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Filippo Ganna è talmente forte che ormai fa notizia quando arriva secondo quando c’è una corsa contro il tempo.

Ed è quello che è successo martedì, quando all’UAE Tour, manifestazione ciclistica organizzata dall’Abu Dhabi Sports Council, il piemontese ha dovuto cedere lo scettro di più veloce allo svizzero Stefan Bissegger.

Il corridore elvetico ha registrato una velocità media di 55,5 km/h sul percorso di 9 km disegnato nella regione di Ajman Al Zorah. Aveva un secondo di vantaggio sul campione del mondo a metà strada e ha spinto fortissimo nonostante il vento contrario. Terzo, in quella che ha rappresentato la terza tappa del Giro (il giorno precedente si era imposto in volata il sempre competitivo Mark Cavendish),  è stato il campione olandese a cronometro Tom Dumoulin: il vincitore del Giro d’Italia del 2017 è stato di quattro secondi più rapido dello sloveno Tadej Pogacar. .

Gli altri contendenti alla classifica generale dell’UAE Tour, vale a dire Alexandr Vlasov e Adam Yates, hanno completato la loro performance rispettivamente in ottava e dodicesima posizione. Il britannico, che due anni fa vinse l’UAE Tour, ha limitato il suo svantaggio da Pogacar a soli undici secondi facendo un grandissimo passo avanti rispetto ai trentaquattro che aveva subito alla conclusione della cronometro dello scorso anno.

Bissegger è il nuovo leader della quarta edizione dell’UAE Tour in vista del primo arrivo in salita in programma nella tappa che mercoledì avrà il suo epilogo a Jebel Jais.

Avevo buone gambe e mi sentivo molto forte. Sono molto felice. È la prestazione personale che conta davvero, ma è sempre bello battere il campione del mondo. Avevo paura che Ganna potesse battere il mio tempo e sono felice che non l’abbia fatto. È uno dei migliori al mondo, sia in pista che a cronometro. Sono felice di iniziare la stagione in questo modo con una vittoria, soprattutto qui negli Emirati Arabi Uniti, dove mi sono divertito a correre anche l’anno scorso: un’esperienza che sto facendo fruttare in questi giorni” ha raccontato lo svizzero, che ha indossato la maglia rossa, simbolo della leadership nella classifica generale.

Quella di mercoledì è la prima delle due tappe di montagna che possono fare la differenza all’UAE Tour. È suddivisa in due parti completamente diverse: la prima è un approccio piuttosto nervoso, ma senza asperità di rilievo, alla montagna finale attraverso il deserto; la seconda è rappresentata da 20 chilometri circa di continua arrampicata fino al traguardo.

La partenza è a Fujairah, poi il plotone attraverserà le zone desertiche ai margini dei monti Hajar dirigendosi verso Ras-al-Khaimah, e quindi verso il monte Jebel Jais. La salita finale della tappa è lunga circa 20 km con un 5% quasi costante, con pendenze leggermente più ripide di circa il 7% negli ultimi 2 km.

Un’ultima salita che si snoda lungo tornanti su una carreggiata molto ampia potrebbe rivelarsi decisiva, proprio perché arriva quando la stanchezza si farà sentire ancora di più. I dislivelli resteranno comunque prevalentemente intorno al 4/5% nella prima parte della salita e al 5/7% nella seconda con un picco del 9% a 2 km dal traguardo.