempre lucide nonostante la giovane età. Stamani lo abbiamo visto perdere in tre set, tutti molto tirati, ma che alla fine sono andati tutti al greco. Troppo forte Tsitsi, ormai capace di elevare il suo livello quando conta come fanno i grandi. Manco a farlo apposta, questo match ha ricordato moltissimo il quarto Tsitsipas-Sinner dello scorso anno, in cui il nostro giocatore si era confermato fortissimo, ma non abbastanza da impensierire Tsitsi. Quest’anno le cose sono andate diversamente (Sinner ha perso solo al super tiebreak del 5°), l’anno prossimo chissà.

Australian Open, il day 9 femminile: Rybakina e Azarenka ingiocabili

I due quarti di finale in programma per il singolare femminile tra la notte scorsa e stamani, erano invece Rybakina-Ostapenko e Pegula-Azarenka.

Elena vince su Jelena

Il canovaccio del match era prevedibile, con la lettone Jelena Ostapenko che cerca di accorciare il più possibile gli scambi, puntando sulla potenza e la penetrazione dei suoi colpi, mentre la russa (naturalizzata kazaka) Elena Rybakina poteva permettersi una gestione più elastica del match.

Da un lato la grande forma di Rybakina (non si vedeva così forse dal vittorioso Wimbledon) che non glielo ha permesso, dall’altro una certa fretta palesata da Ostapenko, il match non ha praticamente avuto storia. Un primo set scivolato via 6-2, un secondo un po’ più combattuto ma senza mai che Ostapenko apparisse capace di riprendere in mano il match. La differenza l’hanno fatta il 75% di punti vinti con la prima palla di servizio da Rybakina (contro il 55 di Ostapenko), una miglior gestione delle palle break (4 su 6 trasformate da Elena, solo 1 su 8 da Jelena) e un rendimento nettamente migliore nei game di risposta (44% di punti vinti contro 30).

Vika fa un sol boccone di Pegula

Viktoryja Azarenka torna in semifinale dell’Australian Open 10 anni dopo la sua seconda e ultima vittoria nello slam down under. 10 anni in cui gliene sono successe di ogni, dalla maternità alle battaglie legali per l’affidamento del figlio, al tennis mollato per un po’ e poi ritrovato, fino al ritorno ad alti livelli a 30 anni e passa. L’ostacolo verso questo suo storico ritorno in semifinale era l’americana Jessica Pegula, giocatrice molto potente e in formissima. Ma Vika è giocatrice unica, tatticamente formidabile che raramente sbaglia scelta, e soprattutto ha una grande abilità nel far giocare male le avversarie, o quanto meno nel farle uscire dalle rispettive comfort zone. Il piano le è riuscito alla perfezione anche per la giornata totalmente NO di Pegula. Stabilire quanto in questa giornata no ci sia del “fattore-vika” è difficile, ma i 31 errori non forzati di Jessica qualche indizio ce lo danno. Finisce 6-4 6-1, con ultimo set in totale smobilitazione per l’americana.

Ancora quarti: cosa ci attende questa notte all’Australian Open

Il quadro dei quarti di finale si completa questa notte/domattina con l’inedito Ben Shelton-Tommy Paul, che porterà sicuramente un outsider statunitense in semifinale. Era dal 2000 che gli USA non schieravano tre elementi nei quarti di finale, in quel caso erano stati Pete Sampras (poi vincitore), Andre Agassi e il bi-bimane Jan-Michael Gambill. La sfida tra Ben e Tommy promette davvero molto bene, per le caratteristiche dei due atleti.

Di seguito assisteremo a Rublev-Djokovic, in cui la leggenda serba cerca la semifinale Slam numero 44, la decima a Melbourne. Curiosità: nei 9 precedenti ha sempre vinto il torneo. Rublev è uscito vincitore da un match spettacolare e faticosissimo contro Rune, in cui il russo è stato anche fortunato ma che lo ha visto migliore nei momenti cruciali. Andrey è maturato molto nell’ultimo anno, chissà che non riesca a tirare un brutto scherzo a Nole. I precedenti sono 2-1 per Djokovic, 1-1 nel 2022.

Il singolare femminile prevede invece i suoi, di rimanenti quarti di finale. Nella fattispecie, avremo Karolina Pliskova-Magda Linette e Aryna Sabalenka-Donna Vekic. Nel primo caso la ceca Pliskova ha molta più esperienza, a questi livelli, ma Linette sta letteralmente volando e, nell’attuale tennis femminile, un’atleta in fiducia vale tantissimo. Il discorso sulla fiducia vale anche per Aryna Sabalenka, che però non è una sorpresa ma l’attuale favorita numero 1 per il successo finale. L’ostacolo è di quelli che agitano il sonno, poiché con la croata Donna Vekic la Sabalenka ha perso 5 volte su 6. A Melbourne, però, sembra in condizioni di forma abbaglianti.