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I Multiplayer Online Battle Arena, o MOBA, sono tra i videogame competitivi più diffusi nel mondo.

Stando ai dati disponibili sul sito esportsearnings.com, MOBA e “sparatutto” (in prima e terza persona) messi assieme occupano le prime 8 posizioni della top 10 esportiva in termini di giocatori, numero di tornei e montepremi distribuiti. Se si considera che il nono e decimo posto sono occupati da due titoli in calo (rispettivamente StarCraft II e Rocket League) e che hanno alle spalle altri shooter di valore (VALORANT in primis), non è da escludere che a breve la top 10 diventi una sfida esclusiva tra MOBA e sparatutto.

I MOBA più famosi e seguiti sono sostanzialmente tre: Dota 2 (Valve), League of Legends (Riot Games) e Arena of Valor (TiMi Studio/Garena). Quest’ultimo è in realtà l’adattamento internazionale di Honor of Kings, MOBA realizzato sempre da TiMi Studio (ma pubblicato da Tencent) per il solo mercato cinese. La quinta posizione nella classifica di esportsearnings tiene conto sia dei numeri di Arena of Valor sia di quelli di Honor of Kings, che di fatto sono più alti. LoL è invece al 4° posto, mentre Dota 2 domina la top 10.

Un dominio che tuttavia è destinato a cedere il passo agli inseguitori (Fortnite, CS:GO e LoL) perché Dota 2 ha iniziato a perdere colpi da un paio d’anni. Il titolo di Valve ha raggiunto l’apice nel 2016 con una media mensile di 709.000 giocatori attivi. Alla fine del 2023, quel numero è sceso a 435.000 (fonte esports.net). Senza dimenticare il crollo di investimenti nei montepremi dei tornei, The International su tutti, che indica come Valve abbia meno interesse – o soldi a disposizione – per la scena esportiva di Dota 2.

Insomma, il leader dei grandi titoli MOBA è in declino, dopo 10 anni di eSports e un passato che affonda le proprie origini all’inizio del XXI secolo. Sì perché i MOBA sono, in sostanza, tutti una derivazione dei videogame strategici in tempo reale creati negli anni ’90 del secolo scorso, quali ad esempio Warcraft (ambientazione fantasy) e StarCraft: Brood War (sci-fi). Da una mappa di quest’ultimo è stata infatti creata una mod, cioè una variante, per giocare in modalità MOBA. Si chiamava Aeon of Strife (2002).

Successivamente, nel 2003, Aeon of Strife ha ispirato un’altra mod, questa volta legata a Warcraft III: Reign of Chaos e ribattezzata Defense of the Ancients.

Mappa di Aeon of Strife (by David Dannelly)

Da DotA a Dota 2

Defense of the Ancients (DotA) è una creazione di un gruppo di appassionati di Warcraft III. Kyle “Eul” Sommer ha dato il via alla nuova mappa che è stata poi perfezionata al fine di diventare un MOBA da Steve “Guins00” Feak e “IceFrog“. In breve tempo questa mod ha raggiunto una grande popolarità tra i giocatori di Warcraft e StarCraft una fetta (consistente) dei quali si è progressivamente spostata dai giochi RTS al nuovo genere Multiplayer Online Battle Arena.

L’affinità tra i due generi è evidente. Sono giochi dove i partecipanti agiscono in tempo reale su una mappa chiusa muovendo i propri “pezzi”. Lo scopo è raggiungere l’obiettivo controllato dall’avversario (il quartier generale o altro) e distruggerlo. Per farlo, lo scontro tra le due fazioni è inevitabile.

In DotA ci sono due squadre, i Sentinel e i Scourge, ciascuna delle quali controlla una base difesa dagli “antichi” (Ancients). Ogni giocatore controlla un eroe con abilità uniche e cerca di distruggere l’antico avversario. La mappa è divisa in tre corsie (lanes), ciascuna con torri difensive e creeps (unità controllate dall’intelligenza artificiale). I giocatori devono bilanciare l’accumulo di oro e esperienza, migliorare le proprie abilità e oggetti e cooperare a livello di team per ottenere la vittoria.

L’elemento dei personaggi/eroi e della possibilità del gioco di squadra è cioè che distingue i MOBA dai videogame real time strategy. Il tempo ha dato ragione ai primi, anche per merito dell’eSport che ha valorizzato la maggiore spettacolarità dei MOBA. L’azione è più adrenalinica perché ci sono diversi giocatori che agiscono nello stesso momento e in aree diverse della mappa. Il gioco per team rende inoltre molto tattica la partita e coinvolge gli spettatori che un po’ alla volta diventano dei veri propri tifosi di una o dell’altra squadra.

Nel caso di DotA, il successo è passato attraverso la creazione di vari spin-off. Il più vincente di tutti è stato Dota 2 che essenzialmente è una versione avanzata di DotA con grafica migliorata, nuovi eroi e meccaniche di gioco più sofisticate.

Nel 2009, Valve Software (oggi Corporation) ha messo IceFrog a capo di un team per lo sviluppo di un gioco standalone basato su Defense of the Ancients. Il titolo è stato annunciato nel 2010 come gioco real time strategy anziché MOBA, per evitare problemi con altri publisher. La release ufficiale, però, è slittata in avanti perché nel frattempo la situazione si è complicata.

Non c’è infatti solo Valve ad averne intuito le potenzialità. C’è Riot Games che nel 2008 ha annunciato la creazione del proprio MOBA, League of Legends, che uscirà un anno dopo. A capo dell’operazione ci sono il già citato Steve “Guins00” Freak e Steve “Pendragon” Mescon, amministratore dell’ex supporto ufficiale della mod DotA. E non è finita perché anche Activision Blizzard, publisher delle serie Warcraft e StarCraft, ha rivendicato i diritti sulle derivazioni dai suoi titoli RTS.

Valve ha quindi dovuto rinunciare all’utilizzo del brand Dota, almeno fino al maggio del 2012 quando la disputa a tre si è risolta. Valve ha ottenuto i diritti di franchising per l’uso commerciale del marchio Dota 2, mentre l’uso non commerciale è rimasto aperto al pubblico. Dota 2 è uscito ufficialmente nel 2013.

Sugli altri fronti, Riot Games ha continuato a competere con il suo LoL, anch’esso etichettato come MOBA. Activision Blizzard ha invece deciso di pubblicare Heroes of the Storm, un altro MOBA che utilizza personaggi presi dall’intera gamma di giochi del publisher. Il titolo ha però ottenuto scarso successo e nel 2022 è stato messo in stand-by da Activision Blizzard.

Immagine credits Activision Blizzard

Ma la storia di DotA non sarebbe completa senza uno sguardo alla scena competitiva. I primi tornei ufficiali sono datati 2005 ma è dal 2007 che l’esport inizia a consolidarsi con 6 eventi e 31 giocatori pagati. Un anno più tardi gli eventi salgono a 11 (55 giocatori itm) e da lì in avanti la progressione continua fino al picco di 27 tornei e 246 giocatori premiati (244mila i dollari distribuiti) nel 2011. In quel gruppo di esporters ci sono già alcuni nomi che faranno la storia del futuro Dota 2. Un “duo” su tutti: quello formato da Kuro “Kuroky” Salehi Takhasomi e Clement “Puppey” Ivanov, entrambi attivi ancora oggi!

Nel 2012 i numeri tornano a calare perché ormai è già noto che a breve uscirà un nuovo MOBA. Nel 2013, infatti, l’esport di Defense of the Ancients termina, per fare posto a quello di Dota 2.

Immagine di testa: DotA (credits FROSTWOLF4’S BLOG)

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