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Messi VII. Sette palloni d’oro per l’argentino. Primo davanti ai campioni d’Europa italiani, a quelli del Chelsea e a un meraviglioso Lewandowski che segna ogni volta che gioca.

France Football incorona Leo, campione con l’Argentina in Copa America. “Solo” con l’Argentina verrebbe da dire, al termine di un’annata non indimenticabile col Barca e rimasta sotto le aspettative anche dopo il passaggio al PSG.

Messi infila un altro pallone (d’oro) sotto il settimo, la vittoria probabilmente meno meritata insieme a quella del 2010. Allora l’argentino riuscì a superare i compagni Xavi e Iniesta – campioni del mondo con la Spagna – e anche i protagonisti del triplete interista che eliminarono proprio il Barça in Champions. 

Oggi ne fa le spese un Lewandowski straordinario, capace di trasformare tutto in gol, da ogni punto del campo, in qualunque modo e con qualsiasi parte del corpo. Al polacco non basta un rendimento mozzafiato con la maglia del Bayern e nemmeno il fatto di aver meritato il successo anche 12 mesi fa, quando causa pandemia si decise di non assegnare il premio. Una doppia beffa sottolineata anche da Messi, che dopo i tradizionali ringraziamenti, ha fatto i complimenti proprio al rivale “che avrebbe meritato di vincere lo scorso anno”. E invece niente.

180 giornalisti da tutto il mondo hanno premiato una carriera stratosferica, un talento incredibile e una fama che in ogni parte dell’universo incanta anche chi di calcio non è esattamente un esperto. A fare la differenza è stato probabilmente questo, perché numeri e risultati complessivi sul campo – nell’ultima stagione – dicono altro e mettono in discussione la classifica finale

Se il Ballon d’Or va consegnato al più forte non c’è molto da discutere, tanto che anche in passato il testa a testa con Ronaldo avrebbe potuto premiare Leo e non il portoghese in almeno un paio di occasioni.

Ma questo non è più il Messi che in blaugrana chiudeva l’anno sfiorando i 100 gol in tutte le competizioni. Questo Messi ha visto trionfare gli avversari sia in Spagna che in Champions League. E in Francia finora ha segnato 4 reti. Se i trofei hanno un peso – come dimostra Jorginho, terzo dopo il successo a Euro 2020 e in Champions col Chelsea – la Copa America pesa più di tutto. La costanza e l’incidenza sui trionfi del Bayern Monaco dell’ultimo biennio, evidentemente, contano meno e valgono al massimo il secondo posto.

“Ho vinto grazie all’Argentina”, ha detto subito Messi sul palco di Parigi. Davanti a un Lewandowski (distanziato di 33 punti) che deve accontentarsi dei complimenti, del premio di attaccante dell’anno, delle 48 reti in 40 partite nel 2020/21 e dei 38 gol nell’anno solare – uno ogni 67 minuti.

Ha vinto il più forte, non chi lo avrebbe meritato.