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Se siete affezionati lettori del nostro portale, saprete benissimo che negli ultimi tempi ci siamo occupati spesso del mercato della Formula 1, visti i clamorosi cambi di casacca che stanno caratterizzando un momento così frenetico in vista dei cambiamenti regolamentari previsti per il 2026.

Non parliamo solo di piloti, trattasi di una sorta di walzer del capitale umano più pregiato che gravita all’interno dei punti nevralgici di ogni scuderia.

Mercato in fibrillazione

Il “LA” a tutta questa ridda di cambiamenti è stato dato dal prima sussurrato, poi ventilato e infine comunicato e ufficializzato addio di Lewis Hamilton alla Mercedes con destinazione Ferrari a partire dalla prossima stagione.

Viene così a completarsi un quadro che vedrà il campione inglese affiancarsi a Charles Leclerc, con buona pace dei sostenitori delle gerarchie in seno ad ogni scuderia.

Da quel momento un po’ tutto il Circus si è reso conto che il cambiamento rivoluzionario del 2026 in termini di regole, era appena cominciato e più di una squadra ha iniziato a fare i conti con il proprio futuro.

In casa Red Bull il cambiamento epocale riguarda il Direttore Tecnico del team con sede a Milton Keynes dal 2006, Adrian Newey, anche lui in procinto di passare alla “Rossa”, che si staccherà dalla Red Bull al termine del primo trimestre del prossimo anno.

Sainz in comfort zone

Proprio i cambiamenti regolamentari e l’approdo a Maranello di Hamilton, hanno portato l’attuale pilota della Ferrari Carlos Sainz a cercare alloggio fin dalla prossima stagione.

Va da sé che la comunicazione dell’intenzione delle teste pensanti in Ferrari di offrire una monoposto a Hamilton, sarà stata recapitata al pilota spagnolo per tempo, per cui Sainz ha avuto, e ha tutt’ora, tutto il tempo per porre le sue condizioni in un momento storico in cui è necessaria una certa qualità di progetto.

Tale qualità è senza dubbio marchio di fabbrica di Sainz e per questo motivo lo spagnolo è in una posizione invidiabile, in virtù della quale, alla luce di tutta una serie di team che sarebbero più che felici di accoglierlo, può esercitare un potere, non solo meramente contrattuale, che gli permetterà di accasarsi dove gli offriranno le maggiori garanzie.

D’altronde, anche dopo l’annuncio dell’arrivo di Hamilton, il rendimento di Sainz è rimasto sempre il medesimo, anzi, anche in virtù delle condizioni di ognuna delle gare disputate, lo spagnolo ha regalato punti preziosi in Ferrari, cosa che è successa tenendo fede alla sua nomea di uomo squadra, che solo coi risultati e le performance, ha perfino messo in discussione la leadership del suo compagno di scuderia Charles Leclerc.

Il mancato rinnovo

Il mancato rinnovo del suo contratto lo ha dunque spinto a intensificare i rapporti con i responsabili dei team in seno ai quali, nella prossima stagione, si libererà almeno un volante.

Si sono fatte avanti Red Bull, Mercedes e AUDI e non dovrebbe essere un mistero per nessuno che tra investimenti e progetti concreti per il futuro, Toto Wolff avrebbe potuto accontentare lo spagnolo.

Il problema più grosso da risolvere è la durata del contratto, visto che Sainz avrebbe voluto due anni protetti, come si dice in NBA, mentre alla Mercedes gliene avrebbero voluto offrire uno con un’opzione per il secondo.

Cambia invece radicalmente la situazione se ci rapportiamo alle altre squadre.

L’interesse delle Williams

Durante il Gran Premio di Montecarlo, location che storicamente si presta alle cosiddette “pubbliche relazioni“, è tornata a farsi sotto pesantemente la Williams, che, fino a qualche giorno prima, veniva considerata un’ipotesi secondaria, da prendere in considerazione solo se Red Bull si fosse defilata e, soprattutto, se non fosse andato in porto il progetto AUDI insieme alla Sauber.

Nei corridoi importanti della Formula 1, infatti, ciò che ha dato un improvviso “boost” ad una trattativa che fino a fine inverno pareva ancor meno che in fase embrionale, sembrerebbe proprio la serietà e la concretezza del progetto.

Sainz, infatti, verrebbe considerato come vero e proprio uomo di punta di una scuderia che gli darebbe ampio spazio di manovra e soprattutto svilupperebbe, insieme al team, tutte quelle dinamiche che aprirebbero un ciclo lungo e duraturo con l’arrivo della rivoluzione verde datata 2026.

Ovviamente non è tutto rose e fiori. La prospettiva di ripartire da zero con una scuderia che non è nemmeno al livello di team competitors come Alpine e Haas, è allo stesso tempo allettante e rischiosa.

Non sarà ovviamente un problema di soddisfazione economica per il pilota, i budget dei team della Formula 1 per lo sviluppo delle monoposto, sono esageratamente più corposi rispetto all’ingaggio di un pilota e, d’altro canto, non sarebbe nemmeno un problema per Sainz, la cui principale impellenza è quella di essere soddisfatto con il progetto tecnico.