Vai al contenuto

Terza affermazione di un corridore italiano al Giro 2022. Dopo Dainese e Oldani è stato Giulio Ciccone a tagliare per primo il traguardo.

L’abruzzese lo ha fatto a Cogne mettendosi alle spalle un periodo non facile e dando così la migliore risposta ai critici. Il corridore della Trek-Segafredo, che nel 2019 si portò a casa la maglia azzurra, faceva parte di un gruppo di 25 fuggitivi protagonisti di un’azione decisa quando mancavano cento chilometri al traguardo posto nell’amena località valdostana. Il primo di loro a muoversi sul GPM di Pila-Les Fleurs è stato Koen Bouwman, che però è stato ripreso da Martijn Tusveld e Mathieu Van der Poel.

Lungo l’ascesa di Verrogne Giulio Ciccone è rientrato sulla testa della corsa in compagnia di Santiago Buitrago, Antonio Pedrero e, in un secondo momento, anche Hugh Carthy e Rui Costa.

A 19 km dall’arrivo, sul tratto più duro dell’ascesa che portava a Cogne, è arrivato lo strappo decisivo dell’abruzzese che è riuscito a mettere più di 1’30” tra sè e gli avversari. Il gruppo della maglia rosa Richard Carapaz ha chiuso a 7’48” preceduto da un combattivo Guillaume Martin: il francese della Cofidis, dopo aver attaccato lungo la discesa di Verrogne, ha guadagnato 1’42” risalendo fino alla decima posizione della classifica generale.

Domenica è arrivata la terza vittoria per Giulio Ciccone al Giro d’Italia dopo la decima tappa conquistata nel 2016 a Sestola e la sedicesima tappa del 2019, con epilogo a Ponte di Legno.

È la settima vittoria da professionista per lo scalatore abruzzese, che ha rotto un non breve digiuno: l’ultima era infatti arrivata il 16 febbraio 2020 al Trofeo Laigueglia. “È valsa la pena soffrire così – ha raccontato Ciccone dopo avere tagliato il traguardo -. Questa vittoria arriva dopo un periodo difficile in cui sono stato molto sfortunato. Sapevo che sarei dovuto rimanere concentrato e che qualcosa di buono sarebbe arrivato. Negli ultimi 10 km ho avuto tanti pensieri in testa, mi è piaciuto il supporto della gente. Era una sensazione che mi è mancata per un po’. Dopo un mese in ritiro con Juan Pedro Lopez ero convinto che avrebbe fatto un bel Giro. E’ stata una grande soddisfazione per il team ma allo stesso momento è stato strano vederlo in maglia rosa, perché in lui ho visto il Giulio Ciccone spensierato del 2019. Il giorno del Blockhaus per me è stato molto duro, reso ancor più complicato dal fatto di correre sulle strade di casa“.

Nella classifica generale Richard Carapaz (Ineos Grenadiers) guida davanti a Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) a 7″ e a Joao Pedro Almeida (UAE Team Emirates): il portoghese è a mezzo minuto dal battistrada.

Il ritmo è stato alto fino alla prima salita. Abbiamo provato a tenere la fuga vicina. La terza settimana sarà decisiva, la fatica degli ultimi giorni farà la differenza. Ci sono delle tappe difficili ma questo mi dà morale perché le montagne sono il mio territorio. È meglio difendere che attaccare, in classifica siamo tutti molto vicini ma è bello avere questo vantaggio” ha invece osservato l’ecuadoriano in rosa, che compirà 29 anni il prossimo 29 maggio.