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Il 2 luglio è iniziato il Main Event delle World Series Of Poker edizione 2025. Dopo quasi due settimane trascorse ai tavoli dei casinò Horseshoe e Paris di Las Vegas, il più importante torneo di Texas Hold’em a livello mondiale ha raggiunto e archiviato (ieri) il Day 8.

In sala sono rimasti solo gli ultimi 9 giocatori su 9.735 iscritti, terzo field più ampio di sempre (ricordiamo che il ME WSOP è un torneo freezout da $10.000 di buy-in). Per questa ristretta cerchia di sopravvissuti alla durissima selezione, ci sono in palio l’iconico braccialetto e un primo premio da 10 milioni di dollari. Senza dimenticare che al final table i premi iniziano da un milione.

I 9 protagonisti della volata finale sono:

John Wasnock (USA) – 108.100.000 chips, pari a 68bb all’inizio del Day 10 (livello 39 bui 800k/1.600k bb ante 1.600k). Nota: il Day 9 è stato di riposo

Michael Mizrachi (USA) – 93.000.000 58bb

Braxton Dunaway (USA) – 91.900.000 57bb

Kenny Hallaert (BEL) – 80.500.000 50bb

Leo Margets (ESP) – 53.400.000 33bb

Luka Bojovic (SRB) – 51.000.000 32bb

Adam Hendrix (USA) – 48.000.000 30bb

Daehyung Lee (KOR) – 34.900.000 22bb

Jarod Minghini (USA) – 23.600.000 15bb

John Wasnock (credits WSOP via PokerNews)

In questo elenco ci sono almeno quattro nomi da evidenziare. Innanzitutto il chipleader, al quale è dovuta la menzione in quanto player amatoriale. Il cinquantenne originario di Seattle vanta appena 143.000 dollari vinti prima del Main Event. Il suo miglior risultato – prima di questo – è arrivato all’inizio del 2025, quando ha vinto un torneo in un casinò di Pendleton, Oregon. Nel Day 8, John Wasnock si è trovato ultimo con 17 giocatori rimasti alla pausa cena, ma subito dopo ha inserito il turbo realizzando tre eliminazioni (Ruben Correa 14°, Joseph Ozimok 12° e Joey Padron 10°).

Altra rimonta, ancora più spettacolare, per Michael Mizrachi. Il campionissimo, che vanta 7 titoli WSOP dopo aver vinto pochi giorni fa il quarto braccialetto PPC, ad un certo punto è rimasto con solo 3 bb. Ha resistito, riuscendo poi a trovare la giusta run per risalire fino al secondo posto del chipcount. The Grinder ha già assaggiato il final table del Main Event WSOP. E’ successo nel 2010, quando ha chiuso 5° alle spalle di Filippo Candio, nell’edizione poi conquistata da Jonathan Duhamel.

Il terzo big name è quello di Kenny Hallaert. Il belga, al pari di Mizrachi, ha centrato il bis di tavoli finali, dopo il 6° posto nell’edizione 2016 del ME WSOP, conclusa vittoriosamente da Qui Nguyen. Sponsorizzato da circa un anno, Hallaert ha iniziato il Day 8 da chipleader, poi è andato per un po’ sulle… montagne russe. Ciononostante, adesso ha una grande opportunità vista la sua esperienza (poco meno di 300 itm live in carriera) e il 4° posto nel count.

Ma la storia più significativa, almeno secondo noi, è stata scritta da Leo Margets. La pro player spagnola, anche lei sponsorizzata, è la seconda donna capace di raggiungere il final table del Main Event in 55 edizioni live delle WSOP. La prima a riuscirci era stata Barbara Enright nel 1995. Sono passati trent’anni da quel primo traguardo, con in mezzo le deep run di Gaelle Baumann, 10ma nel 2012, e di Kristen Bicknell Foxen, 13ma lo scorso anno: l’impresa da Leo Margets, 5a per stack, merita di essere evidenziata!

Leo Margets (credits WSOP via PokerNews)

Nel chipcount del final table manca invece l’italiano di origini albanesi Muhamet “Mario” Perati.

LA DEEP RUN DI PERATI

Muhamet “Mario” Perati ha firmato una prestazione da urlo. Partito tra i 57 left nel Day 7, ha scalato posizioni fino a chiudere 3° su 24 con 50 milioni di chips – un risultato che ha fatto sognare tutti gli appassionati di poker in Italia. Perati ha affrontato il Day 8 con grinta, lottando strenuamente per un posto al final table ma la partenza non gli è stata favorevole.

Dopo aver subito alcuni colpi che hanno ridotto il suo stack, sono due mani ravvicinate a decretare l’eliminazione di Mario Perati. Nella prima, chiama l’all-in di Tony Gregg con A-10 contro la coppia di 5 dell’avversario. Il board Q-9-3-8-8 non lo aiuta e il suo stack scende a 15 milioni. Subito dopo arriva il colpo decisivo: Perati finisce ai resti con A-Q contro A-K di Kenny Hallaert. Nonostante lo svantaggio preflop, trova subito una dama al flop (Q-7-3). Il turn è un jack che aggiunge qualche out per il belga, ma è il river ad essere fatale: un K che chiude i giochi e spegne ogni possibilità all’italiano.

Nonostante questo, il 18° posto – ripagato da $360.000 – di Muhamet “Mario” Perati merita l’applauso. E’ il suo miglior risultato in carriera, nonché la sesta migliore deep run di un italiano al ME WSOP, dopo quelle di Dario Sammartino (2° nel 2019), Filippo Candio (4° nel 2010), Federico Butteroni (8° nel 2015), Daniel Holzner (9° nel 2023) e Sergio Castelluccio (14° nel 2014).

Rimaniamo ancora un attimo in “Casa Italia” per gli altri itm azzurri nel Main Event. Daniele Primerano ha chiuso 141° ($70k), Raffaele Sorrentino 155° (70k), Alessandro Predaroli 203° (60k), Francesco Morales 413° (40k), Luigi Curcio 352° (40k), Luigi Shehadeh 622° (27,5k), Domenico Gala 718° (25k), Gianluca Cabitza 842° (22,5k), Cristian David 1028° (17,5k), Mauro Suriano 1071° (17,5k), Michele Saccani 1230° (17,5k), Alessandro Minasi 1289° (17,5k).

In tutto, sono stati pagati 1462 posti a premio.

Muhamet “Mario” Perati (credits WSOP via PokerNews)

IL CASO KASSOUF

Nel 2016, William Kassouf è stato protagonista di uno scontro verbale con Griffin Berger, a 17 left del Main Event WSOP. Da lì è nata la sua fama, non proprio positiva, di specialista dello speech play: la tecnica per mettere in difficoltà l’avversario con una parlantina costante durante l’azione, spesso sopra le righe.

Questa etichetta gli è rimasta addosso, nonostante l’inglese sia anche un ottimo giocatore. Due giorni fa, William Kassouf ha dato ragione ai suoi detrattori, mandando in scena uno show davvero poco edificante, per usare un eufemismo.

Durante il ME WSOP, Kassouf è stato ripetutamente richiamato per violazione dello shot clock e per scorrettezze varie. Ma questo è ancora nulla perché, a cinque tavoli attivi, il pro inglese ha insultato un avversario dandogli del “prick”. Inevitabile la penalità di un round comminata dal direttore di sala. Di fronte alla sanzione, Kassouf si è rifiutato di alzarsi dal tavolo: sono dovuti intervenire gli uomini della sicurezza per indurlo a lasciare l’area gioco! Lungo il percorso, il britannico ha usato parole pesanti all’indirizzo del pubblico che lo criticava.

Poco dopo il rientro in sala, Kassouf è andato all-in con coppia di 7, trovando il call di Hallaert con K-5. Alla vista della mano mediocre del suo avversario, se n’è uscito dicendo “che schifo. Un professionista mi chiama con K-5, è tutto veramente vergognoso“. Al river è sceso il Kappa che ha eliminato William Kassouf al 33° posto per 300mila dollari. Nonostante il buon payout, Kassouf ha dato in escandescenze.

E’ una delle più grandi ingiustizie che abbia mai visto. Siete tutti responsabili di quanto successo e patetici” ha detto allo staff delle WSOP. Poi si è girato verso il pubblico che festeggiava la sua eliminazione: “Mi ricorderò di tutte le vostre facce. Ci vediamo il prossimo anno e vi farò a pezzi”. (fonte Italiapokerclub.com)

Troppo. A quel punto l’organizzazione ha bannato William Kassouf da tutti gli eventi WSOP del 2025, comprese le WSOP Europe e Paradise. Un finale davvero inglorioso per un giocatore di alto livello, tra l’altro con un background in legge!

Immagine di testa: i final 9 del ME WSOP 2025 (credits WSOP via PokerNews)

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