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Nel precedente articolo abbiamo introdotto i wargame tridimensionali, ovvero le ricostruzioni di battaglie con soldatini e scenari disposti su un tavolo.

Qui ne vogliamo presentare alcuni, i più famosi, senza avere la pretesa di elencarli tutti perché la lista sarebbe troppo lunga. Ancor più lunga è quella dei wargame digitali. La quantità di videogiochi di guerra è infatti enorme, se si prendono in considerazioni le varie tipologie. Ci soffermeremo quindi su quelli che più ricordano i giochi di miniature: i mass battle e gli strategici in tempo reale.

Una battaglia con gli ingredienti tipici di un wargame 3D (in questo caso DBM): le miniature dipinte, i dadi, il metro per le misure, il terreno di gioco e gli elementi scenici (colline, boschi etc). (credits Durham Wargames Group)

Iniziamo dai wargame 3D con ambientazione storica. Il capofila, per anzianità e forse lustro, è De Bellis Antiquitatis (DBA), seguito dal suo “aggiornamento” in chiave medievale De Bellis Multitudinis (DBM). Entrambi sono giochi di basette, ovvero dove le unità sono costituite da alcune miniature incollate su basi di movimento. Le unità possono essere “formate” (ranghi e fila), “aperte” (schermagliatori) e macchine da guerra (se disponibili per il periodo). Tutte insieme formano l’esercito del giocatore.

La stessa cosa vale per altri due wargame tridimensionali storici, più recenti e oggi più diffusi: Fields of Glory (Osprey) e Art De La Guerre (FireForge Games). In entrambi i casi gli eserciti sono principalmente quelli del periodo antico.

Per chi invece vuole spostarsi verso la modernità, ci sono gli ottimi prodotti dell’inglese Warlord: coprono infatti anche il periodo moderno (Pike & Shotte), il cosiddetto “napoleonico” (Black Powder) e la Seconda Guerra Mondiale (Bolt Action). Rimanendo nell’ambito della WWII, è impossibile non menzionare Flames of War, prodotto in Nuova Zelanda da Battlefront Miniatures.

Tra le poche eccezioni al sistema delle “basette”, nel settore dei wargame storici c’è Warhammer Ancient Battles, sviluppato a fine degli anni ’90 da Games Workshop. Nel caso di WAB, ogni singola unità è composta da un certo numero di miniature che possono essere rimosse in base alle perdite subite. E’ lo stesso sistema utilizzato dal colosso inglese per Warhammer Fantasy e Warhammer 40K, dei quali abbiamo già parlato qui.

Games Worskhop in passato ha prodotto anche un wargame 3D storico “di basette”, Warmaster, molto amato dagli appassionati di questo genere. Purtroppo, da quasi 15 anni, l’azienda ha smesso di supportare sia WAB che Warmaster, i cui regolamenti e materiali oggi possono essere rinvenuti solo nei mercatini online (eBay in particolare).

Per chi non ama le unità ma vuole muovere miniature singole, ci sono i giochi di schermaglie storiche. Tra questi evidenziamo Saga, della Gripping Beast, soprattutto per l’ottima qualità dei prodotti sia in plastica che in metallo.

Infine, per quanto riguarda la Prima Guerra Mondiale, il nostro consiglio è di provare Wings of Glory, dell’editore italiano Nexus. Come il nome stesso suggerisce, è una simulazione di battaglie aeree. Il gioco è un ibrido: i modelli tridimensionali vengono mossi con misuratori (wargame 3D) su una plancia (boardgame).

Volete saperne di più su Wings of Glory? Ecco un video di presentazione (credits FIW).

Il riferimento a WHFB e Warhammer 40K allarga il discorso ai wargame di ambientazione fantastica e sci-fi. In entrambi i settori GW è leader con i titoli già indicati, ai quali è necessario aggiungere la serie di wargame 3D dedicata all’universo tolkeniano: Lord of The Rings e Lo Hobbit. Ci sono però anche delle “seconde opzioni”.

Nel settore del fantasy “mass battle” da alcuni anni si è inserito Kings of War, dell’inglese Mantic Games. Il sistema si ispira direttamente a quello di Warhammer Fantasy, ma ne semplifica molto le regole.

Un capitolo a parte è invece rappresentato da Warmachines & Hordes, sviluppato da Privateer Press. E’ un gioco di schermaglie che spesso include fazioni con molti pezzi. La peculiarità è soprattutto quella della doppia ambientazione: Warmachines inserisce la magia in un mondo semi-industrializzato con forti venature steampunk (avete presente la serie Carnival Row?); Hordes è invece la versione puramente fantasy dello stesso gioco. Ma i due mondi si possono incontrare e scontrare tra loro, in una battaglia tra esseri meccanici e mostri in carne, ossa e tanti muscoli!

Mostri vs Robot in Warmachines & Hordes (credits Warmachine Univerity)

Per quanto riguarda invece il mondo della fantascienza, il competitor principale di WH40K è rappresentato dai giochi che attingono al background di Guerre Stellari.

Il più simile per tipologia al prodotto GW è Star Wars Legion. Prodotto da Fantasy Flight è un vero e proprio gioco di miniature che si muovono su un campo di battaglia tridimensionale. La qualità dei prodotti (già messa in mostra da FF con la prima versione, Imperial Assault) è molto buona, alla quale si aggiunge il fascino di un’ambientazione che non ha bisogno di pubblicità.

Sempre legati alla saga creata da George Lucas, ci sono Star Wars – Armada e X-Wings. I due giochi sono simili e, per tipologia, si legano al già citato Wings of Glory: le miniature sono navicelle spaziali che si muovono su una mappa stellare, usando misuratori. La differenza principale tra i due è la dimensione delle navicelle: grandi incrociatori da battaglia nel primo caso, piccoli e veloci “caccia” nel secondo. Insomma, dal micro al macro, Fantasy Flight ha coperto il mondo dei wargame 3D targati Star Wars!

Parliamo infine di videogame. La serie in assoluto più completa di videogiochi mass battle/strategici è quella di Total War (The Creative Assembly).

Iniziata nel 2000, oggi la serie Total War conta 15 titoli, tra “unici” ed espansioni. La maggior parte ha un’ambientazione storica, che va dall’antichità classica (Rome, Troy) fino all’età napoleonica (Napoleon), passando per il Medioevo, alto e basso. E’ proprio questo il periodo più coperto dalla serie, e che ha dato vita al titolo di maggior successo: Medieval Total War (2002).

In mezzo, però, ci sono anche tre videogame legati al mondo di Warhammer Fantasy e realizzati ovviamente in collaborazione con Games Workshop. Si tratta di Total War: Warhammer I e II (2016 e 2017), mentre il terzo capitolo, previsto per il 2021, è stato rinviato al 2022.

Più datato, ma non per questo meno “storico”, è Fields of Glory, pubblicato da MicroProse nel lontano 1993. In quella versione, lo strategico real time con visione bidimensionale consentiva di ricostruire le grandi battaglie napoleoniche.

Con il seguito Fields of Glory 2 (del 2017, by Slitherine Software), il videogame è passato al tridimensionale e ha adottato il sistema a turni di gioco, tipico dei wargame “fisici”. Inoltre, sono aumentate le epoche storiche: grazie a 5 espansioni, il gioco ora spazia dal 500 a.C. al 1500 d.C., in maniera simile al FoG di Osprey.

Parlando di giochi strategici in tempo reale con ambientazione storica, non si può non citare Age of Empires. Anche se non si tratta di un vero e proprio mass battle, la serie realizzata da Ensamble Studios e pubblicata da Microsoft, è probabilmente quella di maggior successo.

Il gioco consente di ricreare lo sviluppo storico di una determinata civiltà, dalle prime forme di vita associata a quelle produttive, dallo sviluppo urbanistico a quello sociale e militare. Quando però lo scontro con altre civiltà è inevitabile, AoE diventa un mass battle a tutti gli effetti.

Fra poche settimane dovrebbe uscire il quarto capitolo della saga, realizzato da Relic Entertainment dopo la chiusura di Ensamble Studios.

Age of Empires 2

Il meccanismo che unisce fase produttiva ad abilità militari caratterizza alcuni tra i più famosi videogame strategici in tempo reale.

Tra questi ci sono i titoli di Games Workshop dedicati a Warhammer 40.000. Dal primo, Warhammer 40.000: Chaos Gate del 1998, a Darktide previsto per quest’anno, si contano 17 uscite. Le più seguite sono state quelle della serie Dawn of War (7 in tutto), dove al centro della storia c’è lo scontro tra le razze che popolano il cupo universo di WH40K.

Un universo dal quale ha preso spunto il videogioco che oggi è considerato gli “scacchi del settore esport“: Starcraft. Pur avendo un predecessore fantasy in Warcraft: Orcs & Humans (1993), il titolo di Blizzard ha un grosso debito nei confronti del gioco di GW per quanto riguarda le tre razze protagoniste: gli Zerg di Starcraft sono i Tiranidi di WH40K, i Protoss sono gli Eldar e i Terran gli Space Marine.

Blizzard, dal canto suo, ha aggiunto all’ambientazione affascinante quelle meccaniche che hanno reso Starcraft un gioco dove l’abilità fa la differenza. E con il quale l’Italia esportiva si è tolta delle grosse soddisfazioni grazie a Riccardo “Reynor” Romiti.

Chiudiamo con un chicca per super-nerd dei wargame digitali. Non riguarda un videogioco, ma una piattaforma dove è possibile ricreare qualsiasi tipo di wargame, basta che i partecipanti condividano la conoscenza del regolamento. Si chiama Universal Battle e offre ai giocatori un set grafico per realizzare le proprie miniature da schierare sul campo. Ci sono poi i misuratori, segnalini vari e un sistema randomico di generazione dei dadi.

Insomma, UB è la “combo” definitiva di dadi e mouse!

Immagine di testa: Medieval Total War II