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Di Alan Van Heerden, purtroppo scomparso nel 2009 a 56 anni, non si parlava da tempo. E tra i più giovani non molti conoscono la sua storia. Il suo nome è tornato a circolare sul traguardo della decima tappa del Giro d’Italia, la Pescara-Jesi.

Il motivo è abbastanza semplice: era stato lui l’unico africano a vincere una frazione della Corsa Rosa prima di Biniam Girmay e, anche in quel caso, successe nelle Marche, sul traguardo di Pesaro, nell’edizione del 1979. Il sudafricano correva per il team francese Peugeot-Esso-Michelin.

Dopo avere trionfato a marzo nella Gand-Wevelgem,  Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux) ha vergato una nuova pagina di storia del ciclismo diventando il primo corridore eritreo ad assicurarsi una tappa in un Grande Giro. Sul traguardo di Jesi “Bini” ha avuto la meglio sull’olandese Mathieu Van der Poel che ha riconosciuto il valore dell’avversario alzando il pollice in segno di approvazione poco prima di tagliare il traguardo.

Era dal 2009 che un atleta non riusciva a vincere nello stesso anno la Gand-Wevelgem e una tappa al Giro: vi riusci Edvald Boasson Hagen, che conquistò la frazione della Corsa Rosa con epilogo a Chiavenna.

I Muri Marchigiani, sulle strade di Michele Scarponi, hanno aperto la seconda settimana della Corsa Rosa. La Maglia Rosa resta sulle spalle di Juan Pedro Lopez. Roberto Mancini, commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio, ha fatto visita alla carovana rosa, nella sua Jesi.

Al Giro con l’obiettivo di vincere una tappa – ha raccontato un raggiante Girmay -. Tutto il team si è messo a disposizione, persino i corridori che devono curare la classifica generale. Domenico Pozzovivo in particolare è stato splendido nel finale. Ai meno 600 metri mi ha detto di seguirlo, ha spinto al massimo e sono riuscito a vincere” ha detto, subito dopo avere tagliato il traguardo.

Ma dopo i sorrisi, ecco le lacrime. E la storia ha dell’inverosimile.

L’eritreo non si è presentato in conferenza stampa a causa di un incidente, tanto banale quanto pericoloso, occorso sul palco premiazioni: aprendo la bottiglia di spumante è stato colpito in un occhio dal tappo. Il corridore dell’Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux è stato quindi portato in ospedale per accertamenti prima di essere dimesso.

Ma in mattinata la doccia gelata: Girmay non ripartirà quest’oggi verso Reggio Emilia. I danni all’occhio non destano preoccupazione, ma il team non vuole correre alcun rischio. Per lui il Giro finisce qui.

Mi sono messo a piangere quando siamo passati da Filottrano – ha invece raccontato Juan Pedro Lopez Perez, che ha mantenuto la maglia rosa sulle proprie spalle -. Non conoscevo personalmente Michele Scarponi ma ho avuto la fortuna di incontrare la sua famiglia. Ho la fortuna di conoscere Biniam Girmay, sono molto contento per lui perché è una persona molto umile. Io mi diverto con la maglia rosa sulle spalle, non so per quanto la terrò ma mi godo il momento“.

In classifica generale il portacolori della Trek-Segafredo guida con 12 secondi di vantaggio sul portoghese dell’UAE Team Emirates Joao Almeida e con 14 su Romain Bardet, francese in forza al Team DSM.

Un altro transalpino, Arnaud Démare (Groupama-FDJ), già vincitore di un paio di tappe, indossa la maglia ciclamino di leader della Classifica a Punti, mentre la maglia azzurra, che contraddistingue il leader del Gran Premio della Montagna, è sempre sulle spalle di Diego Rosa (Eolo-Kometa Cycling Team).