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Che cos’è un wargame tridimensionale? Di solito con questo termine ci si riferisce ad un gioco realizzato con miniature di plastica e/o di metallo, dadi, misuratori e un tavolo.

Una precisazione va subito fatta, perché i wargame sono anche giochi in scatola (cioè boardgame), che si svolgono su una plancia con l’utilizzo di pedine, tessere e carte. L’esempio forse più noto e diffuso nel mondo di questo tipo di wargame, è quello di Axis & Allies (Avalon Hill).

Quando invece si inserisce “pesantemente” il fattore 3D, il wargame diventa in sostanza una battaglia giocata con i cari, vecchi soldatini. E che ha una sua storia.

La prima versione di un wargame tridimensionale sembra risalga al XIX secolo, per merito di Georg Heinrich Rudolf Johann Reisswitz. Il barone, nonché militare dell’esercito prussiano, è un appassionato di strategia e di giochi strategici. Li vuole però più realistici degli scacchi.

Von Reiswitz decide allora di spostare la partita dalla scacchiera (che è una sorta di plancia “astratta”) a una tavola di sabbia e di sostituire le unità con dei blocchetti di legno. In quel momento nasce il primo wargame tridimensionale del quale si abbia notizia. Il barone lo chiama Kriegspiel (“gioco di guerra”), dal nome di una versione degli scacchi che usa pedine più simili a quelle di un esercito moderno.

Il risultato è avvincente e realistico al tempo stesso, tant’è che il Kaiser Federico Guglielmo decide di adottarlo come sistema di training per gli alti ufficiali dell’esercito prussiano. Tuttavia non ci sono ancora regole scritte. La direzione di ogni partita viene affidata a un arbitro che decide il risultato “più realistico” delle singole azioni.

Il padre dei futuri regolamenti per wargames è invece opera di Herbert George Wells. Nel 1913 il famose scrittore, visionario nonché pacifista convinto, pubblica “Little Wars”, il primo manuale ludico per battaglie di miniature.

Oggi esistono molti regolamenti diversi ma, in sostanza, tutti descrivono un gioco in cui i “generali” muovono le proprie miniature su un tavolo allestito di elementi scenici, misurando le distanze con il metro e tirando dadi per decidere il risultato degli scontri.

21 Settembre 1966. Dominic e Simon, pronipoti di HG Wells, mentre giocano con i soldati ereditati dal famoso scrittore. Simon diventerà un noto regista cinematografico. (Photo by Peter Dunne/Express/Hulton Archive/Getty Images)

Un concetto abbastanza semplice e che un po’ fa tornare bambini, soprattutto i maschi. Chi da piccolo non ha mai giocato con qualche soldatino o miniatura di altro tipo, creandosi le proprie storie? Oltre al regolamento, i wargame offrono a quella passione quasi atavica anche un’ambientazione e la voglia di collezionismo.

E’ questa la ricetta che nel tempo ha tenuto in piedi un settore che è molto più ampio di quanto si possa credere.

Per quanto riguarda l’ambientazione, i wargame tridimensionali ricadono sotto tre categorie: storico, fantasy e sci-fi. Ne esistono alcune che sono degli ibridi tra queste, ma sono meno comuni e per ora possono essere tralasciate.

Ci sono poi altre due caratteristiche che concorrono a distinguere i giochi di guerra con i soldatini. Esistono quelli di schermaglie e quelli con ranghi e file. Queste due categorie distinguono i diversi modi in cui, storicamente, venivano combattute le battaglie.

Infine, non si può prescindere dal “fattore collezionismo”. I wargame 3D comprendono un numero enorme di tipologie di miniature. Queste sono realizzate con materiali diversi, in scale (cioè dimensioni) diverse e hanno reperibilità diversa, tutti elementi che trasformano questa passione ludica in un vero e proprio hobby.

La maggior parte degli appassionati non si limita infatti a giocare partite. I veri hobbisti dipingono, collezionano e custodiscono gelosamente i propri eserciti.

In questo senso, il wargame 3D rappresenta probabilmente l’ambito ludico più completo e articolato. Non deve quindi stupire la sua resistenza all’usura del tempo e al passare delle mode. Ci sono wargame con decenni di vita alle spalle che ancora sono diffusi in varie parti del mondo. E, in maniera forse sorprendente, alcuni di questi accomunano generazioni di giocatori molto lontane fra loro.

Questa endurance non sarebbe però spiegabile senza tener conto della comparsa dei wargame digitali, cioè dei videogiochi che simulano battaglie, alcuni dei quali derivano dalle stesse versioni “analogiche”.

Un elemento decisivo per catturare l’attenzione dei più giovani e invogliarli anche verso il più tradizionale wargame 3D.

Un hobbista immerso in una sessione di pittura (courtesy of Games Workshop Ltd, Press-room)

Nella seconda parte di questo excursus, ci addentreremo tra i titoli più famosi dei giochi tridimensionali e vedremo quali di questi sono diventati videogame.

Foto di testa: una battaglia con un wargame 3D (credits Federazione Italiana Wargame – FIW)