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Quello del 2022 è un Tour de France che ricorderemo a lungo. La battaglia infinita tra Vingegaard e Pogacar entrerà di diritto nella storia dei più grandi confronti fra le due ruote, con due contendenti che hanno dato spettacolo.

Ma il danese e lo sloveno non sono stati gli unici protagonisti: Van Aert, ad esempio, ha fatto un Tour straordinario e ha meritatamente portato in Belgio la maglia verde.

Da tifosi, forse, sono stati gli azzurri a mancare all’appello.

Vediamo, comunque, le pagelle del Tour del France 2022.

Voto 10: Jonas Vingegaard

Protagonista assoluto. Il danese vince il Tour grazie ad una tenacia infinita, nel voler affondare (sportivamente) sin dal primo giorno quel fenomeno di Tadej Pogacar.

Per settimane gli tiene testa e anzi fa pure meglio, portando a casa due tappe (a Serre Chevalier e ad Hautacam) e mostra grande tenuta sia fisica che psicologica, affondando il colpo al Coule du Granon, dove ha costruito la sua vittoria.

Ma resterà nella memoria degli appassionati dello sport il gesto di aspettare il rivale caduto in discesa, in una romantica riedizione dello scontro Coppi-Bartali.

Voto 9: Tadej Pogacar

Un testa a testa emozionante, nello sport, deve purtroppo avere uno sconfitto. Che però solo nominalmente merita meno del vincitore: anche in questo Tour lo sloveno Pogacar ha dimostrato di essere un fenomeno, e nei primi dieci giorni sembrava poter dominare.

Poi, però, forse mal assistito dalla propria squadra, ha avuto una tappa di crisi che gli è costata la vittoria finale, nonostante il suo bilancio sia pazzesco: a conti fatti, le vittorie di tappa sono ben 3, con 4 podi di giornata, e in 21 tappe in 12 occasioni era nei primi 10.

Non passerà troppo tempo prima di rivederlo trionfare in una corsa a tappe.

Voto 10: Wout Van Aert

Tour strepitoso anche per Wout Van Aert, con tre successi di tappa e la conquista della maglia verde; ma non solo, il belga si rigenera nell’insolita veste di gregario di Vingegaard, riuscendo nella straordinaria tattica di Jumbo-Visma di sfiancare Pogacar e fargli perdere energia e tempo prezioso.

Missione riuscita perfettamente.

Voto 8,5: Geraint Thomas

Nonostante i 36 anni, il gallese ha raccolto il massimo possibile, ovvero il terzo gradino del podio dietro ai due protagonisti che davvero hanno fatto una gara a parte (e soprattutto hanno oltre dieci anni in meno).

Dopo aver vinto nel 2018 e conquistato il secondo posto l’anno successivo, ora per Thomas arriva anche un’ideale medaglia di bronzo.

Voto 8: Jasper Philipsen

Un velocista strepitoso.

La crescita di Philipsen si è concretizzata con la meritata vittoria di Parigi, e il classe 1998 ha comunque dato l’impressione di poterci essere anche nel futuro, dato che è sempre tra i primi nelle poche volate che il Tour, quest’anno, ha previsto.

Voto 7,5: Mads Pedersen

Tanta grinta ancora per l’ex Campione del Mondo, che finisce il suo Tour con una vittoria di tappa e tanti buoni piazzamenti. Puntando alle tappe singole, in un Giro di Francia che non lascia troppo spazio ai velocisti ha fatto tutto sommato molto bene.

Voto 7: Nairo Quintana

Un altro che davvero non molla mai. Sulle alpi va valere la sua grande esperienza, ed è da sottolineare il secondo posto al Col du Granon, dove sfrutta al meglio le condizioni della tappa. Crolla nei Pirenei, dove di fatto perde la top 5, ma resta autore di un grande Tour.

Voto 7: Thomas Pidcock

La zampata sull’Alpe d’Huez vale tutta la Grande Boucle del britannico, ma a molti resteranno impresse le immagini della discesa dal Col du Galibier , quando il campione olimpico di Mountain Bike, letteralmente, scendeva al doppio di tutti i suoi avversari.

Voto 6,5: Alberto Bettiol

L’abbiamo detto, gli italiani sono un po’ mancati in questo Tour. Bettiol, forse, è l’azzurro che maggiormente si mette in luce in una edizione non semplice per i nostri colori. Solo un po’ di sfortuna lo toglie, a Mende, da una vittoria di tappa che sarebbe stata anche meritata. Peccato.