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Puntare poco nel Texas Hold’em No Limit è tornato di moda già da un bel po’ di tempo. Dopo il periodo in cui erano in voga le aperture “lunghe”, le c-bet pesanti e i big pot, la generazione successiva di giocatori ha adottato uno stile più oculato.

La grande palestra del gioco online, coadiuvata dalle analisi dell’Intelligenza Artificiale, ha dimostrato che il gioco in modalità small-ball conviene. Perché?

Il motivo principale è che consente di fare pot-control, cioè di mantenere il piatto basso soprattutto quando serve pescare carte utili sul board. Il pot control è utile anche per proteggere il proprio stack, elemento principe in un torneo di poker, e per evitare di offrire un range polarizzato, cioè che faciliti la lettura della mano da parte dell’avversario. Per capirci su quest’ultimo punto: una puntata molto grossa al river è indice di un range polarizzato, perché può significare soltanto un punto forte o un bluff.

Ma negli ultimi anni le size piccole sono diventate di moda anche in altre situazioni. Ad esempio quando si vuole preparare una trappola per un avversario molto aggressivo: abbiamo un buon punto e lo invitiamo a investire chips facendo call o, ancora meglio, rilanciando. Un altro caso per investire poche chips è rappresentato dalle puntate fuori posizione e che ricadono sotto varie definizioni: donk bet, block bet, probe bet.

Ci sono leggere sfumature tecniche, soprattutto legate alla street in cui si applicano, ma lo scopo è comune: confondere l’avversario con una size che non si aspetta e che non è di facile lettura.

Vi proponiamo un esempio con un’action tra Stephen Chidwick e Dylan Destefano.

Stephen Chidwick (credits PokerNews)

Del primo si sa quasi tutto. Numero 4 della All Time Money List e primo in quella inglese, Chidwick vanta un braccialetto WSOP vinto nel 2019 con l’evento $25k PLO High Roller. Da anni il britannico è diventato uno specialista proprio di eventi ad alto/altissimo buy-in che gli hanno consegnato tanti payout a 6 cifre. Il secondo titolo WSOP gli è sfuggito in altre 16 occasioni, tanti sono i suoi final table. Il più recente è stato il secondo posto ottenuto l’anno scorso nell’evento WSOP 6-handed da 10mila dollari di buy-in. Ad oggi, nel suo curriculum ci sono 305 in the money. Nel 2013 è arrivato terzo nell’EPT di Praga.

Un po’ meno noto è invece Dylan Destefano, se non altro perché l’americano ha iniziato a marcare il territorio dei tornei live solo da pochi anni. Il suo primo ITM è datato 2016, ma l’escalation vera e propria ha preso il via dal 2021. In poco più di tre anni, il player USA è andato a segno ben 34 volte. La maggior parte degli in the money proviene da eventi del tour PokerGO Cup, ma ci sono anche 6 piazzamenti WSOP. In totale, le sue vincite ammontano a 1,6 milioni di dollari, con un best da ca. 199k realizzato l’anno scorso, quando è arrivato 14° nel PSPC svoltosi alle Bahamas.

Dylan Destefano (credits PokerNews)

L’azione tra Chidwick e Destefano si è svolta nel 2021 durante un evento da 10mila dollari di buy-in proprio della già citata PokerGO Cup. Il livello è 20k/40k bb ante 40k quando l’americano (stack 2.090.000) punta 80.000 da bottone. In mano ha Q♥9♣. Lo SB folda e passa l’action a Stephen Chidwick (stack 2.970.000) posizionato sul BB. L’inglese, nonostante un modestissimo 6♣4♥, decide di chiamare.

Il flop è 10♣2♠3♥, sul quale il pro inglese opta per un check-call da 85.000 chips, con la speranza di completare la scala a incastro al turn. Non solo, Chidwick potrebbe anche aver già pensato a una giocata a sorpresa nelle street successive.

E in effetti, quando al turn si materializza un 8♦, il britannico esce bettando 40.000. E’ una small bet, pari solo a 1/9 del pot, che però confonde l’avversario. Lo scopo è raggiunto perché Destefano si limita al call, sperando negli out ancora a disposizione (i Jack per chiudere il gutshot e le Donne come overcard).

Il river 2♦ non è però nessuno di questi. Chidwick ha già previsto lo scenario ed è pronto all’azione: esce puntando il piatto (470.000) e ottiene l’instant fold dell’avversario! Un buon bluff al river che funziona grazie soprattutto alla capacità di pianificazione dell’inglese, indispensabile quando si decide di utilizzare una block bet.

Immagine di testa credits WSOP/PokerNews

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