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Welcome to the real world, “Benvenuto nel mondo vero“.

Sono le parole che Morpheus (Laurence Fishburne) sussurra a Neo (Keanu Reeves), quando questo si risveglia dal lungo sogno della Matrice e scopre il mondo reale.

Parliamo ovviamente del film Matrix (1999), capolavoro sci-fi di Lana e Lilly Wachowski. Eppure, la metafora del “risveglio” oggi si può usare anche per Mark Zuckerberg.

Il fondatore di Facebook si trova infatti alle prese con il quasi flop del suo più recente e futuristico progetto, quello che lo vede impegnato sul fronte della realtà virtuale.

Ma procediamo con ordine e facciamo un passo indietro.

Mark Zuckerberg, CEO di Meta Platforms Inc. (Photographer: Michael Nagle/Bloomberg via Getty Images)

Nell’ottobre del 2021 Mark Zuckerberg annuncia l’incorporazione dei principali asset social – cioè Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger – in Meta Platforms Inc..

Già il nome fa intendere qual è l’obiettivo di questa enorme società per azioni: il Metaverso (Metaverse), cioè la realtà virtuale che nella visione futuristica del “guru dei social” è destinata ad ospitare buona parte delle attività umane.

Al momento del lancio, sul blog ufficiale di Facebook l’azienda definisce il Metaverso come “un insieme di spazi virtuali da creare ed esplorare con altre persone che non si trovano nel tuo stesso spazio fisico“. Con questo in mente, già nel 2014 Zuckerberg aveva acquistato Oculus VR, la società produttrice del visore 3D Oculus Rift che consente a ciascun utente di vivere esperienze realistiche anche se digitali.

L’immaginario è una via di mezzo tra Matrix e l’Oasis di Ready Player One, ma il nome della terra virtuale promessa da Zuckerberg è Horizon Worlds.

Il modello Oculus Quest 2 per la realtà virtuale (VR). (Credits Bing Guan/Bloomberg via Getty Images)

La “promessa” diventa realtà nel corso del 2022 quando agli utenti viene data la possibilità di trasferire il proprio account Facebook su Horizon Worlds. Lo step successivo è dell’agosto di quest’anno, quando l’azienda ha eliminato per gli utenti americani la necessità di possedere un profilo Facebook per entrare nel Metaverso: basta registrarsi direttamente con un account Meta.

Questa dovrebbe essere la modalità definitiva per tutti gli utenti a partire da gennaio 2023. Il condizionale è tuttavia necessario, perché nel frattempo qualcosa non è andato esattamente per il verso giusto: i numeri.

Alla fine del 2021, Zuckerberg e il suo staff avevano previsto una media mensile di 500.000 utenti attivi sulla piattaforma per l’anno successivo. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal – che ha avuto la possibilità di visionare i report aziendali – il numero è invece fermo a quota 200mila con una tendenza al ribasso iniziata nell’aprile 2022.

Inoltre, e questa è probabilmente la notizia peggiore per Horizon Worlds, la maggior parte dei nuovi utenti non torna dopo il primo mese di test. Solo il 9% dei “mondi” disponibili viene visitato da almeno 50 persone, mentre la maggior parte di Horizon Worlds è letteralmente trascurata.

Tutto questo sta producendo un contraccolpo a livello economico. Le azioni di Meta hanno raggiunto il punto più basso dal 2019, gli introiti pubblicitari sono in calo costante e il giro d’affari complessivo è sceso del 62%!

Ciononostante gli investimenti continuano. Qualche tempo fa, l’azienda ha presentato il Meta Quest Pro: un nuovo visore che offre, oltre al 3D standard, anche la cosiddetta “realtà aumentata”. Il costo? 1.500 dollari. In programma c’è anche una versione web di Horizon per mobile e computer, ma la data di uscita non è per ora stata comunicata. Alla fine dell’intervista con il Wall Street Journal, i responsabili di Meta hanno dichiarato che il progetto Multiverso ha bisogno di tempo e di investimenti, due cose che a Mark Zuckerberg non mancano.

E tuttavia, se i numeri sono nettamente al di sotto delle aspettative, vuol dire che qualcosa non funziona. Forse ha influito il pollice verso del governo cinese, ma questo non basta a giustificare un risultato così negativo.

E’ semplicemente più probabile che Zuckerberg abbia sottovalutato il bisogno di realtà delle persone, un po’ come l’Agente Smith.

Immagine di testa credits iStock