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Due anni fa si è spento Mike Sexton, uno dei volti più noti nel mondo del poker.

Giocatore, commentatore di tornei, ambassador del WPT, chairman di una delle più grandi aziende di poker online, Mike Sexton ha fatto la storia di questo gioco in tanti modi diversi. Quello che forse li riassume meglio è il suo essere stato il primo e forse più efficace testimonial del poker come fenomeno globale.

Ho fatto del poker la mia vita“, ha detto una volta Mike Sexton. Una frase che è al tempo stesso epitaffio e dichiarazione d’amore per un gioco che si è trasformato ed è cresciuto anche grazie a lui.

Quando, il 7 settembre del 2020, è arrivata la notizia del suo decesso avvenuto a soli 72 anni, abbiamo raccontato la parte della sua vita dedicata al gioco.

Naturalmente c’è anche un Mike Sexton pre-poker: meno conosciuto, ma la cui storia è altrettanto meritevole di ascolto.

Mike Sexton (JAMIE MCCARTHY/WIREIMAGE)

Per chi conosce Mike Sexton come uomo-del-poker è difficile immaginarlo nei panni di un ginnasta. Eppure è con quella qualifica che il giovane di Shelby (Indiana, USA) si è presentato al mondo subito dopo aver terminato gli studi, un giovane con addosso i normali dubbi che si hanno sul futuro.

Come tanti altri giovani non avevo idea di cosa volevo fare“, spiega Sexton in un’intervista di qualche anno fa rilasciata a PokerNews. “Al college ero però un buon ginnasta. Ricordo di aver fatto capriole e salti mortali per tutto quel periodo e mi ero immaginato che avrebbe potuto essere bello anche saltare da un aeroplano. Così ho deciso di arruolarmi nell’esercito per diventare paracadutista. Mi è sembrata una transizione naturale“.

Forse non tutti l’avrebbero fatto, anche perché quelli sono gli anni della guerra in Vietnam. “Tutti mi davano del pazzo, soprattutto per il rischio di finire al fronte. Ma quando sei giovane, sei incosciente, non ci pensi. Se dev’essere sia, mi sono detto. Ma col senno di poi, devo ammettere di aver avuto tanta fortuna. L’82a divisione aerotrasportata, nella quale ero stato incorporato, era appena tornata dalla seconda missione in Vietnam, l’ultima. Fino alla fine della guerra, non ho mai lasciato Fort Bragg“.

Nella base militare del North Carolina, Sexton se la passa piuttosto bene tra un salto di allenamento e l’altro. “Avevo un lavoro comodo che mi piaceva. In effetti, ad un certo punto ho pensato di firmare nuovamente per fare carriera nell’esercito. Credo che i giovani, finite le superiori, dovrebbero fare un paio di anni nell’esercito. Poi possono sempre andare al college, studiare o dedicarsi allo sport professionistico. Ma un paio d’anni nell’esercito sono utili, io lo posso dire“.

Terminati i suoi due, Mike Sexton lascia Fort Bragg. “Sentivo che prima o poi mi avrebbero rispedito a casa“.

Mike Sexton (credits WPT)

Parentesi militare alle spalle, il futuro ambassador del gioco rimane nella Corolina del Nord dove si sposa e lavora come venditore di automobili. Non solo, perché fa anche l’insegnante di ginnastica nelle sedi della Young Men’s Christian Association (YMCA) e l’istruttore di ballo – una talento acquisito dai genitori – alla scuola Arthur Murrays di Daytona (Ohio). Insomma, si arrangia con un po’ di tutto, ma è chiaro che il giovane Mike Sexton sta aspettando “la mano buona” per la svolta.

Sarà stato un caso, ma proprio in quel periodo le carte cominciano a fare capolino nella sua vita.

Giocavo esclusivamente partite organizzate in casa. All’università ho imparato a giocare a poker e bridge ma agli altri dicevo che mi ero laureato sul gioco. Mi è bastato rispolverare quelle poche basi per vincere e guadagnare di più con il poker che vendendo auto“.

E così, quando il suo matrimonio va a rotoli, Mike Sexton è pronto per fare il salto: quello verso il mondo del poker per professione.

Un percorso, questo, che dopo 8 anni di home games in North Carolina lo porta a Las Vegas. Qui il poker come lavoro si fa ancora più serio e soprattutto Mike Sexton scopre il modello rivoluzionario dei tornei. Nel 1984, praticamente all’esordio nelle competizioni di poker, centra due final table WSOP. Cinque anni dopo si infila al polso il braccialetto della specialità 7-Card Stud Split.

Il resto è la storia di un giocatore che ha totalizzato 286 in the money e 6,7 milioni di dollari, di un Hall of Fame del poker (dal 2009) ma soprattutto di una grande personalità di questo settore. Per coloro che fossero interessati a conoscerla, il nostro precedente articolo su Mike Sexton è raggiungibile da qui.

Immagine di testa: Mike Sexton (credits PokerNews)