Xhaka, Shaqiri e Embolo

Serbia – Svizzera: rematch dell’infuocata sfida del 2018 con gli ottavi in palio

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Serbia-Svizzera ha tutta l’aria di essere un vero e proprio spareggio per l’accesso agli ottavi di finale di questo Mondiale di Qatar 2022.

Elvetici che hanno a disposizione due risultati su tre, a meno di una larga vittoria del Camerun contro il Brasile, e serbi invece costretti a vincere

Una sfida che si annuncia estremamente accesa, vista anche la presenze tra le fila della Svizzera di numerosi giocatori di origine kosovara-albanese, provenienti da famiglie rifiugiatesi nel paese ai tempi della guerra nei Balcani.

Serbia-Svizzera: le info utili

Quando e dove si gioca

La partita tra Serbia e Svizzera si gioca venerdì 2 dicembre allo stadio 974 di Doha alle ore 20:00 italiane (le 22:00 locali).

Dove vederla

La partite sarà trasmessa, come tutte le partite del Mondiale 2022, in esclusiva dalla Rai. La si può vedere in chiaro su Rai Sport+ HD oppure in streaming attraverso l’app e il sito Rai Play.

Le probabili formazioni di Serbia-Svizzera

Qualche preoccupazione per Dragan Stojkovic riguardo alle condizioni di Sergej Milinkovic-Savic: nonostante qualche fastidio alla caviglia però il Sergente ha confermato che sarà sicuramente in campo, sulla trequarti a fianco di Tadic e a supporto di Mitrovic. Ancora panchina quindi per un Dusan Vlahovic non ancora al meglio della condizione fisica.

In difesa Nikola Milenkovic è chiamato a riscattarsi dopo la disastrosa prestazione contro il Camerun, mentre Strahinja Pavlovic, rivelazione della retroguardia serba, ha suscitato qualche apprensione vista la sua uscita dal campo al 56° della sfida contro gli africani (che non ha caso hanno rimontato poco dopo). Il giovane centrale del Salisburgo dovrebbe scendere regolarmente in campo, ma è in preallarma anche Stefan Mitrovic.

Sulle fasce giocatori dall’indole offensiva come Zivkovic e Kostic: d’altro canto la Serbia non ha alternative alla vittoria.

  • Probabile formazione Serbia (3-4-2-1): V. Milinkovic-Savic; Milenkovic, Veljkovic, Pavlovic; Zivkovic, Maksimovic, Lukic, Kostic; S. Milinkovic-Savic, Tadic; Mitrovic. All.: Stojkovic

Possibile rientro in formazione per Xherdan Shaqiri dopo il riposo precauzionale contro il Brasile: il numero 10 svizzero tiene in maniera particolare alla partita contro la Serbia (ci si ricorda ancora la sua esultanza mimando l’aquila albanese dopo il gol agli ultimi mondiali) e riprenderà il suo posto a discapito del giovane Fabian Rieder, molto applicato in copertura contro i verdeoro ma decisamente impalpabile in fase offensiva.

Per il resto Murat Yakin ha recuperato Noah Okafor, assente contro il Brasile per un problema alla coscia, quindi ha tutta la rosa a disposizione. In campo quindi la stessa formazione del successo contro il Camerun, pronta a sfruttare la velocità di Breel Embolo nelle ripartenze.

  • Probabile formazione Svizzera (4-2-3-1): Sommer, Widmer, Akanji, Elvedi, Rodriguez; Freuler, Xhaka; Shaqiri, Sow, Vargas; Embolo. All.: Yakin

I precedenti tra Serbia e Svizzera

Un solo precedente tra le due squadre, risalente allo scorso mondiale di Russia 2018 e sempre nella fase a gironi, ma ricchissimo di significati.

Partita tesissima in cui la Serbia andò in vantaggio con Aleksandar Mitrovic dopo soli 5 minuti e in cui i due svizzeri di origini albanesi-kosovare, Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, ribaltarono il risultato con due gol a cui fecero seguito due esultanze polemiche, mimando l’aquila albanese per celebrare il Kosovo, paese di cui, anche dopo la fine della guerra, la Serbia e altri paesi non riconoscono l’indipendenza.

Il padre di Xhaka peraltro fu incarcerato per tre anni e mezzo a causa delle proteste contro il governo serbo, per poi lasciare il Kosovo e approdare in Svizzera. 

Seguirono molte polemiche con l’allora c.t. serbo Mladen Krstajic che paragonò l’ingiustiza del VAR a quella del Tribunale Internazionale dell’Aja nei confronti dei serbi, mettendo sullo stesso piano gli errori arbitrali e i crimini di guerra serbi.  

Serbia e Svizzera: statistiche e curiosità delle due squadre

Da un lato la Svizzera che non ha mai perso l’ultima partita del girone nei suoi ultimi 4 Mondiali (con 2 vittorie e 2 pareggi), dall’altra la Serbia che invece l’ha sempre persa nelle sue 3 precedenti partecipazioni, e subendo sempre almeno 2 gol.

Gli elvetici più in generale hanno perso solo 4 partite sulle ultime 17 nella fase a gironi, di cui l’ultima contro il Brasile qualche giorno fa, e non hanno mai perso più di una partita in questa fase dal 1966.

Buona parte delle speranze serbe risiedono su Aleksandar Mitrovic, che con 7 gol nelle ultime 6 presenze con la Serbia è anche l’unico serbo ad aver mai segnato più di un gol ai Mondiali.

Fondamentale l’assistenza di Dusan Tadic, che ha participato con 2 gol e 6 assist a 8 reti nelle ultime 8 partite con la Serbia.

Ma non sarà facile aver ragione di una Svizzera che si chiude con efficacia in difesa: gli unici giocatori elvetici ad aver completato più di 100 passaggi finora sono i due centrali difensivi Manuel Akanji (124) e Nico Elvedi (131), e ben 46 sono stati palloni scambiati tra loro due.

La tattica della Svizzera è generalmente quella di attirare l’avversario nella propria metà campo e colpirlo quando è più stanco: su 6 tiri in porta effettuati contro il Brasile, 5 sono arrivati nel secondo tempo.

Che partita attendersi

La Svizzera è brutta da vedere ma estremamente efficace, con il suo gioco fatto di raddoppi difensivi, marcature strette e una grandissima attenzione agli spazi. Il dogma svizzero è quello della difesa e ripartenza, e la cosa finora ha dato i suoi frutti.

La Serbia d’altro canto è una squadra con un’altissima qualità, come dimostrato per lunghi tratti nella partita contro il Camerun in cui si era portata sul 3-1, ma capace anche di black-out difensivi molto preoccupanti (non a caso con gli africani la partita si è conclusa 3-3).

La partita sarà quindi probabilmente condotta dalla Serbia, con la Svizzera impegnata a non concedere spazi e pronta ad approfittare di eventuali spazi offerti dai balcanici, forte anche della sicurezza datagli dal potersi anche accontentare del pareggio.

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