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Tra luci e ombre, Epic Games continua ad essere uno dei publisher più in vista.

Le luci sono tante e sono rappresentate principalmente da una politica di mercato molto aggressiva, caratterizzata dal continuo arrivo sull’Epic Store di giochi gratuiti e soprattutto dal lancio della nuova stagione di Fortnite. Le ombre riguardano da un lato la lotta che il publisher sta affrontando contro le scommesse illegali che affliggono il famoso battle royale; dall’altro le “inimicizie” degli altri store che la politica autarchica voluta dal fondatore Tim Sweeney sta generando. I nomi sono quelli di Apple e di Steam, la piattaforma di gioco e download targata Valve.

Eppure la strategia di Sweeney sembra aver dato i suoi frutti: dal 2019 ad oggi, lo store di Epic ha “fidelizzato” 160 milioni di utenti. Una cifra molto alta, a fronte della quale ci sarebbero però stati costi elevatissimi, almeno secondo quanto riportato da IGN.com: 330 milioni di dollari spesi per strappare quote di mercato a Steam.

Considerato l’investimento iniziale e la previsione di perdere altri 139 milioni di dollari nel 2021, il totale con il segno meno ammonterebbe a quasi 600 milioni (fonte multiplayer.it)

La risposta del CEO non si è fatta attendere. Sweeney è uscito allo scoperto su Twitter, con un post dove ha chiarito che laddove qualcuno legge perdite, in realtà si tratta di investimenti a lungo termine. Non solo, ma Tim Sweeney ha evidenziato i numeri già molto positivi che l’Epic Store può vantare: 700 milioni di dollari spesi dagli utenti, di cui 265 milioni per giochi di altri sviluppatori presenti sullo store, 103 giochi gratis distribuiti finora dal negozio, con un totale di oltre 749 milioni di giochi scaricati gratuitamente dagli utenti in tutto il mondo. Questo il tweet:

 

Il “qualcuno” che guarda alle perdite (sia chiaro che Sweeney non le nega) è Apple. L’azienda di Cupertino si appresta infatti ad affrontare un round forse decisivo nella disputa legale con Epic, quello del bench trial in programma il 3 maggio prossimo.

E lo fa con un documento di 500 pagine dove, attraverso l’analisi dei proprio avvocati e periti, punta il dito sulla strategia denigratoria che Epic avrebbe attuato ai danni “della Mela”. Secondo gli avvocati di Apple ““Fa tutto parte di una strategia mediatica ben precisa. Epic collabora con Cravath, Swaine & Moore LLP e una terza società di pubbliche relazioni sin dal 2019, e questa causa è soltanto il culmine di tali sforzi. Epic cerca di ritrarci come i cattivi in modo tale da poter ravvivare l’interesse calante dei giocatori per Fortnite. Eppure, ironia della sorte, quando Fortnite è uscito da iOS, Epic ha esortato i suoi giocatori a continuare a fruire dei contenuti del titolo su console, PC e altri dispositivi, e questo non fa che dimostrare l’esistenza della concorrenza e l’assenza dei monopoli citati in questa causa”.

Ma Sweeney nel menzionare Apple nel tweet difensivo sui costi dell’Epic Store non fa altro che prevenire un attacco che molto probabilmente Apple non gli avrebbe nemmeno mosso. Perché la questione non è tanto se Epic abbia fatto bene o male i propri conti, ma se il tentativo di bypassare la percentuale del rivenditore (in questo caso l’Apple Store) fosse una scelta legittima nei confronti di una posizione di monopolio o se invece nel farlo Epic abbia infranto la legge.

Lo scopriremo fra non molto tempo, quello che servirà alla corte per deliberare in merito al caso Epic Games vs Apple.

 

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