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L’Isola che non c’è, Wendy, non può che sognarla. Peter Pan non diventerà mai adulto, non crescerà mai al contrario della ragazza londinese. Proprio vicino a Londra, però, esiste un’isola che vive di calcio, meglio di football, da metà novembre a metà marzo circa. Parliamo delle Isole Scilly, arcipelago inglese nel quale si disputa il campionato più piccolo al mondo: quello conteso dai Woolpack Wanderers e dai Garrison Gunners.

Tutto in un solo campo

Nomi inglesi, calciatori inglesi, ma 2 squadre totali anziché 20, come in Premier, o 12, per essere più modesti, e rimanendo sempre nei dintorni della Terra d’Albione, per la precisione in Scozia.

Parliamo, chiaramente, di un unicum a livello mondiale. Ciò che sorprende maggiormente della Lioness Shield – nome attuale del campionato delle Isole Scilly – è la “simulazione” del torneo – meglio, dei tornei – che, pur avendo a disposizione solamente due squadre, con calciatori con una media di età superiore ai 30 anni, riesce a “creare” una sfida comunque combattutissima fino alla fine, e su più fronti.

Nel 2010, ad esempio, gli Wanderers godevano di un vantaggio di 18 punti a Natale, avendo quindi praticamente ipotecato la vittoria del campionato. Eppure, nelle restanti giornate i Gunners andarono vicini ad una storica rimonta, perdendo il titolo solo sul più bello, all’ultima giornata (2-1 per i Wanderers e titolo ottenuto con enorme fatica).

Non esistono trasferte né partite casalinghe, giocando entrambe le compagini al Garrison Field di St Mary’s, l’isola più estesa contenente la capitale dell’arcipelago, ovvero Hugh Town con i suoi circa mille abitanti.

È previsto anche un terzo tempo a fine partita, durante il quale tutti i giocatori si ritrovano allo Scillonian Pub a discutere sulla sfida tra birra e patatine.

Come all’oratorio

Detto altrimenti: l’isola (del football) che non c’è, ma che esiste per davvero. Le Isole Scilly sono composte di cinque piccole isole situate a 50 km dalla Cornovaglia, regione che si posiziona a sud-ovest dell’isola britannica. Parliamo di un arcipelago di duemila abitanti la cui superficie complessiva sfiora i 16 km. Tanto per intenderci, il comune di Milano ha una superficie più estesa.

Come si compongono le due squadre?

Il calciomercato non esiste – ma viene ammesso solo in situazioni estremamente difficili, dovute ad infortuni o assenza di personale (sic!). Interessante, e davvero romantico, è il modo in cui vengono scelte le rose ad inizio stagione.

I due capitani di Wanderers e Garrison si incontrano e, stile oratorio, scelgono a turno, uno ad uno, i componenti della propria squadra. Come è facile capire, non esistono bandiere del club perché, detto semplicemente, un giocatore può giocare un anno per una un anno per l’altra squadra dell’arcipelago. Ma non è sempre stato così.

Fondata nel 1920, la Lyonesse Inter-Island Cup vedeva al suo interno più compagini, e non solo le due sopracitate. L’anno della svolta, se di svolta vogliamo parlare, è il 1984, quando le due compagini rimaste, Rangers e Rovers, assunsero i nomi di Woolpack Wanderers e Garrison Gunners – rispettivamente in maglia amaranto con maniche azzurre e in maglia gialla con due strisce laterali blu.

Ad oggi la formula è quella dello scontro ripetuto ogni domenica mattina alle 10.30 – come nei campi delle nostre categorie inferiori – da metà novembre a metà marzo. Le due squadre si affrontano complessivamente diciassette volte, ma alcune fonti parlano di un numero minore di incontri (tredici). Attualmente, i Wanderers sono in vantaggio a livello di scudetti, ma i campionati sono sempre molto combattuti.

Come nel vero calcio

Non è tutto però, perché la creatività di questi isolani supera ogni sorta di immaginazione calcistica. Accade così che non solo il campionato, ma anche due coppe nazionali – chiamate Wholesalers Cup e Foredeck Cup, con formula di andata e ritorno – e una supercoppa di lega (tra le due squadre vincitrici di campionato e coppe, ovvero sempre Wanderers e Gunners, naturalmente) completano il banchetto dello Scilly’s Football.

Infine, ogni anno, viene allestita una rappresentativa composta dai migliori giocatori delle due squadre per sfidare in casa una squadra di Truro e (occasionalmente) una per sfidare il Newlyn – due città della Cornovaglia.

Infine, nel Boxing Day, viene organizzata la cosiddetta “Old Men versus the Youngsters”, partita nella quale i veterani sfidano i più giovani calciatori del campionato. Inutile dire che certe leggi, certe medioevali e gerarchiche leggi calcistiche, valgono qui non solo nella partita speciale di fine anno, ma sempre. Perché l’Isola che non c’è esiste, e ha le sue regole. Tra sogno e realtà.

Nel 2011, il giocatore più anziano era Chas Wood, ex segretario della lega, alla veneranda età di 70 anni. Non è uno scherzo, ma l’ennesima spassosa e insieme incredibile curiosità di un campionato unico. Tanto unico che Andrew Hicks, l’attuale segretario della competizione, ha dichiarato che «per noi, questo è il campionato migliore al mondo».

A chi gli chiede se un giorno il campionato potrà fondersi con la federazione inglese, magari partendo dai bassifondi del football britannico, egli risponde: «I trasporti sono molto difficili; non ci sarebbe un vero e proprio finanziamento per permettere tutto questo ai calciatori».

Ma poco importa. Il calcio inglese è una cosa, quello delle Scilly un’altra. Non bisogna confonderli né bilanciarli. Perché i sogni questo sono: l’altra faccia del reale.