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E’ possibile immagine un orco o un elfo, un nano o un vampiro che se le danno di santa ragione mentre inseguono una palla ovale?

Ovviamente no per un purista dell’universo tolkeniano. Ma chi è disposto a fare un “salto di fede” potrebbe scoprire (magari divertendosi) che qualcuno ha spostato le grandi rivalità fantasy dai campi del Pelennor a quelli di football americano. Il responsabile di questa operazione si chiama Games Workshop e il gioco in questione è Blood Bowl.

Immagine credits Games Workshop

COS’E’ BLOOD BOWL?

Blood Bowl è un gioco da tavolo che ripropone il football americano in salsa fantasy, aggiungendo un pizzico di parodia ad entrambi. Lo ha ideato da Jervis Johnson, storico e pressoché inamovibile game designer di Games Workshop, il colosso britannico dei giochi di miniature. L’azienda con sede a Nottingham lo ha pubblicato per la prima volta nel 1986.

Il gioco è ambientato in quello che potremmo considerare uno spin off del mondo di Warhammer Fantasy Battle (WHFB). C’è però una differenza fondamentale e riguarda “l’atmosfera” dei due giochi. Se l’universo originale era principalmente grimdark fantasy, quindi cupo e violento con poche note cartoonesche, quello di Blood Bowl miscela elementi fantasy a caratteristiche tipiche della vita moderna appositamente per creare un effetto comico e parodistico.

Immagine credits Warhammer Comminuty

L’IDEA E LA STORIA

Blood Bowl nasce dalla passione di Jervis Johnson per il football americano e dalla sua esperienza con i giochi di miniature. In realtà alle spalle c’è già qualche modello di riferimento, come ad esempio Football Strategy della Avalon citato dallo stesso Johnson in un’intervista, ma si tratta sempre di giochi che ricalcano lo sport tradizionale. E così il game designer decide di creare qualcosa di totalmente nuovo usando l’universo del già affermato Warhammer Fantasy per un gioco di football americano.

Oltre all’ambientazione, la prima edizione (1986) di Blood Bowl riprende anche le principali meccaniche di gioco di WHFB. Potrebbe sembrare la scelta più naturale, ma in realtà questo si rivela un problema. Il gioco è troppo lungo e complesso tanto che lo stesso Jervis lo definirà “goffo”. Per questo motivo, già con la seconda edizione (1988) il game designer inizia ad allontanare le meccaniche di base di Blood Bowl da quelle degli altri sistemi giochi targati Games Workshop.

La terza edizione, pubblicata nel 1994 e vincitrice dell’Origins Awards nel 1995, cambia radicalmente il sistema di gioco rendendolo contemporaneamente più semplice e più veloce. Questo trend continua con la quarta edizione (2000), con la quinta e con la sesta, chiamate anche Living Rulebook perché implementate e corrette grazie al contributo dei giocatori.

Il regolamento ora in uso è quello pubblicato da Games Workshop nel 2016 assieme ad una nuova edizione del gioco e alla reintroduzione degli Specialist Games (tra questi c’è anche Mordheim del quale abbiamo già parlato). Il gioco infine è stato ulteriormente ampliato con l’introduzione di nuove squadre nel 2020, anno di uscita di Blood Bowl Second Season Edition.

Jervis Johnson (credits Games Workshop/YouTube)

COME SI GIOCA?

Blood Bowl mette in scena una partita di football americano giocata da due squadre fantasy. L’elenco dei team è ampio, anche perché esistono produttori “non GW” le cui miniature sono ufficialmente accettate dai giocatori e nei tornei. Naturalmente ci sono umani, elfi, nani, “pelleverde”, adoratori del caos, tutti con svariate squadre. Senza dimenticare gli sfuggenti uomini ratto (skaven) o i più resilienti uomini lucertola.

La partita a due giocatori ha come ovvio scopo quello di segnare più touchdown dell’avversario, ma è anche possibile abbattere o infortunare volontariamente – e senza nessuna interferenza arbitrale – i giocatori altrui. In questo modo diventa più facile arrivare dall’altra parte del campo o addirittura vincere per mancanza di avversari!

Usando un sistema a punti, i giocatori assemblano la propria squadra di miniature in 28/36mm le quali sono poi schierate su una plancia che rappresenta il campo. Il manuale regolamenta le azioni che ogni giocatore può compiere, l’utilizzo di dadi determina invece il fattore aleatorio.

Blood Bowl è pensato per essere assolutamente godibile giocando le partite singolarmente, ma dà il meglio di sé nelle leghe, esattamente come accade nello sport. In questo tipo di competizione, partita dopo partita, le squadre guadagnano denaro (utile ad acquistare per esempio nuovi giocatori) ed esperienza, con la quale è invece possibile potenziare gli effettivi già disponibili.

Immagine credits Warhammer Community

BLOOD BOWL, IL VIDEOGIOCO

Grazie al successo ottenuto dal boardgame, nel 1995 Microleague ha realizzato per MS-DOS il primo videogame di Blood Bowl, in modalità “strategico a turni”.

Nel 2009 è uscita una nuova versione basata sulla quinta edizione del gioco (Living Rulebook 5.0), sviluppata da Cyanide e pubblicata da Focus Home Interactive per Windows, Xbox 360, PlayStation Portable e Nintendo DS. Nel videogame il giocatore ha a disposizione diverse modalità di gioco e 8 squadre di razze differenti, alcune disponibili solo nella modalità Esibizione. A differenza del gioco da tavolo e dell’edizione 1995, il videogioco è in tempo reale e non a turni.

Nel 2015 è stato pubblicato il secondo capitolo della serie: Blood Bowl 2. E’ disponibile su Microsoft Windows, macOs, Xbox One e PlayStation 4. Il secondo capitolo cambia il gameplay ritornando alla meccanica dei turni e quindi rendendolo più vicino al boardgame originale. Sono disponibili due modalità di gioco: Campagna, da affrontare usando gli Umani del Reikland oppure il Multiplayer, in cui sono giocabili Umani, Orchi, Skaven, Nani, Alti Elfi, Elfi Oscuri, Caos e Bretonnia.

Il videogame Blood Bowl 2 (credits Games Workshop)

DOPO TUTTI QUESTI ANNI…

Già all’inizio del Duemila, a 20 anni dalla prima pubblicazione di Blood Bowl, Jervis Johnson si dichiarava tanto felice quanto sorpreso che il gioco di sua creazione fosse ancora vivo, giocato e decisamente apprezzato.

Oggi Blood Bowl ha superato i 37 anni di età e non mostra segni di cedimento, confermandosi una delle più longeve opere firmate Games Workshop.

Immagine di testa credits Warhammer Community