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È stata spettacolare quanto importante l’impresa di Jonas Vingegaard nell’undicesima tappa del Tour de France.

Il ciclista della Jumbo-Visma ha strappato la maglia gialla al finora inattaccabile Tadej Pogacar grazie a una strepitosa strategia architettata al mattino: “Non ho ancora realizzato, è incredibile. Non riesco a trovare le parole, è quello che ho sempre sognato. Prendere tappa e maglia è una cosa incredibile” ha spiegato il danese.

Tagliato il traguardo Vingegaard ha rivelato il piano messo a punto con Roglic: “Avevamo un piano sin da stamattina e l’avete visto. Volevamo rendere la corsa durissima sin dall’inizio, pensavamo che questo avrebbe potuto favorirci. Non sarei mai stato in grado di guadagnare questo tempo senza i miei compagni. Sul Galibier andava ancora fortissimo e ci ha quasi staccati tutti. Non ero sicuro se stesse andando già a tutta o meno. Poi alla fine ho pensato ‘se non ci provo non vincerò mai’. Ho già ottenuto un secondo posto l’anno scorso, quest’anno voglio provare a vincere”, ha detto Vingegaard, che ora ha un margine di 2 minuti e 22 secondi su Pogacar.

Tadej Pogacar, crollato clamorosamente nella tappa alpina del Tour de France, si lecca le ferite dopo aver perso la maglia gialla a vantaggio di Jonas Vingegaard: “Sono stato bombardato tutto il giorno dagli attacchi della Jumbo-Visma, oggi sono stati bravissimi nella tattica di squadra. Hanno fatto un’ottima gara e per me l’ultima salita della giornata è stata davvero dura“.

Non so davvero quale sia stato il motivo del mio rallentamento – ha aggiunto lo sloveno -. Non ho avuto una buona condizione per il finale, ho dovuto lottare davvero fino al traguardo. Non ho mangiato abbastanza? Sono stato troppo attaccato dai Jumbo? Non lo so. Forse è un po’ di tutto. Questo non è stato davvero il mio giorno migliore. Vedremo domani all’Alpe d’Huez se riuscirò a fare meglio di oggi. Non mi arrendo ancora. Combatterò fino alla fine in modo da non avere rimpianti. Di certo so che continuerò a combattere: sappiamo che il Tour non è ancora finito e noi lotteremo fino a Parigi“.

La dodicesima tappa: ancora alta montagna

La dodicesima frazione della Grande Boucle è la Briançon-Alpe d’Huez (165,1 km)  è un vero e proprio tappone di montagna con i suoi 4500 e più metri di dislivello e vedrà i corridori affrontare nell’ordine il Col du Galibier (scalato per la seconda volta in due giorni), il Col de la Croix de Fer e l’Alpe d’Huez, tre salite fuori categoria che, a maggior ragione dopo quanto si è visto mercoledì, hanno le carte in regola per dare un nuovo scossone a una classifica generale che ha appena drasticamente cambiato volto.

Occhi puntati, naturalmente, su Vingegaard e Pogacar, con il secondo che ha accettato sportivamente la sconfitta di mercoledì e che, ovviamente, medita di restituire pan per focaccia al suo avversario. Impensabile, però ridurre a due il novero dei papabili per la conquista di questa iconica tappa che fa gola a tutti, ma in particolare ai transalpini in gara anche perché è stata piazzata nel giorno della festa nazionale francese.