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Come tutti i tifosi interisti sanno bene, in casa nerazzurra le cose sono sempre esagerate.

Le vittorie, con scudetti vinti abbattendo record e coppe conquistate ottenendo triplete, le sconfitte, con cocenti umiliazioni per mano di squadre nettamente inferiori e quando i risultati parevano a portata di mano, e anche i dissidi interni nello spogliatoio, che mai restano confinati alle mura di Appiano Gentile ma sono sempre riportati con dovizia di particolari (e talvolta anche ricami inventati) da tutti gli organi di informazione. 

Emblematico è stato il caso della lite tra Mauro Icardi e Luciano Spalletti, lite che si è progressivamente ingigantita passando per la lente d’ingrandimento dei media e dei social e che divenne una telenovela capace di destabilizzare il mondo nerazzurro anche a livello sportivo ed economico.

Ma cerchiamo di ricostruire le tappe di una vicenda che, nonostante sia stata portata sotto ogni tipo di riflettore, è rimasta sempre abbastanza confusa. 

L’ascesa di Icardi a capitano dell’Inter

Mauro Icardi arriva all’Inter nel 2013, proveniente dalla Sampdoria. Giovanissimo attaccante argentino con un incredibile fiuto per il gol, arriva a Milano portandosi dietro anche una storia che rende felici i giornali di gossip: a Genova infatti il giovane Mauro ha iniziato una relazione con la connazionale Wanda Nara, showgirl e moglie del compagno di squadra Maxi Lopez, anche se il rapporto tra i due era agli sgoccioli. 

Dopo il trasferimento a Milano, Mauro si impone in brevissimo tempo come l’attaccante titolare dell’Inter, centrando la vittoria del titolo di capocannoniere in due occasioni, nel 2015 e nel 2018, nonostante il rendimento a dir poco incostante della squadra nerazzurra.

Mauro diventa in breve tempo uno dei migliori marcatori della storia nerazzurra e nel 2016 gli viene assegnata anche la fascia di capitano. Nel frattempo, il giocatore decide di rinunciare al procuratore e di far seguire i suoi interessi dalla moglie, nella veste di agente

Nella stagione 17/18 alla guida dell’Inter arriva Luciano Spalletti, allenatore toscano che tiene molto al rispetto delle gerarchie nello spogliatoio. Il rapporto tra Spalletti e Icardi è buono e sul campo l’argentino ha un rendimento strepitoso, arrivando a segnare 29 reti in campionato ed iniziando ad evolvere in suo gioco operando con successo anche fuori dall’area in veste di uomo assist. 

L’inizio della stagione successiva è un po’ più tribolato, per via di alcuni problemi fisici, ma comunque non fa mancare il suo apporto di gol in Champions League e in campionato, anche se non con la regolarità e la qualità della stagione precedente. Nel frattempo però si inizia a parlare di rinnovo del contratto, alla luce della straordinaria stagione precedente. 

L’inizio della crisi: il rinnovo e la gestione da parte della moglie/agente

L’agente e moglie di Mauro, Wanda Nara, è anche ospite regolare di trasmissioni televisive e inizia ad esprimere critiche sulla composizione della rosa nerazzurra, mancante a suo avviso di giocatori in grado di esaltare le doti balistiche del marito e assistito. 

Contemporaneamente, rende noto l’interesse di varie altre squadre per Icardi e afferma che le trattative per il rinnovo con l’Inter non procedono per il verso giusto, dal momento che l’offerta economica non viene ritenuta adeguata. 

Ai primi di gennaio avviene il primo episodio che inasprisce i rapporti tra la famiglia Icardi e l’Inter: al ritorno dalle vacanze in Argentina, Icardi ritarda di un giorno a causa di un volo cancellato. L’Inter, nonostante in passato episodi del genere furono perdonati, gli affibbia una multa di 100mila euro, che Wanda Nara non manca di sottolineare in maniera seccata sui social. 

Nonostante le frasi rassicuranti di Beppe Marotta, a.d. nerazzurro, Wanda Nara continua a lanciare criptiche provocazioni via social, ma per tutto gennaio le parti si dicono tranquille sul futuro rinnovo del contratto, anche se i tifosi iniziano a rinfacciare ad Icardi il can-can mediatico come causa delle sue ultime scarse prestazioni. 

Ai primi di febbraio però Spalletti parla della trattativa per il rinnovo come di un problema da risolvere per la società, e in 13 febbraio 2018 la società rilascia un freddo comunicato su Twitter: il nuovo capitano della squadra è Samir Handanovic.

I giornali riportano notizie di un Icardi infuriato che avrebbe lasciato anzitempo la Pinetina, non rispondendo alla convocazione per la partita di Europa League contro il Rapid Vienna. Spalletti parla di “decisione condivisa”, ma è ormai appurato che alla base di tutto ci sia un pesante litigio tra il tecnico e l’attaccante. 

Icardi contro Spalletti: lo scontro senza nessun vincitore

Da quanto è stato ricostruito, Icardi si sarebbe scontrato con Spalletti, rigettando le critiche mosse dall’allenatore alla squadra dopo la partita con il Parma. Nonostante la vittoria risicata, Icardi rispedì al mittente le critiche mosse a lui e ai compagni. Spalletti ritenne che dopo questo episodio Icardi non potesse più ricoprire il ruolo di capitano, ma all’imposizione di abbandonare la fascia Mauro reagisce molto male, abbandonando il ritiro e rifiutandosi di scendere in campo, adducendo un vecchio fastidio al ginocchio come motivazione. 

L’Inter dichiara che per loro il giocatore è disponibile, e tra le parti inizia un braccio di ferro che si risolve solo a marzo inoltrato. Mauro rientra ufficialmente nella lista dei disponibili, ma Spalletti si rifiuta di convocarlo per il fondamentale match contro la Lazio, nonostante l’assenza di Lautaro Martinez.

L’allenatore sostiene che è “umiliante trattare per far indossare la maglia dell’Inter a Icardi”. La sconfitta contro i biancocelesti mette in pericolo la qualificazione in Champions League, fondamentale per le finanze nerazzurre.

I rapporti restano estremamente tesi, nonostante al rientro contro il Genoa segni un rigore e serva un assist per il gol di Ivan Perisic. All’ultima giornata di campionato, nel decisivo confronto contro l’Empoli, Mauro sbaglia il rigore del possibile 2-0, costringendo poi la squadra a lottare fino all’ultimo per difendere il quarto posto dall’assalto della Lazio. 

Si tratta dell’ultima, ingloriosa apparizione di Icardi con la maglia nerazzurra: in estate Spalletti viene esonerato, ma il nuovo allenatore Antonio Conte esclude categoricamente che Icardi possa rientrare nel progetto tecnico interista. Al neo acquisto Romelu Lukaku viene assegnata la maglia numero 9 che era di Icardi, e a quel punto appare chiaro che per l’ex capitano non c’è proprio nessuno spazio.

Il triste epilogo della vicenda

Wanda Nara cerca acquirenti per il marito, il quale continua a professare amore per i colori nerazzurri, in maniera quasi surreale, e che non vorrebbe assolutamente cambiare maglia, o quantomeno città.

Per la società, che aveva acquistato Icardi ad un prezzo contenutissimo e che deve rispettare le imposizioni del Fair Play Finanziario UEFA, la cessione di Icardi rappresenterebbe un’enorme plusvalenza, ma non si vuole certo rinforzare una diretta concorrente come Milan o Juve, le squadre che consentirebbero agli Icardi di continuare a vivere a Milano.

Alla fine si trova l’accordo per il trasferimento di Icardi al Paris Saint-Germain, dove nelle due stagioni successive avrebbe conquistato un campionato francese, due Coppe di Francia, una Coppa di Lega e una Supercoppa francese, per 50 milioni più eventuali altri 22 milioni di bonus.

Ma nell’accordo tra l’Inter e PSG trova spazio anche un’eventuale penale di ulteriori 15 milioni in caso di cessione del giocatore in Serie A, per scongiurare il pericolo di vedere l’ex capitano con la maglia del Milan o della Juventus, vista la palese intenzione della famiglia Icardi di restare a vivere a Milano.