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Alla prima sosta del campionato, dopo 7 giornate, il Napoli di Luciano Spalletti domina la classifica (in coabitazione con l’Atalanta) e fa sognare una tifoseria che negli ultimi anni è andata incontro spesso a delusioni cocenti.

Un primato corroborato dai numeri, come possiamo vedere dalle statistiche fatte registrare in questo primo scorcio di campionato.

Cosa funziona nel Napoli: un possesso palla fruttuoso e finalizzato al gol

È un Napoli bello e concreto: al maggior numero di gol segnati in campionato (15, alla pari con l’Udinese) corrisponde anche il maggior numero di passaggi effettuati, ben 3722 (con una precisione dell’87%, anche in questo caso la migliore), quasi 300 in più rispetto alla seconda in graduatoria, l’Inter.

Da notare come le squadre che fanno registrare il maggior numero di passaggi dopo il Napoli, ovvero Inter, Fiorentina e Monza, sono in situazioni di classifica decisamente peggiori: un ulteriore sottolineatura che il possesso palla è un elemento importante solo se finalizzato bene. 

È da sottolineare il fatto che ben il 31,4% dei passaggi effettuati dalla squadra partenopea sono in direzione dell’area avversaria, segno di una squadra che pratica un possesso palla propositivo e offensivo. La percentuale di successo dei passaggi effettuati nella metà campo avversaria è molto alta, pari all’81,1%.

Un attacco che fa bene alla difesa

Un possesso palla così ben eseguito ovviamente toglie anche spazi e tempi all’iniziativa avversaria: il Napoli ha effettuato poche respinte difensive (103, 13° posto in graduatoria) e pochi falli (69, 16° posto).

I contrasti sono stati solo 111 (10° posto), con una percentuale di successo del 53%. Su 5 gol subiti, 2 sono arrivati da conclusioni dalla distanza, segno che gli avversari hanno difficoltà a recuperare palla e ribaltare l’azione in maniera rapida ed efficace.

Dove può ancora migliorare questo Napoli

Nonostante la manovra scorra fluida e i gol siano numerosi, la squadra di Spalletti ha ancora margini di miglioramento in fase offensiva: in quanto a precisione dei cross è solo al 4° posto insieme al Milan, con il 29%, alle spalle di Roma, Bologna e Sassuolo, ma soprattutto la percentuale di realizzazione può essere decisamente migliorata.

Con 15 gol segnati su 88 tiri, il Napoli fa registrare una percentuale di realizzazione pari al 17%, che lo pone al 5° posto nella graduatoria alle spalle di Atalanta, Spezia, Lazio e Udinese (in vetta con il 24%).

Il fatto che ben due elementi titolari dell’attacco, ovvero Victor Osimhen e Hirving Lozano, abbiano già subito infortuni pesanti che hanno costretto le loro “riserve” (difficile stilare gerarchie fisse in un reparto così ricco) a fare gli straordinari in un periodo in cui si gioca ogni tre giorni può spiegare anche qualche sbavatura in attacco.

C’è anche da considerare che i due centravanti che si sono alternati, Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori, sono entrambi neo-acquisti arrivati tardi durante il mercato estivo, e quindi con maggiori difficoltà per entrare nei meccanismi di una squadra già ben oliata da un anno con lo stesso tecnico.

Un elemento che possiamo notare è anche il fatto che su 15 gol segnati solo 1 è arrivato con una conclusione da fuori area: al di là del grande lavoro in fare di costruzione della manovra che porta spesso i giocatori a concludere in posizione ottimale all’interno dell’area avversaria, ci ricorda che il Napoli quest’estate ha perso un grandissimo specialista dei tiri dalla distanza, ovvero Fabian Ruiz, sostituendolo con un giocatore come Tanguy Ndombelé più portato all’inserimento che alla conclusione da fuori.