In occasione del Konami Press Start (12 giugno), il publisher giapponese ha annunciato – con un brevissimo teaser in cui si può ascoltare la colonna sonora del gioco originale – che Bloober Team è al lavoro sul remake del primo Silent Hill. Quale migliore occasione per ripercorrere la storia di una serie così iconica dell’horror videoludico?
KONAMI, DAGLI ALBORI A SILENT HILL
Fondata nel 1969 ad Osaka, Konami in breve tempo si espande in ogni campo dell’intrattenimento elettronico. Tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, è uno dei publisher più influenti del mondo videoludico, grazie a IP artistiche e innovative.
Ben presto, però, l’azienda giapponese comincia a sentire il bisogno di una nuova IP in grado di spalancare le porte del mercato in Occidente. Non riuscendo a trovare un’idea valida, Konami guarda alla concorrenza e ai maggiori successi commerciali. Sono gli anni in cui spopola Resident Evil, videogioco che ha segnato un prima e un dopo nel genere horror, e ispirarsi a quel titolo è quasi inevitabile.
Il publisher giapponese decide così di puntare sul genere, senza però investire troppo in termini economici e di aspettative. L’idea è di creare solo una copia del videogioco di Capcom e per questo assegna il progetto a figure reclutate – qua e là – all’interno dell’azienda.
Il designer Keiichiro Toyama, appassionato di cinema (soprattutto di quello di David Lynch), letteratura thriller occidentale e fenomeni paranormali, diventa director del progetto. Insieme a Takayoshi Sato, art director instancabile che però fino a quel momento si era occupato di font e presentazioni aziendali, Toyama riunisce altri professionisti per formare una squadra. Verrà ribattezzata Team Silent, ad indicare che i suoi membri sono tutti “seconde linee” dell’azienda.
I lavori di sviluppo iniziano nel settembre 1996 con un budget ridotto a disposizione. Tuttavia, le migliori condizioni di lavoro e il clima rilassato all’interno del team creano le condizioni giuste per aggirare i paletti imposti da Konami con soluzioni creative. Così nasce l’idea di un titolo che prenderà le distanze dal modello B-movie di Resident Evil per diventare un horror più etereo e psicologico.
SILENT HILL
Silent Hill è un survival horror pubblicato nel 1999 come esclusiva Sony PlayStation.
Il videogiocatore, nei panni di uomo comune (Harry Mason) e padre disperato alla ricerca della figlia, si immerge in una storia ambigua, con snodi soggetti a interpretazione che lasciano interrogativi aperti, ambientata nella cittadina di Silent Hill. Il nome si ispira a Centralia, cittadina reale della Pennsylvania diventata “fantasma” dopo un incendio nel 1962 (la sua tragica storia merita di essere letta).
L’angoscia che si provava giocando a Silent Hill non è dovuta a jumpscare o elementi esplicitamente orrorifici come in Resident Evil. Si basa invece sui controlli scomodi del gioco, sulla una regia forte in ambienti completamente poligonali, sulla riuscitissima colonna sonora e soprattutto sull’ambientazione dominata dalla nebbia. Quest’ultimo elemento diventerà un simbolo della serie, anche se in realtà è nato come espediente low budget per coprire il bad clipping delle strutture 3d sullo sfondo.
All’uscita, Silent Hill si presenta come un videogioco horror davvero avanti con i tempi. Il combattimento rappresenta infatti solo l’ultima possibilità. In primo piano c’è la storia che si sviluppa attraverso tanti enigmi e situazioni misteriose, con un sistema di finali multipli (4 oltre a quello segreto) che vengono attivati dalle azioni compiute durante il corso dell’avventura. Tuttavia, come succede spesso alle opere innovative, inizialmente riceve pareri contrastanti. Parte della critica ne fraintende lo spirito e lo etichetta come un clone di Resident Evil. Le vendite però parlano chiaro: Silent Hill è un successo che va oltre le aspettative.
Questo risultato darà il via ad una lunga lista di sequel e spin off. Primo fra tutti Silent Hill Play Novel, una versione graphic novel per Gameboy Advance.
SILENT HILL 2
Messo in cantiere già nel 1999 e pubblicato il 24 settembre 2001 su PlayStation 2, Silent Hill 2 è ricordato come uno dei migliori, se non addirittura il migliore gioco horror pubblicato fino a quel momento.
Team Silent, ispirandosi ai film di Chronemberg, Fincher e Lynch ma anche ad Hitchcock e ai dipinti del pittore irlandese Francis Bacon, punta ancora di più sugli elementi psicologici. A questi affianca un orrore genuino.
Silent Hill 2 è un titolo crudo e introspettivo. La narrazione fatta di mengogne e mezze verità porta il giocatore, ora nei panni di James Sunderland (altro uomo comune alla ricerca della moglie morta), a vivere un’avventura in cui l’inquietudine è costante. L’azione si svolge sempre a Silent Hill dove, questa volta, la nebbia è una scelta stilistica.
Silent Hill 2 mette in scena mostri caratterizzati da elementi di umanità distorta e da movimenti ispirati a quelli dei bambini piccoli e degli ubriachi. Il simbolo di tutto questo è Pyramid Head. E poi puzzle ambientali e combattimenti che comunque rimangono sempre l’ultima alternativa. Anche stavolta il gioco propone finali multipli, nessuno realmente canonico perché tutti sono costruiti sulle scelte del giocatore.
Il titolo vende un milione di copie solo nel primo mese e viene acclamato dalla critica come una delle migliori esperienze videoludiche. Di Silent Hill 2 abbiamo già un remake pubblicato lo scorso ottobre.
SILENT HILL 3 E 4
Dopo il successo dei primi due capitoli, la serie inizia a perdere colpi un po’ alla volta. Nel 2003 esce, sempre su PlayStation 2, Silent Hill 3, sequel diretto del primo capitolo ma ancora più cupo e pesante.
Silent Hill 3 non ottiene però un grande successo. Questo spinge il publisher a pubblicare nel 2004 Silent Hill 4: The Room, titolo già in lavorazione da qualche tempo. Con Silent Hill 4 siamo di fronte a un titolo più sperimentale, ispirato all’immaginario horror del cinema giapponese e quindi caratterizzato da ambienti suburbani, stanze infestate da spiriti deformi e un senso diffuso di claustrofobia. Il videogame rinuncia però all’ormai iconica nebbia, perdendo quindi l’elemento dell’incognito e del pericolo nascosto. Silent Hill 4 non viene compreso appieno e alla fine riscatterà solo un risultato modesto di critica e vendite.
I SILENT HILL “OCCIDENTALI”
A questo punto, Konami si rende conto che Silent Hill sta perdendo il confronto con il competitor storico, Resident Evil. Decide quindi di cambiare rotta, sia per quanto riguarda le figure coinvolte nei futuri capitoli della serie, sia per i giochi stessi. Ha così inizio una serie di capitoli affidati a studi di sviluppo occidentali.
Silent Hill Origins, sviluppato da Clymax Studio e pubblicato nel 2007 su PS Portable e nel 2008 su PS 2, fa da prequel al primo Silent Hill. Nonostante il gioco venga accolto positivamente, questa operazione dimostra la stanchezza del franchise.
Seguono alcuni spin off mobile (Silent Hill Orphan, Silent Hill: The Escape) e Silent Hill: The Arcade, cabinato sparatutto in prima persona che dimostrava già all’epoca la “capacità” di Konami di utilizzare in modo improprio e mortificante le proprie IP (Metal Gear Survive vi dice qualcosa?).
Nel 2008 esce Silent Hill: Homecoming, sviluppato da Double Helix per PlayStation 3, Xbox 360 e Windows. Il gioco scimmiotta lo spirito action di Resident Evil e si dimostra un fallimento. Un anno più tardi arriva Silent Hill: Shattered Memory, affidato a Climax Studios e pubblicato su Nintendo Wii. Il videogioco è uno spin off non canonico che dà più peso alle scelte morali del giocatore: ha una sua originalità e, con un esordio su una piattaforma più adatta, avrebbe forse ottenuto un successo più ampio.
Silent Hill: Downpour, di Vatra Games e pubblicato nel 2012 su PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows, prova a tornare alle origini del brand. L’operazione risulta poco interessante e conduce a un flop tanto di critica quanto di vendite.
HIDEO KOJIMA, GUILLERMO DEL TORO, JUNJI HITO E NORMAN REEDUS
Nel 2014 compare sul PlayStation Store il misterioso P.T.. L’acronimo lascia spazio alla fantasia dei videogiocatori che formulano infinite teorie sul suo significato, finché non si scopre che si tratta di un teaser/demo giocabile del titolo Silent Hills. Il progetto prevede la collaborazione fra il game designer Hideo Kojima, il regista Guillermo del Toro, il mangaka horror Junji Hito e l’attore Norman Reedus, volto e voce del protagonista del gioco.
Purtroppo, anche P.T. diventa vittima delle tensioni nate nel frattempo tra il publisher nipponico e Hideo Kojima, tanto che l’uscita del game designer da Konami segna l’inevitabile cancellazione del progetto. Oltre al danno la beffa: la rivale Capcom si ispirerà proprio a P.T. per lo stile di Resident Evil 7, titolo di grande successo.
LA STORIA RECENTE
A fine ottobre 2022 Konami annuncia con grande anticipo ben 5 progetti sul franchise. Silent Hill Townfall, avventura grafica affidata ad Annapurna Interactive. Silent Hill Ascension, serie TV interattiva. Silent Hill F, videogioco che recupa il mood classico della serie. Return to Silent Hill, terza incarnazione cinematografica basata sulla serie. E infine al già citato Silent Hill 2 Remake di Bloober Team.
Immagine di testa: screenshot YouTube