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La terzultima tappa della Vuelta a Espana 2021 non ha regalato grosse sorprese, almeno per ciò che riguarda la classifica generale. Primoz Roglic ha controllato agevolmente che nessuno degli inseguitori, Mas e Lopez su tutti, costituisse un serio problema per la sua maglia roja, ormai prossimo a indossare anche a Santiago de Compostela per il terzo anno filato.

E per lo sloveno sono 50 le maglie di leader indossate durante i grandi giri. Nessuna sorpresa per la classifica generale, dicevamo, ma va comunque segnalata la vittoria di Magnus Cort Nielsen. Per il danese della EF Nippo si tratta del terzo successo di tappa, dopo quelli ottenuti alla sesta e alla 12esima.

Le ultime insidie

Dopo una giornata in cui molti hanno avuto modo di tirare il fiato, la Vuelta Espana inaugura il weekend di gara conclusivo con l’ultimo impegnativo arrivo in salita della corsa, un traguardo su cui inevitabilmente i big non potranno nascondersi.

La 20esima tappa, infatti, si concluderà infatti in cima all’Alto Castro de Herville, una salita di 9,7km con pendenza inferiore al 5% (ma con punte al 16%) sulle cui rampe chi avrà ancora qualche ambizione e cartuccia da sparare dovrà obbligatoriamente dare tutto.

La crono di Santiago di Compostela in programma domenica è l’incentivo che molti, specie quelli non particolarmente abili contro il tempo, avranno per correre senza rimpianti sugli strappi e le montagne dell’esigente frazione odierna, asperità ideali per distanziare gli specialisti delle lancette e mettere in cassaforte il proprio piazzamento.

Bisognerà però fare molta attenzione a bilanciare bene le energie visto che già nella prima parte il percorso sarà frastagliato e ricco di dentelli non classificati come GPM. Su queste alture è probabile che si sganci la fuga di giornata, un tentativo che andrà in porto solo sei i contendenti per la maglia rossa decideranno di non lottare per il successo parziale.

In caso contrario, negli ultimi 97 chilometri dei 202 in programma il gruppo sfrutterà le tante difficoltà altimetriche per limare lo svantaggio degli attaccanti e, come accaduto in occasione dell’arrivo all’Altu d’El Gamoniteiru, presentarsi così alle pendici della salita conclusiva con un distacco molto limitato.

In particolare, i corridori saranno chiamati ad affrontare in serie l’Alto de Vilachàn, l’Alto de Mabia (GPM di 1ª categoria lunga 9,8 km al 6,4% medio) e l’Alto de Prado (5,5 km al 6,3 % medio), erte queste che apparecchieranno le gambe dei favoriti allo sforzo finale per raggiungere la vetta dell’Alto Castro de Herville.

Qui è lecito aspettarsi che i vari Primoz Roglic, Enric Mas, Egan Bernal e Miguel Angel Lopez (i più brillanti in salita in quest’ultima settimana) infiammino la corsa a suon di attacchi per andare chi a caccia della vittoria di tappa, chi invece (vedi i due della Movistar) in cerca di quei secondi ulteriori per mettere al sicuro il podio.

Questo scoppiettante scenario fatto di scatti e allunghi col coltello tra i denti dovrebbe concretizzarsi anche qualora, davanti a tutti, ci sia un drappello di fuggitivi con margine sufficiente per giocarsi il successo parziale.

Con quest’obiettivo verosimilmente vedremo gettarsi nella mischia corridori come Romain Bardet, Michael Storer, Rafal Majka, Fabio Aru, Clement Champoussin, Jay Vine, Ion Izagirre, Geoffrey Bouchard, Mikel Nieve e Juan Pedro Lopez, tutti uomini con le doti da grimpeur necessarie per provare imporsi in una tappa che si annuncia tanto complicata quanto spettacolare.