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Esiste un caso che negli ultimi tempi ha avvicinato il mondo dell’eSport e quello del poker. Questo caso si chiama Hans Niemann.

Prima di addentrarci in una delle controversie sul gioco più discusse degli ultimi anni, dobbiamo fare un chiarimento. L’eSport di cui si parla in questo caso è quello degli scacchi e non tutti potrebbero essere d’accordo su questa definizione. Gli scacchi sono però uno sport riconosciuto sia dal CONI sia dal CIO che ha introdotto ufficialmente questa disciplina tra quelle olimpiche nel 1924, durante i Giochi di Parigi. La “e” che indica invece la dimensione elettronica (digitale) di questo sport riguarda invece le competizioni via Internet, nate circa una quindicina di anni fa. Oggi gli scacchi che si giocano su piattaforma online sono a tutti gli effetti un eSport. Il sito esportsearnings.com colloca Chess.com al 32 posto nella classifica “all time” degli eSports, con 603 eventi organizzati dal 2012 – anche se il sito è uscito nel 2007 – e 6,59 milioni di dollari distribuiti in montepremi.

La parentesi era necessaria anche perché Niemann è un campione di scacchi, sia live che online. Il ventenne statunitense è un Gran Maestro, è stato tra i primi 10 al mondo a livello juniores e oggi è una dei volti scacchistici più noti su Twitch. La fama in rete è aumentata moltissimo di recente, a causa (o per merito) di una controversia con il 5 volte campione del mondo, il 33enne GM Sven Magnus Øen Carlsen considerato il “greatest of all time” degli scacchi.

Magnus Carlsen (sx) e Hans Niemann (dx) (credits esportsnet.com)

Il fatto risale al 2022. Dopo aver rinunciato alla difesa del titolo mondiale contro il GM russo Ian Nepomniachtchi, Carlsen incontra Niemann nella FTX Crypto Cup di Miami, un torneo live organizzato dal sito Chess24. In quel momento Niemann è in continua crescita dal punto di vista dei risultati e la sfida tra il grande campione e la “young gun” del poker cattura l’attenzione degli appassionati. Ancora di più dopo che Niemann si aggiudica la prima partita usando i pezzi neri. Un giornalista gli chiede di commentare la vittoria e per tutta risposta l’americano dice: “gli scacchi parlano da soli“. Il personaggio Niemann sta prendendo forma anche se poi la sfida finirà 3-1 a favore di Carlsen.

Destino vuole che i due si ritrovino uno di fronte all’altro nel settembre di quell’anno. L’occasione è data dalla Sinquefield Cup che si svolge ogni anno a St. Louis, Missouri (USA). Un torneo live al quale Carlsen accede come wild card e Niemann solo per la rinuncia di un altro giocatore. Sembra la sceneggiatura di un film e invece è successo davvero.

Carlsen e Niemann si incontrano infatti al terzo turno della competizione. L’allora 19enne scacchista americano gioca ancora con i neri e, in 56 mosse, batte nuovamente il campionissimo. Il giorno successivo Carlsen non si ripresenta per la continuazione della sfida, affidando le ragioni del suo ritiro ad un video di José Mourinho che dice: “Preferisco non parlare. Se parlo finisco nei guai“.

I guai però il norvegese se li cerca quando due settimane dopo è di nuovo abbinato a Niemann nella Julius Baer Generation Cup, torneo online su Chess24. Questa volta Carlsen fa solo una mossa e poi abbandona la partita. Alla fine vincerà lui nel torneo, ma nel commentare il risultato Carlsen farà i complimenti al coach di Niemann, Maxim Dlugy, già accusato di imbrogli negli scacchi online. “Sono colpito dal gioco di Niemann e credo che il suo mentore stia facendo un ottimo lavoro“, dice Carlsen in maniera chiaramente sarcastica.

In effetti Dlugy era già stato bannato da Chess.com tra il 2017 e il 2020. A quel punto si scopre, grazie al GM e streamer americano Hikaru Nakamura (n.1 per vincite su Chess.com mentre Carlsen è n.3), che anche Niemann aveva ricevuto un ban dalla stessa piattaforma. L’accusa nei suoi confronti è di aver utilizzato software di supporto durante le partite. Inevitabilmente i media impazzano su uno dei peggiori scandali legati al mondo degli scacchi.

Apriti cielo. Anzi, apriti community scacchistica perché giocatori ed esperti si dividono. La maggioranza sta con Carlsen ed è guidata dal già citato Hikaru Nakamura. Dall’altra ci sono gli scettici che in sostanza dicono: va bene la questione online, ma dove sono le prove che Niemann abbia imbrogliato durante la Sinquefield Cup? Hanno ragione perché Carlsen non può provare nulla in merito.

La situazione degenera fino al punto che qualcuno (durante uno show tv!) ironizza sul fatto che Niemann abbia nascosto un qualche aiuto tecnologico in parti “molto intime”. Niemann reagisce. Ammette di aver imbrogliato sulle piattaforme online tra i 12 e i 16 anni, ma respinge qualsiasi addebito in merito alla partita live con Carlsen. Non solo, ma avvia una causa legale da 100 milioni di dollari contro Carlsen, la società Play Magnus Group, la piattaforma Chess.com e il suo responsabile Daniel Rensch, e Nakamura.

La brutta vicenda si è conclusa il 28 agosto scorso, quando il giudice federale ha respinto la causa, consapevole di accordi già avviati tra le parti. Una chiusura quasi “a tarallucci e vino” con Niemann che ha dichiarato “preferisco sfidare Magnus Carlsen a scacchi piuttosto che in tribunale“. Da parte sua, l’ormai ex campione del mondo (il titolo nel frattempo è stato vinto dal GM cinese Ding Liren) ha ammesso la mancanza di evidenze concrete contro Niemann e ha espresso il desiderio di incontrarlo in altri tornei di scacchi. Solo dal vivo, anche se non lo ha specificato chiaramente.

Nell’attesa di nuovi incontri, Niemann ha però capito che la visibilità mediatica offerta da situazioni come questa è utile e che le polemiche possono essere estese anche ad altri ambiti.

Alexandra Botez (credits PokerNews)

Il secondo capitolo della saga Niemann riguarda infatti Alexandra Botez. Giocatrice di scacchi, 5 volte campionessa del circuito canadese femminile ma nota soprattutto come streamer, da circa un anno e mezzo la Botez ha deciso di dedicarsi anche al poker. Alcune sue recenti performance al tavolo hanno catturato l’attenzione dei media e di professionisti delle carte. E anche quella di Hans Niemann.

Lo scacchista statunitense non ha perso l’occasione per scatenare un vespaio con un suo tweet. Nel post Niemann ha espresso il proprio pensiero su chi, come appunto la Botez, incentiva a giocare a poker come professione.

Penso che, non appena avrai un milione di abbonati, dovrai iniziare a promuovere il gioco d’azzardo, il poker e a trarne profitto. Penso che sia una cosa utile per la tua immagine promuovere la degenerazione e aiutare la dipendenza nei confronti del gioco d’azzardo. Così, sarcasticamente, si è espresso il GM di scacchi.

La risposta della Botez non si è fatta attendere. “Capisco che sei arrabbiato con il mondo per come tutti hanno reagito alle accuse di frode mosse contro di te. Sono pronta a discutere i problemi che hai con il poker o altro, se davvero lo vuoi fare. Ma se è solo per clickbait e visualizzazioni, allora non sei migliore di tutti quelli che hanno sfruttato il tuo caso per farci soldi“.

Il botta e risposta tra i due è continuato su Twitter devo però sono arrivati a pioggia i commenti di tanti giocatori, sia di scacchi (alcuni dei quali concordano con Niemann) che di poker player. Anche quello di Daniel Negreanu che decisamente ci è andato giù pesante.

Aspetta, non sei tu il tipo che sembra si sia infilato un vibratore anale durante una partita a scacchi? Sei tu, vero?… Il poker è un gioco di strategia, pagliaccio! Lo stesso vale per gli scacchi. Puoi giocare per soldi con entrambi. Oppure puoi giocare per divertimento“.

Ma la risposta più equilibrata è forse arrivata da una scacchista, la GM e streamer canadese Qiyu “akaNemsko” Zhou.

Hans, con tutto il rispetto, stai zitto. Sono felice di rivederti negli scacchi e sapere quanto è cresciuta la tua piattaforma, ma questo non ti dà il diritto di distruggere altri content creator con moralismi discutibili. Imparare il poker può essere altrettanto vantaggioso quanto imparare gli scacchi. Chi sei tu per deridere chi utilizza siti di contenuti per interagire con il proprio pubblico? Questo non è altro che un’esca di bassa qualità, puoi fare meglio“.

Immagine di testa credits Getty Images