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Il Giro d’Italia è già letteralmente esploso all’ombra dell’Etna.

Dopo le prime tre tappe in terra ungherese e un giorno di riposo, utilizzato di fatto per il trasferimento in Sicilia, la corsa rosa è ripartita martedì con un primo vero arrivo in salita che ha subito fatto selezione, anche più di quello che ci si poteva aspettare.

Davanti la fuga come prevedibile è andata in porto: il percorso si prestava ad attacchi da lontano e sfruttando anche il vento il gruppetto staccatosi decisamente prima dell’arrivo è riuscito a battere quello principale, che pure dopo essere stato a quasi un quarto d’ora di distacco ha iniziato a spingere, riducendo il gap a sei minuti quando si è iniziato a fare sul serio ma ormai era troppo tardi.

Alla fine Lennard Kämna si è preso una prestigiosa vittoria di tappa mentre Juan Pedro Lopez la maglia rosa, strappandola a Mathieu Van der Poel. Il fenomeno belga può di fatto essere già soddisfatto della sua partecipazione e potrebbe anche ritirarsi prima delle Alpi per evitare sforzi inutili.

Tornando alla tappa di ieri, le notizie più interessanti sono arrivate comunque dai big, con Carapaz che ha messo in testa la sua Ineos a tirare, facendo male a diversi avversari, da Domoulin a, purtroppo, Vincenzo Nibali.

Il padrone di casa non è riuscito a tenere la ruota dei migliori e ora vede con il binocolo la Top 10, obiettivo che sembra già fuori portata. Lo Squalo farebbe meglio già a concentrarsi su una vittoria di tappa che a 37 anni sarebbe comunque un gran colpo e forse anche una gran chiusura di carriera.

Di sicuro non lo potrà fare oggi, quando si correrà ancora nella sua regione, visto che la tappa non è certo per scalatori. L’asperità del Portella Mandrazzi è posta a troppi chilometri dal traguardo per poter anche solo far pensare a qualcuno di provarci e l’arrivo in volata è quasi scontato, con Cavendish atteso protagonista.

Gli avversari per il corridore dell’Isola di Man non mancheranno: parliamo dei soliti Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), Arnaud Demare (Groupama-FDJ), Caleb Ewan (Lotto-Soudal), Biniam Girmay (Intermarché-Wanty-Gobert) ma anche per quanto riguarda gli italiani Giacomo Nizzolo (Israel-Premier Tech), Simone Consonni (Cofidis) ed Alberto Dainese (Team DSM).

I pedali veloci sono ancora tutti lì, a differenza di Miguel Angel Lopez, primo big ad alzare bandiera bianca: “È davvero triste finire il Giro in questo modo, dopo appena quattro giorni dalla partenza, a causa di un infortunio. Lo staff del team ha fatto tutto il possibile per aiutarmi a recuperare in questi giorni, ma è stato impossibile. Speravo giorno dopo giorno che migliorasse e potevo superarlo, ma oggi non riuscivo a spingere normalmente i pedali a causa del dolore alla coscia“.

Un altro duro colpo per l’Astana che già sta facendo i conti con le difficoltà di Vincenzo Nibali. Il siciliano sarà a tutti gli effetti il capitano della squadra kazaza che però in un giorno solo ha forse detto addio a tutte le sue poche chances di podio per quanto riguarda la classifica finale.

Il Giro d’Italia comunque è lungo e ci saranno occasioni per mettersi in mostra e portare a casa tappe.