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Se non è irrilevanza poco ci manca, ma i ciclisti italiani in questo 2024 non si sono ancora fatti notare. Un dato abbastanza triste in un anno che porta alle Olimpiadi di Parigi dove in teoria potremmo ambire a qualche medaglia.

Naturalmente parliamo a livello maschile visto che tra le donne abbiamo una campionessa come Elisa Longo Borghini che ogni volta ci stupisce di più, e la vittoria all’ultimo Giro delle Fiandre è stato una piacevole conferma.

Tuttavia i risultati degli uomini nei primi 4 mesi di questo 2024 sono stati a dir poco scadenti.

Mozzato e poco altro

Tra i ciclisti italiani il miglior risultato è stato ottenuto da un totale outsider, quel Luca Mozzato che dopo aver disputato un buon Tour de France nel 2023, con vari piazzamenti in volata nella top 10, è arrivato addirittura secondo al Giro delle Fiandre.

Mozzato però era un nome “da addetti ai lavori”, il tifoso medio, quello che non segue proprio tutto, non era a conoscenza, chissà, dell’esistenza di questo sprinter veneto tesserato per l’Arkea, squadra bretone del World Tour che però fa una gran fatica a rimanere nella élite.

I ciclisti italiani “top” invece fin qua non hanno ancora lasciato il segno. Filippo Ganna aveva guadagnato molto credito in ottica Milano – Sanremo per esempio, o a proposito della Parigi – Roubaix, ma il “Gigante di Verbania” non è ancora riuscito a incidere.

Se leviamo l’exploit di Mozzato comunque siamo fermi alle due vittorie di Jonathan Milan in volata alla Tirreno-Adriatico, e meno male che lo sprinter friulano è uno dei migliori interpreti della specialità.

Una Tirreno-Adriatico dove comunque nessuno dei ciclisti italiani è riuscito a entrare in top 10 nella classifica generale. Idem alla Parigi – Nizza o al Giro dei Paesi Baschi dove, nonostante i vari ritiri, a parte qualche minuscolo piazzamento di Samuele Battistella nessun italiano si è fatto notare.

damiano caruso
Damiano Caruso, siamo ancora aggrappati a lui per le corse a tappe. Getty

Ciclisti italiani, un 2024 da dimenticare?

Ora che stanno per iniziare le grandi corse a tappa la domanda d’obbligo è: su chi possiamo concretamente puntare? Uno dei ciclisti italiani più in palla, Giulio Ciccone, ha dovuto subire una delicata operazione chirurgica e forse tornerà al Tour de France.

Dietro di lui Damiano Caruso, a cui tutti vogliamo molto bene, e che nel 2021 centrò un clamoroso podio al Giro d’Italia; il siciliano però ha quasi 37 anni e non può rappresentare il futuro.

Le alternative ancora faticano ad emergere, da Tiberi a Zana, che per ora vengono considerati sono dei gregari dei rispettivi capitani. Chissà che al Giro d’Italia non possano davvero issarsi al top della classifica generale visto che in fondo dietro Pogacar la battaglia sarà molto aperta.

Il problema in realtà è che a parte le squadre invitate alla Corsa Rosa gli italiani non sono i capitani dei rispettivi team a parte Caruso e in parte Ganna. In ottica anche mondiale e Olimpiadi per quanto riguarda le corse su strada la situazione è abbastanza grigia.