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L’Italia ha una ricchissima tradizione di campioni nello sci alpino: a partire da Zeno Colò negli anni ‘50, il primo grande campione azzurro, passando per i trionfi della cosiddetta Valanga Azzurra degli anni ‘70 fino alle stelle degli anni ‘90 come Alberto Tomba, Kristian Ghedina e Deborah Compagnoni.

Una tradizione che oggi si rinnova con atleti del calibro di Dominik Paris, Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino.

Ripercorriamo questa splendida galleria di campioni sugli sci ricordando i trionfi che hanno reso bollenti gli inverni italiani.

Zeno Colò

Zeno Colò impegnato nel chilometro lanciato

Pistoiese classe 1920, Zeno Colò è ricordato ancora oggi come uno dei più grandi sciatori italiani di tutti i tempi, capace di fissare il record mondiale sul chilometro lanciato e conquistando l’oro olimpico nella discesa libera a Oslo 1952.

A causa della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale dovette passare anche attraverso la prigionia, la carriera di Colò è stata molto meno ricca di quanto avrebbe potuto essere. In pratica iniziò a gareggiare a livello internazionale solo nel 1947, a 27 anni, nonostante fosse entrato a far parte della nazionale a soli 15 anni nel 1935.

Nel 1954 sfruttò la fama ottenuta grazie ai tanti successi nei Mondiali e alle Olimpiadi per fare da testimonial a scarponi e giacche da sci. Per il regolamento dell’epoca, questa cosa gli costò il passaggio al professionismo e la squalifica dalle competizioni internazionali, tanto che alle Olimpiadi di Cortina d’Ampezzo del 1956 partecipò solo come tedoforo. La squalifica gli venne revocata solo nel 1989, 4 anni prima della sua morte avvenuta nel 1993.

Gustav Thoeni

thoeni
Tutto lo stile di Gustav Thoeni

Nato il 28 febbraio 1951 a Stelvio, in provincia di Bolzano, Gustav Thoeni è uno dei più grandi campioni della storia dello sci alpino, capace di conquistare ben 4 volte la Coppa del Mondo tra il 1971 e il 1975 (arrivando secondo alle spalle di Pierino Gros nel 1974).

Gustav Thoeni è stato poi protagonista in due Olimpiadi, vincendo l’oro nel gigante e l’argento nello slalom speciale a Sapporo 1972 e l’argento nello speciale di Innsbruck 1976.

Thoeni è stato colui che ha portato lo sci italiano in cima al mondo: non solo è stato il primo italiano a vincere una gara di Coppa del Mondo in campo maschile, ma anche il primo a vincere lo slalom speciale e lo slalom gigante. A questi primati vanno aggiunte anche le vittorie nella prima combinata e nel primo slalom parallelo disputati in Coppa del Mondo.

Ritiratosi dalle gare nel 1980, si dedicò alla professione di allenatore, seguendo personalmente Alberto Tomba dal 1989 al 1996. In seguito ha assunto anche il ruolo di direttore tecnico della nazionale maschile e quindi di direttore generale di tutte le selezioni nazionali. Nel 2006 ha portato la bandiera olimpica nella cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Torino.

Piero Gros

Pierino Gros, piemontese classe 1954, salì immediatamente alla ribalta del mondo dello sci con la sua prima vittoria in Coppa del Mondo, vincendo nel 1972, a soli 18 anni, lo slalom gigante di Val-d’Isere partendo con il pettorale 45.

Nel 1974 vince la Coppa del Mondo, secondo italiano a riuscire nell’impresa dopo i tre successi consecutivi di Gustav Thoeni. È proprio con lo slalom gigante di Berchtesgaden che viene coniato il termine Valanga Azzurra. Piero Gros infatti vince una gara in cui tutte e cinque le prime posizioni sono occupate da sciatori italiani: Gros, appunto, poi Thoeni, Stricker, Schmalzi e Pietrogiovanni.

Gros riuscì poi a conquistare anche lo slalom speciale delle Olimpiadi di Innsbruck 1976, arrivando davanti a Thoeni, e negli anni successivi continuò a salire sul podio in varie gare di Coppa del Mondo, prima di ritirarsi nel 1982, a nemmeno 28 anni, e dedicarsi alla carriera di commentatore sportivo.

Claudia Giordani

Dopo i trionfi della Valanga Azzurra arrivò anche la Valanga Rosa: sull’onda dei successi della selezione maschile, anche la Nazionale femminile iniziò a collezionare le prime vittorie, grazie ad una generazione di sciatrici come Maria Rosa Quario (madre di Federica Brignone), Daniela Zini, Paoletta Magoni e Claudia Giordani.

Quest’ultima in particolare è stata la seconda sciatrice italiana a conquistare una vittoria in Coppa del Mondo, dopo l’exploit nella discesa libera del Sestriere di Giustina Demetz nel 1967.

Claudia, nata a Roma nel 1955 dal giornalista sportivo Aldo Giordani e dalla giocatrice di basket Francesca Cipriani e trasferitasi fin da bambina a Milano, a 19 anni vinse lo slalom gigante di Les Gets del 1974, per poi conquistare la medaglia d’argento nello slalom speciale alle Olimpiadi di Innsbruck 1976.

Ritiratasi nel 1981, a 25 anni, si dedicò al campo del marketing e della comunicazione, tornando agli sci saltuariamente come commentatrice televisiva e come presidente del Comitato Alpi Centrali della FISI.

Alberto Tomba

Stella incontrastata dello sci negli anni ‘90, Alberto Tomba è stato un fenomeno di costume oltre che un atleta straordinario. Bolognese classe 1966, dal carattere estroverso ed esuberante, Tomba la Bomba aveva uno stile di sci aggressivo e spregiudicato, che lo ha reso capace di memorabili rimonte nelle seconde manche che hanno tenuto milioni di italiani incollati alla tv.

Miglior sciatore italiano per numero di successi, ben 50, in Coppa del Mondo (che ha conquistato nel 1995), Tomba può vantare anche due ori nello slalom gigante alle Olimpiadi, a Calgary 1988 e Albertville 1992 (primo atleta nella storia dello sci alpino a vincere per due edizioni consecutive nella stessa specialità), oltre che l’oro nello slalom speciale di Calgary 1988.

Vera e propria star dello sport italiano (la Rai arrivò addirittura ad interrompere il Festival di Sanremo per trasmettere lo slalom speciale di Calgary 1988), capace di riportare in Italia la Coppa del Mondo dopo Gustav Thoeni, nel frattempo diventato suo allenatore personale, si dedicò anche al windsurf e alla recitazione, con risultati controversi (il suo film d’esordio, Alex l’Ariete, è ritenuta una delle pellicole più trash ad essere mai uscita in sala), ed è stato il tedoforo che ha fatto entrare la fiamma olimpica nello stadio di Torino nel 2006.

Deborah Compagnoni

Negli anni in cui la personalità esuberante e sopra le righe di Alberto Tomba riportava l’attenzione dell’Italia verso le piste da sci, in campo femminile brillava la stella di Deborah Compagnoni, valtellinese classe 1970 agli antipodi dal punto di vista del carattere ma vicina a Tomba in quanto a talento e fame di vittorie sulla neve.

Prima atleta nella storia dello sci alpino ad aver vinto 3 medaglie d’oro in 3 edizioni diverse delle Olimpiadi (supergigante a Albertville 1992 e gigante a Lillehammer 1994 e Nagano 1998, dove vinse anche l’argento nello speciale), a causa di numerosi infortuni in carriera non riuscì mai a conquistare la Coppa del Mondo. Già a soli 18 anni subì la rottura del ginocchio destro, che la costrinse ad abbandonare la discesa libera, seguito da un serio blocco intestinale che le fece rischiare anche la vita. Nel 1992, il giorno dopo la vittoria nel supergigante delle Olimpiadi di Albertville, durante la discesa dello slalom gigante, un nuovo infortunio al ginocchio gela gli appassionati di tutto il mondo: le immagini di Deborah piegata sulla pista, con il ginocchio tra le mani e urlante di dolore sono trasmesse in diretta nelle case di tutta Italia.

Dal carattere schivo e riservato, si è ritirata nel 1999, dedicandosi all’associazione benefica Sciare per la vita, da lei fondata con alcuni amici per raccogliere fondi nella lotta contro la leucemia. È stata sposata per 13 anni con l’imprenditore Alessandro Benetton, con cui ha avuto tre figli.

Kristian Ghedina

Dopo i trionfi di Tomba e Compagnoni nello slalom, la nazionale italiana iniziò a mietere successi anche nella discesa libera, tanto che venne coniato il termine Italjet per indicare il gruppo di atleti specialisti nella disciplina che iniziarono a contendere le medaglie ai maestri austriaci e svizzeri: Alessandro Fattori, Peter Runggaldier, Werner Perathoner, Pietro Vitalini ma soprattutto Kristian Ghedina.

Nato a Pieve di Cadore nel 1969, figlio di Adriana Dipol, prima donna maestra di sci di Cortina d’Ampezzo morta sulle piste nel 1985, si impose all’attenzione internazionale con i primi podi a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. Nel 1991 è però vittima di un gravissimo incidente stradale che gli costò nove giorni di coma e numerosi traumi, sia ossei che cerebrali.

Dopo una lunga riabilitazione, riprese a gareggiare senza però ottenere grandissimi risultati fino al 1995, quando riuscì finalmente a tornare ai vertici delle classifiche della discesa libera.

Nonostante non riuscì mai a conquistare un oro, alle Olimpiadi o ai Mondiali (2 argenti e 1 bronzo), entrò stabilmente nel cuore dei tifosi per la sua “follia”, protagonista di gare spesso al limite e ricche di episodi curiosi: nel 2004, all’arrivo della Streif a Kitzbuhel, si esibì in una spettacolare spaccata in volo sull’ultimo salto che gli valse una ola tributatagli dal pubblico austrico; nel dicembre dello stesso anno, sulla Saslong in Val Gardena (pista su cui trionfò per 4 volte) si trovò faccia a faccia con un capriolo intrufolatosi lungo il tracciato, riuscendo ad evitarlo.

Ritiratosi nel 2006, dopo la sua quinta Olimpiade, dedicandosi per un certo periodo all’automobilismo, per poi tornare brevemente alle gare e fondare quindi una scuola di sci a Cortina d’Ampezzo. È sposato con la sciatrice Patrizia Auer, con cui ha avuto recentemente un figlio.

Isolde Kostner

Altoatesina di Ortisei e membro di una sterminata famiglia di sportivi (la cugina Carolina è stata una pattinatrice artistica di fama mondiale, il cugino Simon giocatore di hockey così come lo zio Erwin, mentre l’altro zio Ulrico fu un grande fondista, specialità intrapresa dal cugino Florian), Isolde Kostner è nata nel 1975. Dopo aver iniziato a sciare a soli 3 anni, divenne agonista all’età di 11 anni.

La sua prima vittoria, la discesa libera sulla Kandahar di Garmisch-Partenkirchen del 1994, fu segnata dal tragico incidente che costò la vita dell’austriaca Ulli Maier, ma pochi giorni dopo conquistò due bronzi alle Olimpiadi di Lillehammer, nella discesa libera e nel supergigante.

Campionessa di supergigante ai mondiali del 1996 e del 1997, vinse la Coppa del Mondo di discesa libera nel 2001 e l’argento, sempre nella discesa, alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002, dove fu anche portabandiera dell’Italia nella cerimonia d’apertura.

Si ritirò nel 2006, a poche settimane dai Giochi Olimpici di Torino 2006, annunciando l’imminente maternità e sfilando in abito nuziale durante la cerimonia di chiusura, quando spense la fiamma olimpica. Oggi ha aperto un albergo a Selva di Val Gardena ed è stata protagonista di alcuni programmi televisivi come Notti sul Ghiaccio e L’Isola dei Famosi. È sposata con l’ex membro dell’Italjet Werner Perathoner, con cui ha avuto tre figli.

Sofia Goggia

Bergamasca, nata nel 1992, Sofia Goggia è una sciatrice potente che detiene il record di podi conquistati in una singola stagione, insieme a Deborah Compagnoni: nel 2017 si è piazzata tra i primi 3 in 13 occasioni, diventando la prima italiana capace di farlo in quattro specialità differenti (discesa libera, supergigante, slalom gigante e combinata).

Nonostante un inizio di carriera promettente, deve presto fare i conti con infortuni seri. Nel 2014 deve rinunciare alle Olimpiadi di Sochi per una lesione al crociato anteriore sinistro. Dopo aver vissuto i Giochi Olimpici come commentatrice, torna a gareggiare ma all’inizio del 2015 deve fermarsi nuovamente per una cisti al ginocchio.

Nel 2016 riesce finalmente a chiudere la sua prima stagione completa, ottenendo buoni piazzamenti soprattutto in gigante. Nella stagione 2016-2017 arriva terza nella classifica generale, con 1197 punti, superando il primato italiano di Karen Putzer.

Nel 2018 partecipa alle Olimpiadi di Pyeongchang, dove conquista l’oro nella discesa libera, ripetendosi poi anche in Coppa del Mondo, tra cui a Bad Kleinkirchheim superando le connazionali Nadia Fanchini e Federica Brignone per uno storico podio completamente azzurro.

Nell’ottobre 2018 un nuovo infortunio, la frattura del malleolo, la costringe ai box per tutta la prima parte della stagione, ma al ritorno sulle piste il 26 gennaio 2019 centra subito il secondo posto in supergigante a Garmisch-Partenkirchen, ripetendosi anche il giorno successivo nella discesa libera.

Federica Brignone

Nata a Milano nel 1990 da Maria Rosa Quario (ex membro della Valanga Rosa) e dal maestro di sci Daniele Brignone, Federica Brignone è, insieme a Deborah Compagnoni, la sciatrice italiana che vanta il maggior numero di vittorie in Coppa del Mondo, ben 16.

Vicecampione del mondo di slalom gigante nel 2011, vanta anche il bronzo nella stessa specialità conquistato alle Olimpiadi di Pyeongchang 2018.

Oltre al gigante, ha ottenuto grandi risultati anche nelle specialità veloci, discesa libera e supergigante, ed è stata la prima donna italiana, nel 2020, a conquistare la Coppa del Mondo generale, (superando, con 1378 punti, il record di Sofia Goggia) piazzandosi prima in quella di combinata, seconda in supergigante e terza in discesa libera.