Vai al contenuto

E’ probabilmente una delle frasi più celebri pronunciate durante una partita di poker. Anche perché la partita in questione è la finale del Main Event WSOP 1998. L’autore è invece Scotty Nguyen.

Ai pochi che non avessero mai sentito parlare di lui, diciamo che Thuan Nguyen è nato in Vietnam nel 1962. Da adolescente si trasferisce negli States, dove gli viene appioppato il nickname “Scotty”. Succede a Las Vegas, non al tavolo da gioco, ma durante il colloquio per l’assunzione in un fast-food. Gli chiedono come si chiama e lui: “Thuan Ban Nguyen”. La manager del locale gli risponde: “No, no, no. Scotty Nguyen. D’ora in poi tu sei Scotty Nguyen”. (fonte assopoker.com)

E così diventa Scotty Nguyen per tutti, uno dei giocatori più iconici e carismatici nella storia del poker. E anche uno dei più vincenti: 312 in the money ad oggi (l’ultimo è di un mese fa, al WPT Venetian) e $12.698.477 accumulati in carriera nei tornei live.

Per quanto riguarda le WSOP, i suoi numeri parlano di 5 braccialetti e altri 57 piazzamenti a premio. Nel 2008 Scotty Nguyen si impone nel $50.000 H.O.R.S.E. World Championship per un primo premio di 1.989.120 dollari, il suo miglior “score” ad oggi. Gli altri titoli sono il $5.000 Omaha Hi-Lo Split Eight or Better e il $2.500 Pot Limit Omaha, entrambi datati 2001, e il $2.000 Omaha 8 or Better, vinto nel 1997. Il quinto braccialetto è il già citato titolo di campione del mondo conquistato nel 1998.

Scotty Nguyen (sx) al tavolo con Tom Turley (dx) nel 2004. (Photo by Gail Oskin/Getty Images)

A quella edizione del Main Event WSOP si iscrivono 350 giocatori, per 3,5 milioni di dollari di montepremi. Dopo 3 giorni di partite, i magnifici 9 sono serviti.

Tra questi ci sono T.J. Cloutier e Scotty Nguyen. Il primo ha già 3 braccialetti al polso e 15 anni di tornei di poker alle spalle. Nguyen ha un braccialetto solo, ma anche 23 anni in meno. Tutti gli altri sono giocatori sono molto meno blasonati. Uno si chiama Kevin McBride, consulente finanziario di professione con la passione del poker, arrivato al ME grazie ad un satellite live. E’ un debuttante alle WSOP, ma è in rush e riesce ad accedere alla seconda giornata del final table.

Nella fase 5-handed McBride prende subito il comando. Prima elimina Lee Salem (A♥J♣ > A♣4♣) e poi Dewey Weum (K♦J♦ vs A♣7♥ e doppio K sul board). La partita continua a tre, con l’amatore in mezzo ai due pro.

Eppure è sempre McBride a condurre le danze. Prima piazza un cooler a Coutier (KK vs JJ) e poi prende un bel pot a Nguyen. Scotty scherza di fronte alla good run dell’avversario. McBride gli risponde simpaticamente, ma con un accenno che sa di sfida: “Mi hai insegnato bene l’ultima al Commerce. Sono uno che impara in fretta. Ho giocato con te e letto il libro di T.J.. Ho tutto quello che mi serve“.

Poco dopo McBride apre con J♠9♠ e chiama la 3bet di Cloutier che ha K♦Q♣. Arriva il flop: 4♠5♦7♠. Check dell’amatore, all-in del pro e call di McBride. Un [Jx] al turn e un river ininfluente mandano McBride all’heads-up per il titolo, dove ad aspettarlo c’è Scotty Nguyen.

Scotty Nguyen (foto Joe Giron/PokerNews)

Si comincia con McBride avanti per 2,2 milioni di chips contro 1,3 di Nguyen. Nell’arco di un paio d’ore la situazione è già ribaltata, con il pro vietnamita avanti 3:1. Nguyen è nettamente superiore, eppure la partita rimane molto combattuta. Servono infatti più di 100 mani per arrivare al climax.

I bui sono ormai molto alti, 25K/50K. Scotty Nguyen ha 2.890.000 chips contro le 610mila di KevinMcBride. Il campione è rilassato, sta bevendo una birra Michelob. Un particolare da non trascurare per il finale.

Apre il gioco McBride a 100.000 chips, Nguyen chiama. Il flop porta 8♣9♦9♥. Check di Nguyen e c-bet a 100K del suo avversario. Il vietnamita si prende un po’ di tempo, poi chiede il count al suo avversario che dice circa 350mila (in realtà ne ha un po’ di 400.000). Call di Scotty Nguyen.

Il turn è un 8♥. La stessa azione si ripete, per il medesimo ammontare di gettoni. Il dealer mostra l’ultima carta, un 8♠ che completa sul board un full di 8 ai 9. Potrebbe essere un facile split-pot.

E invece Nguyen annuncia l’instant all-in. Poi si alza dalla sedia, fa un tiro di sigaretta (allora si poteva ancora) e alza la bottiglia di birra. Osserva l’etichetta per un instante, si volta verso McBride e gli dice:

You call, gonna be all over, baby” che più o meno suona “Chiama e la chiudiamo qua, ragazzo“.

McBride dichiara il call. “Confido nel board. Hai un 9?”, gli chiede. La risposta non serve, “the prince” si limita a girare sul tavolo J♦9♣: fullhouse di 9 agli 8, superiore a quello del board. McBride si alza e si congratula con il nuovo campione del mondo di poker, Scotty Nguyen.

In quel momento le telecamere di ESPN non inquadrano la mano di McBride, ma poi si saprà che era Q♥10♥.

Si può discutere sulla giocata dell’amatore ma, ad eccezione di un all-in diretto preflop, difficilmente l’esito avrebbe potuto essere diverso. Nel post-partita, invece, McBride dichiarerà a Van Patten (uno dei 3 commentatori, insieme a Jim Albrecht e Phil Hellmuth) che, se non fosse stato per la frase di Nguyen, probabilmente avrebbe foldato. “Ho pensato che non mi stesse dicendo la verità. E ho sbagliato. E’ stata una grande giocata da parte di Scotty“.

Una giocata che consegna al Principe del Poker 1 milione di dollari ($687.500 è invece il payout di McBride) e che è entrata nella storia di questo gioco proprio grazie a quella frase.

Foto di testa: Scotty Nguyen (credits PokerNews)