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Quando il gatto non c’é i topi ballano, recita il noto modo di dire. All’Allianz Stadium tuttavia Gatti è sceso in campo e ha punito con l’ormai classico colpo di testa su calcio piazzato il Napoli. Seconda sconfitta consecutiva in Serie A per i campioni d’Italia, terza se si considera anche il ko col Real Madrid in Champions League.

La Juventus torna dunque in testa alla classifica ed effettua l’ennesimo sorpasso sull’Inter, che può però riprendersi il primato battendo l’Udinese. Il Napoli invece affonda sempre più, rimanendo ancorato a 24 punti in classifica. Esattamente un anno fa gli azzurri divertivano e si divertivano, oggi sembrano solo l’ombra di quel gruppo così coeso. Il risultato è il -17 nel confronto rispetto al percorso scudettato di Spalletti.

Gatti usa la testa, Kvaratskhelia no

E pensare che ai nastri di partenza della stagione Gatti non era considerato un titolare nello schieramento della Juventus. Al numero 4 bianconero veniva affibbiato il ruolo di comprimario, pronto a tappare eventuali buchi causati da infortuni o squalifiche. Invece, così come Cambiaso (altro simbolo della Nuova Signora) l’ex Frosinone sta diventando sempre più protagonista.

Il gol realizzato al Napoli è il secondo consecutivo di Gatti in Serie A, dopo quello segnato al Monza. Così come tutta la Juventus, il numero 4 bianconero si è reso protagonista di un crescendo rossiniano dall’autogol contro il Sassuolo alla decisiva rete contro i campioni d’Italia. Partendo dalla solidità difensiva, marchio di fabbrica di Allegri, l’ex Frosinone si è evoluto in un’autentica minaccia sui calci piazzati.

Chi invece sta effettuando un percorso inverso a quello di Gatti è Khvicha Kvaratskhelia, il quale sembra la controfigura del georgiano che ha illuminato la Serie A nella scorsa stagione. Quando manca fiducia e sicurezza nei propri mezzi capita di commettere errori, ma quello del 77 contro la Juventus non si può ridurre solo a questo.

L’involuzione del Napoli rispetto alla scorsa stagione si rispecchia nelle prestazioni dei suoi uomini migliori, tra i quali lo stesso Kvaratskhelia. Ancora sul punteggio di 0-0, il georgiano è stato messo solo davanti la porta da Osimhen (l’ultimo ad arrendersi anche contro la Juventus), ma è stato ipnotizzato da Szczesny, calciando fuori dallo specchio. Tatticamente né Garcia Mazzarri sono riusciti a liberare il 77, che è parso un topo intrappolato nella tattica difensiva di Allegri.

L’importanza della difesa

Mai come in questo Juventus-Napoli è stata evidente l’importanza di un reparto spesso messo in secondo piano come la difesa. Massimiliano Allegri ha costruito il suo pensiero e il suo percorso da allenatore sulle statistiche difensive, ma in questo 15° turno di Serie A c’è stato molto di più. Se da una parte il difensore goleador Gatti regala il successo ai bianconeri, dall’altra si sente sempre di più l’assenza di Kim.

Nella Juventus è rientrato capitan Danilo e ha immediatamente sfoderato una prestazione da leader. Bremer sovrasta a livello fisico qualsiasi attaccante si trovi a marcare, mentre Gatti è l’anello di congiunzione di un reparto che in questa stagione sfiora la perfezione. Se Kim l’anno scorso è stato il valore aggiunto del Napoli, quest’anno la sua mancanza è probabilmente il principale motivo dell’inflessione partenopea.

Se il Napoli di Spalletti ha messo in risalto il bel gioco e la grande mole offensiva, la Juventus di Allegri poggia sulle solide base della sua retroguardia. Due visioni agli antipodi, ma entrambe vincenti. Non sono le assenze in difesa che hanno decretato la sconfitta dei partenopei, bensì l’errore condiviso da Rrahmani e Di Lorenzo sul salto di Gatti. Entrambi fuori tempo, hanno permesso per mancanza di tempismo e dialogo di lasciar svettare il numero 4 bianconero.

Il mondo sembra essersi ribaltato rispetto a gennaio 2023, quando gli azzurri di Spalletti dominarono la Juventus e si imposero con un roboante 5-1. Chiesa domina la partita attraverso serpentine che uniscono la tecnica di Kvaratskhelia alla potenza di Osimhen, mentre Mazzarri non riesce a limitare i punti di forza della banda Allegri. Kim non c’è più, Gatti invece sì. E il Napoli non balla.