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Chi sarà a succedere ad Adam Yates nell’albo d’oro del Giro di Catalogna che scatta lunedì? Forse il fratello Simon?

È quello che si stanno chiedendo gli appassionati di ciclismo. Di sicuro ci aspetta una settimana intrigante, perché una delle corse a tappe più antiche della storia (è giunta all’edizione numero 101, solamente il Tour de France e il Giro d’Italia sono nati prima) ha tutto per mettere a dura prova i partecipanti.

Tra cui c’è anche un drappello di italiani, con Giulio Ciccone e Fausto Masnada che cercheranno di dire la loro. Va comunque sottolineato che la tradizione dei nostri al Giro di Catalogna non è particolarmente brillante. Negli anni ’70 l’hanno vinta Franco Bitossi, Felice Gimondi, Fausto Bertoglio e Francesco Moser, ma poi si è dovuto attendere il 1994 per vedere trionfare Claudio Chiappucci.

Nel 2011 l’ultima affermazione di un italiano: si impose il povero Michele Scarponi, che si vide assegnare la vittoria dopo la squalifica inflitta ad Alberto Contador. Insieme con Simon Yates, che corre per la BikeExchange Jayco, da tenere d’occhio un paio di portacolori della INEOS-Grenadiers (nel 2021 dominò: primo Adam Yates, secondo e terzo Richie Porte e Geraint Thomas), vale a dire proprio Porte e Richard Carapaz.

In corsa anche l’inossidabile Alejandro Valverde: l’alfiere della Movistar, che compirà 42 anni il prossimo 25 aprile, ha vinto il Giro di Catalogna nel 2017 e nel 2018. Tra i papabili un altro corridore di notevole esperienza, Michael Woods, in forza all’Israel Premier-Tech. Grande curiosità desta anche la partecipazione del talentuoso Tom Dumoulin (Jumbo-Visma).

La prima tappa, in programma lunedì, scatterà da Sant Feliu de Guixols e arriverà nello stesso paesino. Il massiccio del Gavarres potrebbe cominciare a creare qualche difficoltà.

La seconda tappa prenderà il via da L’Escala: porterà la carovana a Perpignan, con uno sconfinamento in Francia. La selezione vera e propria dovrebbe cominciare nella terza frazione: saranno tre i passi di prima categoria a mettere alla frusta i concorrenti in una tappa che si concluderà alla stazione sciistica di La Molina.

Ancora più dura e destinata a cambiare le carte in tavola sarà la tappa successiva con l’ascensione del Boi Taüll, asperità reinserita nel percorso dopo vent’anni d’assenza. A oltre 2.000 metri si toccherà il punto più elevato di tutto il Giro di Catalogna. Tre, anche questa volta, i passi di prima categoria a mettere alla frusta i corridori.

Archiviata l’alta montagna, con tutto ciò che comporta in termini di fatica, la quinta tappa porterà da la Pobla de Segur a Vilanova i la Geltrú. Con 206,3 chilometri è la frazione più lunga di tutto il Giro di Catalogna: ha tutto per concludersi in volata, perché non presenta particolari difficoltà, bisognerà capire se ci sarà ancora qualche sprinter, o comunque ruota veloce, ancora in gara.

La sesta e la settima tappa non sono prive di difficoltà, tanto in quella che scatterà e arriverà a Salou-Cambrils che in quella conclusiva la cui linea di partenza e quella di arrivo sono state collocate a Barcellona.

Nel giorno dell’epilogo la salita del Montjuic sarà affrontata sei volte.