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L’annata calcistica italiana 1990-1991 è passata alla storia come il teatro dell’impresa della Sampdoria, una squadra che ha saputo cogliere il momento e farsi strada fino alla vetta del calcio nazionale, dopo anni in cui sembrava sempre a un passo dal trionfo in campionato.

La stagione post mondiale

L’89^ edizione del campionato italiano ha visto l’introduzione di novità regolamentari importanti, una delle quali è stata l’introduzione del rosso diretto per fallo da ultimo uomo e l’eliminazione della regola del fuorigioco in linea, con l’introduzione della distinzione tra offside attivo e passivo.

Il sipario si alza con l’inizio del campionato il 9 settembre, dopo i freschi ricordi dei Mondiali di calcio. La scena è subito dominata dal Parma, neopromosso che si posiziona tra i papabili per il titolo insieme a squadre come il Napoli campione in carica, la Juventus miliardaria che può sfoggiare il nuovo acquisto Roberto Baggio, l’Inter dei tedeschi freschi campioni del Mondo e il Milan del trio olandese campione d’Europa nelle annate 89 e 90. Tra di loro spunta anche la sorprendente Sampdoria, del duo Vialli e Mancini che sembrano essere giunti alla giusta maturazione calcistica e sono animati da una voglia di rivalsa particolare dopo un Mondiale sottotono per entrambi.

Lo sprint iniziale e tutto per la squadra di Sacchi, il Milan, che si porta inizialmente in testa con un’ottima partenza. Nel corso delle giornate però è la Sampdoria che, battendo proprio i rossoneri, ruba lo scettro della leadership. L’Inter nel frattempo guadagna momentaneamente il vertice a seguito di rinvii delle partite di Sampdoria e Milan per cause atmosferiche e impegni internazionali (il Milan si reca in Giappone per coppa Intercontinentale).

Il crescendo blucerchiato

Con il via del girone di ritorno, la lotta per lo scudetto si infiamma con Inter, Milan e Sampdoria che lottano gomito a gomito, divise da pochi punti. Nelle prime giornate del girone di ritorno si stacca dal gruppo di testa la Juve di Maifredi che palesa una preoccupante fragilità difensiva. Ampiamente fuori dai giochi fin dall’autunno è invece il Napoli scudettato, che nel corso della stagione dovrà anche fare i conti con lo scandalo che travolge la sua stella più luminosa, Diego Armando Maradona, trovato positivo al doping dopo una gara interna contro il Bari nel Marzo del 1991.

Insomma i doriani ci credono ma devono anche affrontare un girone pieno di scontri diretti, ostacoli dove la Samp si era sciolta negli anni precedenti. Ma che il vento sia cambiato per i ragazzi del presidente Mantovano lo si intuisce proprio nei big match: è in queste battaglie che la Sampdoria mostra il suo vero valore, superando avversari del calibro di Juventus e Milan, e consolidando la sua posizione di dominatrice assoluta. Emblematico in questo senso è il match del 5 Maggio 1991, quando gli uomini di Boskov fanno visita all’Inter, staccata di appena 3 punti e decisa a riaprire i giochi scudetto con 3 giornate ancora da giocare: la Sampdoria gioca una partita da squadra finalmente matura, resistendo agli assalti di un’Inter indemoniata che cerca la vittoria ad ogni costo. Le parate di Pagliuca, le volate di Lombardo, la sagacia tattica di Dossena e un Vialli nel prime della sua carriera da bomber permettono ai blucerchiati di vincere per 2-0, ipotecando lo scudetto.

La stagione raggiunge il suo apice il 19 maggio 1991 quando la Samp viene incoronata per la prima volta nella sua storia campione d’Italia, una vittoria netta per 3-0 contro il Lecce segna il trionfo che coronava il lavoro dell’amatissimo presidente Paolo Mantovani e del consolidato gruppo guidato in prima linea dall’attaccante di punta, Gianluca Vialli.

Genova capitale del calcio

La città di Genova celebra un’altra eccellenza calcistica in quella storica annata, con il Genoa che, grazie alla guida di Osvaldo Bagnoli e agli acuti del cecoslovacco Tomas Skuhravy, si guadagna un incredibile quarto posto, segnando una memorabile stagione per il calcio genovese, che vede per la prima volta due squadre qualificate alle coppe europee. L’exploit del Genoa non è passato inosservato: sotto la guida di Bagnoli, la squadra ha ottenuto un lusinghiero quarto posto grazie ai 15 gol di Skuhravy, qualificandosi alla Coppa UEFA, mentre Aguilera ha contribuito con 15 gol in campionato, doppiando il suo bottino rispetto alla stagione precedente e consolidando così il grande momento del calcio genovese

Se la sorpresa della stagione è il Genoa, unitamente alle altre due qualificate alla coppa Uefa cioè Torino e Parma, le delusioni sono senza dubbio Juventus e Napoli, che sembrano perdere smalto e finiscono fuori dalle posizioni europee per un punto

In fondo alla classifica, Cesena e Bologna sono costrette a fare i conti con la retrocessione per prime, seguite poi da Pisa e Lecce, mentre il Cagliari centra una clamorosa salvezza al suo ritorno in Serie A sotto la guida di un giovane mister che risponde al nome di Claudio Ranieri.

Uno scudetto targato Vialli

Focalizzandoci sui singoli di quel trionfo blucerchiato ancora vivo nella memoria degli appassionati, Gianluca Vialli si è dimostrato un vero campione facendo valere il suo talento nonostante le voci di un possibile addio alla Sampdoria a favore del Milan di Sacchi e Berlusconi.

Una telenovela di mercato infinita, che si conclude con la romantica dichiarazione d’amore di Vialli per la Samp e per Genova tutta, nell’ormai famosa risposta data al presidente Berlusconi: “Presidente, grazie mille, ma quando io apro la finestra di casa mia sa cosa vedo? Il mare…”. Vialli quindi rimane e come lui tanti altri protagonisti di quella squadra che all’epoca facevano gola alle grandi del nostro calcio, da Mancini, a Lombardo, a Vierchowood, a Pari. Tutti uniti verso un sogno e con una promessa solenne: nessuno si muove finché lo scudetto non arriva sulle maglie sampdoriane.

Rinunciando al trasferimento e onorando il patto con la squadra, Vialli ha contribuito a far sì che la Sampdoria conquistasse il titolo di campione con 19 gol decisivi che gli hanno valso il titolo di capocannoniere.