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Un nome che è sinonimo di una grande storia sportiva, ma anche di tante sofferenze personali.

Gilles è divenuto leggenda anche se non ha mai vinto il Mondiale F1, e questa è la dimostrazione che se nella vita si crede fermamente nelle proprie passioni, si riesce a entrare nei cuori della gente, nel caso dell’ ”Aviatore” nel cuore dei tifosi della F1. Il suo nome è impresso nella mente dei tifosi anche grazie a suo figlio, che è riuscito a raggiungere quel traguardo che Gilles non ha mai potuto tagliare.

Gilles Villeneuve

“Datemi un’automobilina a pedali, o un missile, datemi qualunque cosa che si muova: io la porterò al limite.”

L’essenza di Gilles Villeneuve si può sintetizzare in questa famosa frase pronunciata proprio dal pilota canadese. Il limite è un concetto essenziale, quasi mitologico, impercettibile ma reale, è così facile da oltrepassare. Il limite è quel filo sottile che se mantieni sei un fuoriclasse, se oltrepassi sei un folle. Ecco Gilles Villeneuve ne era affascinato, quasi ossessionato, voleva vivere sempre al limite sia in pista che nella vita di tutti i giorni. Era la sfida fatta persona, sfidava tutti ma soprattutto sé stesso. Già al debutto in F1 si capì di che pasta fosse fatto.

Villeneuve esordì in Formula 1 al Gran Premio di Gran Bretagna il 16 luglio 1977, pilotando la terza McLaren ufficiale, un’obsoleta McLaren M23, e già sorprese tutti realizzando il miglior giro durante il warm up del mattino. Si qualificò nono e terminò undicesimo, pur con una spia dell’acqua malfunzionante che lo costrinse a perdere molto tempo ai box per verificare eventuali danni al sistema di raffreddamento. Quel pilota canadese così spericolato fece letteralmente innamorare Enzo Ferrari, che consigliato da Chris Amon e altri collaboratori lo volle in squadra per sostituire il partente Niki Lauda. Nonostante in Giappone si rese protagonista di un grave incidente durante il quale persero la vita un commissario di gara e un fotografo, Villeneuve venne duramente attaccato sia da parte della stampa che tra gli addetti ai lavori. Nonostante i dissensi, Enzo Ferrari difendeva a tutti i costi il suo pupillo. I critici, indispettiti dai numerosi ritiri, s’inventarono il soprannome di “Aviatore” a causa degli incidenti per cui Villeneuve trascorreva, a detta loro, più tempo in aria che con le gomme ancorate all’asfalto. Alla fine, però, è proprio per questo motivo che le gare simbolo della carriera di Gilles Villeneuve non sono necessariamente delle vittorie, “solo” 6 su 68 weekend di gara disputati.

Prendiamo ad esempio la stagione 1979, dove nonostante le tre gare vinte e il secondo posto nel Mondiale dietro il compagno di squadra Jody Sheckter, Gilles Villeneuve è ricordato per un secondo posto in Francia e un ritiro in Olanda. Il perché è presto detto: a Digione, Gilles si rese protagonista di un epico duello per il secondo posto con René Arnoux, una battaglia fatta di sorpassi, controsorpassi e spallate come ormai non se ne vedono più, il tutto senza scorrettezze e con stretta di mano finale. Quella gara fu vinta da Jean-Pierre Jabouille, che nei giri precedenti aveva preso il largo, ma il pubblico era tutto per Villeneuve, che aveva conquistato la piazza d’onore.

A Zandvoort, invece, resterà nella storia quanto fatto al giro 51 dato che dopo l’esplosione alla curva 1 della gomma posteriore sinistra, che lo fece uscire dal tracciato, Gilles non solo rientrò in pista ma fece anche un intero giro praticamente su tre ruote, prima di ritirarsi per l’impossibilità di riparare il danno.

Nel 1982 Villeneuve era in piena maturità agonistica, aveva un’auto discretamente veloce e affidabile, e in Belgio ci fu la tragedia. A pochi minuti dal termine delle qualificazioni, all’altezza della curva Terlamenbocht del circuito di Zolder, Villeneuve provò a passare all’esterno Jochen Mass, che nel frattempo procedeva lentamente avendo già effettuato il giro lanciato. Mass fraintese le intenzioni del ferrarista e andò anch’egli verso l’esterno: l’impatto fu brutale, non ci fu possibilità di sfuggire al triste destino. Entrare nel dettaglio di quell’incidente spezza il cuore ancora oggi, a 41 anni di distanza.

Gilles Villeneuve morì così, a soli 32 anni. A raccogliere l’eredità ci ha provato negli anni successivi suo figlio Jacques.

Jacques Villeneuve

Muove i suoi primi passi nel motorsport verso la fine degli Anni ’80, proprio in quella Italia dove suo papà Gilles era riuscito a conquistarsi l’affetto di migliaia di tifosi per le sue imprese sulla rossa di Maranello. A consigliare Jacques negli inizi della sua carriera in Formula Alfa Boxer troviamo anche lo zio Jacques senior, anch’egli valido pilota con un buon palmares internazionale.

Nell’agosto 1995, un test a Silverstone convince Frank Williams a puntare su di lui sia per il 1996 che per il 1997 al posto di Coulthard in F1. Il primo anno regala subito emozioni. Jacques riesce là dove aveva “toppato” un altro figlio d’arte come Michael Andretti, e solo la perdita di una ruota a Suzuka mette fine alle sue ambizioni di soffiare al favoritissimo Damon Hill un titolo mondiale saldamente in mano alla casa britannica.

L’assalto all’iride si ripete nel 1997. Con Damon Hill imbarcatosi nella illusoria avventura alla TWR Arrows, Jacques diventa primo pilota della Williams. Inizialmente la vettura inglese fila come un treno e sembra che niente possa fermare il figlio del mitico Gilles, poi alcune battute di arresto con il cambio ko a Imola, e la guida “sulle uova” sotto il diluvio di Monaco minano la sua marcia. Nella seconda metà di stagione riemerge prepotentemente la Ferrari che, con Michael Schumacher, contende fino al round decisivo di Jerez de la Frontera, il titolo al canadese passando in testa alla classifica. L’epilogo di Jerez è noto: collisione tra i due alla temibile curva “Dry Sack”, Villeneuve contiene i danni e riesce a proseguire, mentre Schumacher si insabbia. Il canadese viene poi scalzato dalle McLaren di Coulthard e Hakkinen, ma la missione è compiuta. Jacques Villeneuve è Campione del Mondo, riuscendo là dove non ce l’aveva fatta purtroppo suo padre Gilles.

Sfortunatamente, toccato l’apogeo con il titolo per Jacques comincia un repentino declino in F1 fatto da scelte sbagliate e sfortunate che segneranno il suo futuro in questo sport. Eppure, Jacques Villeneuve ha corso contro i più grandi piloti di questo sport e li ha anche battuti rimanendo l’unico canadese ad avere conquistato il titolo di Formula 1. Infatti, Jacques ha preso parte a 165 GP di Formula 1, ottenendo 11 vittorie e 13 pole position, oltre al titolo mondiale del 1997. Ma a parte quelle prime due stagioni con la Williams, il canadese non è riuscito a raccogliere i risultati che meritava nel circus.

L’ultimo arrivato della famiglia, il quinto figlio di Jacques, è stato chiamato Gilles, proprio come il nonno, e chissà se un domani possa proseguire in quella che è già ad oggi una delle dinastie più importanti di questo sport: i Villeneuve.