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Dopo l’ottimo – e per certi versi inaspettato – debutto della prima stagione, lo European Poker Tour si ripresenta ai nastri di partenza con l’edizione 2005-2006.

Nel programma elaborato dal suo “patron” John Duthie, divenuto nel frattempo presidente del tour per conto dell’azienda che ha acquisito il brand, ci sono 7 appuntamenti, lo stesso numero della Season 1. Anche le location rimangono le stesse (Barcellona, Londra, Dublino, Copenhagen, Deauville e Montecarlo) con la sola eccezione della tappa austriaca, che si sposta di pochi Km passando da Vienna a Baden. Insomma, squadra vincente non si cambia.

Inoltre il buon risultato dell’anno precedente e l’espansione che il poker sta avendo nel continente europeo fanno propendere l’organizzatore per una standardizzazione del buy-in verso l’alto. Nella Season 2, infatti, non ci sono più gli sbalzi da 1.000 a 3.000 euro perché tutti gli ingressi al Main Event costano 4.000 euro. L’unica eccezione è quella del Grand Final monegasco, al quale si partecipa sborsando sempre 10.000 euro.

Non che il rincaro spaventi i giocatori, anzi. A fine stagione la media dei partecipanti all’EPT Main Event salirà da 210 a 288, un 33% in più rispetto alla Season 1.

Ma statistiche a parte, quali sono le caratteristiche di questa stagione? La principale è il dominio nettissimo dei giocatori scandinavi, rappresentanti di una scuola che in quel momento sta rivoluzionando il poker. Grazie a uno stile di gioco molto aggressivo, i player dell’estremo nord Europa (danesi, svedesi, norvegesi e finlandesi) si aggiudicano 4 volte il Main Event EPT e almeno uno di loro va sul podio in tutte le tappe.

Tra questi ci sono figure che conquistano il palcoscenico pokeristico mondiale: il danese Gus Hansen, il finlandese Ilari Sahamies (meglio noto come “Ziigmund“) e soprattutto Patrick Antonius. E’ lui il primo attore della Season 2 dell’European Poker Tour.

Ilari Sahamies

Originario di Helsinki, ex giocatore di tennis e modello professionista, Antonius riesce a piazzarsi sul podio del primo appuntamento stagionale. A Barcellona (16-17 settembre 2005) chiude 3°, preceduto dallo svedese Christer Johansson (2°) e dal dentista parigino Jan Boubli, inaspettato vincitore. Per dare un’idea del dominio nordico già nella prima tappa, il resto del final table comprende altri due svedesi (Patrick Martenson, 4°, e Anton Bergstroem, 6°), Gus Hansen (5°) e un connazionale di Antonius, Mika Puro (9°). Gli unici “intrusi” sono l’italiano Dario Alioto e il giocatore di casa Romain Feriolo.

Solo tre settimane più tardi, il “bell’Antonius” si migliora vincendo il Main Event dell’EPT di Baden (4-6 ottobre 2005). Anche in questo caso il final table è un festival scandinavo che comprende 3 norvegesi, 2 danesi, uno svedese oltre al campione finlandese. L’ultimo ad arrendersi di fronte ad Antonius è il norvegese Gunnar Ostebrod, mentre al 3° posto finisce l’olandese Abel Meijberg. Antonius incassa €288.180 che, sommati ai 117.000 vinti in Spagna, diventano un bel trampolino di lancio per la sua carriera.

Il suo curriculum oggi riporta 83 itm che valgono circa 16 milioni di dollari. Negli ultimi anni il finlandese si è dedicato soprattutto agli eventi High Roller ma, al di là dell’aspetto economico, i suoi risultati più prestigiosi sono i 3 tavoli finali WSOP (uno è il 9° posto nel ME WSOPE 2011), il “bronzo”ottenuto nel 2013 al ME dell’Aussie Millions e gli allori targati EPT dei quali abbiamo parlato. A questi va aggiunto il 6° posto dell’EPT di Montecarlo 2018.

Oggi, a 42 anni di età di cui venti dedicati al poker, Patrick Antonius rientra di diritto fra i più grandi giocatori di tutti i tempi, oltre ad essere ancora uno dei più seguiti. Il merito non va soltanto ai risultati ottenuti (sia con il TH che con il PLO) ma anche e soprattutto alle sue grandi giocate che in più occasioni hanno lasciato a bocca aperta gli spettatori. Un esempio è disponibile qui.

Patrik Antonius (credits PokerNews)

Come però abbiamo detto all’inizio, il dominio nordico nella Season 2 dell’EPT non riguarda solo Patrik Antonius. A Dublino (29-30/10/2005) domina la Svezia con tre giocatori: Mats Gavatin (1°),  Henrik Olander (2°) e Jonas Molander (9°). Il bottino dei “vichinghi” si fa ancora più ampio a Copenhagen (19-22/01/2006) dove al final table ci sono 4 danesi, un norvegese e uno svedese. A vincere è il giocatore di casa Mads Andersen.

La Svezia torna a vincere a Deauville (Francia, 8-11/02/2006), grazie a Mats Iremark. Al 4° posto di quel torneo troviamo il futuro pro player danese Theo Jorgensen mentre al 6° si ferma un altro svedese, Patrik Martenson. Solo per la cronaca, al 7° posto c’è una delle poche giocatrici in circolazione, la canadese Isabelle Mercier. Ve la ricordate?

Gli unici Paesi che oppongono resistenza ai ragazzi terribili del Nord Europa sono gli USA e il Regno Unito.

A Londra (30/09-02/10/2005) si impone il giocatore di casa Mark Teltscher, davanti al norvegese Jonas Helness (2°) e all’americano Noah Jefferson (3°). Un nome, quello del vincitore, destinato a farsi strada nel mondo del poker professionistico, anche grazie al bis EPT sfiorato a Barcellona nel 2007. Per la cronaca, quest’anno Teltscher ha chiuso al 32° posto il Main Event WSOP.

Il torneo di chiusura della Season 2, il Grand Final di Montecarlo (07-11/03/2006), premia invece lo statunitense Jeff Williams. Il giovanissimo player, praticamente al debutto nel grande circuito del poker live, batte in heads-up il britannico Arshad Hussain. Al terzo posto si ferma il nordico di turno, il norvegese Aleksander Strandli, all’11° Teltscher.

Mark Teltscher (credits PokerNews)

Al termine della Season 2, l’EPT è un tour in fase di consolidamento. I numeri sono cresciuti, il consenso anche ma per una maggiore internazionalizzazione c’è ancora margine.

E’ solo questione di tempo, quello necessario perché la Season 3 prenda il via.

Foto di testa: Patrick Antonius (by PokerNews.com)