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Nella curiosa, a dir poco, posizione di una squadra campione d’Italia costretta a un netto ridimensionamento dei costi, l’Inter ha risolto il contratto con Antonio Conte, ingaggiando l’emergente Simone Inzaghi dopo i suoi successi con la Lazio, e tratta la cessione del suo giocatore più prezioso, Achraf Hakimi.

Come se non bastasse, un altro dei pezzi pregiati della rosa, quel Christian Eriksen che ha impiegato un anno buono prima di arrivare a giocare ai livelli che tutti si aspettavano da lui, è stato vittima di un malore alla sua prima partita di Euro 2020 che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso.

L’allarme per le condizioni del giocatore è rientrato, ma dovrà convivere con un defibrillatore sottocutaneo, che ne preclude l’idoneità agonistica in Italia.

Lo smacco al Milan per sostituire Eriksen

Appurata la salute del ragazzo, per l’Inter si è aperto il problema della sua sostituzione, visto il ruolo fondamentale che si era creato Eriksen nel 3-5-2 di Conte negli ultimi mesi, come mezzala sinistra, e che presumibilmente avrebbe dovuto avere anche nello stesso schieramento adottato da Inzaghi.

La scelta per il sostituto è ricaduta su un giocatore disponibile a parametro zero ma il cui ingaggio ha avuto qualcosa di clamoroso: si tratta infatti del turco Hakan Calhanoglu, il trequartista turco che nelle ultime 4 stagioni ha vestito la maglia numero 10 del Milan.

Libero da vincoli contrattuali con i rossoneri, il turco ha firmato per i cugini nerazzurri causando lo sconcerto tra i tifosi milanisti, che dopo aver visto Donnarumma svincolarsi a zero, hanno dovuto salutare un altro dei giocatori di maggior valore della propria rosa senza incassare un euro, per di più con l’aggravante di vederlo indossare la casacca degli acerrimi nemici cittadini.

L’attraversamento del Naviglio da parte di Calhanoglu è stato visto come la soluzione alla rinuncia forzata ad Eriksen e la volontà di dare ad Inzaghi un giocatore che potesse ricoprire il ruolo che nella sua Lazio ricopriva lo spagnolo Luis Alberto, ovvero il regista mobile in uno schieramento che prevede un mediano di copertura basso, che a Roma era Lucas Leiva e nell’Inter sarà con ogni probabilità Brozovic, e un altro centrocampista di gamba e abile negli inserimenti (in questo caso sarà Barella a dover “fare le veci” di Milinkovic-Savic).

Calhanoglu è il nuovo Luis Alberto di Inzaghi?

Da un certo punto di vista si vedono alcune similitudini tra lo spagnolo e il turco, con Luis Alberto arrivato in Italia come trequartista puro (tanto che Inzaghi lo faceva inizialmente giocare alle spalle dell’unica punta Immobile) e trasformato con il tempo in mezzala creativa. Anche Calhanoglu, dal punto di vista della posizione, dovrà fare qualche passo indietro e imparare a giocare in una posizione che richiede maggiore applicazione in fase difensiva.

Ma in realtà non è tanto l’adattabilità alla posizione che rende Calhanoglu differente da Luis Alberto e Eriksen (che appariva come il perfetto surrogato dello spagnolo nel gioco di Inzaghi), quanto l’interpretazione della fase offensiva.

Calhanoglu è un giocatore che crea moltissime occasioni da gol per i suoi compagni, tanto da arrivare stabilmente in doppia cifra per quanto riguarda gli assist in ogni stagione. Ma si tratta in buona parte di occasioni create su calcio piazzato, laddove Luis Alberto invece, re degli assist di Serie A due stagioni fa, faceva del gioco in movimento, e in particolare delle transizioni con i suoi passaggi in profondità per le punte, la chiave principale del suo gioco.

Calhanoglu è in possesso di un piede estremamente educato, che si esprime al meglio su calcio piazzato, o comunque nelle situazioni in cui riceve palla già in zona offensiva.

Nella Lazio di Inzaghi invece il lavoro di Luis Alberto era finalizzato principalmente a far risalire la squadra e a guadagnare metri di campo. Ancora diverso era il lavoro di Eriksen nell’Inter di Conte, che si abbassava a ricoprire il ruolo di secondo play a fianco di Brozovic e si proponeva in avanti a rimorchio delle azioni condotte dai compagni.

Un centrocampista per un gioco in verticale

Certo, nel Milan di Pioli, il contesto in cui il turco si è espresso al meglio durante la sua esperienza italiana, non gli era nemmeno richiesto il lavoro nella zona più arretrata del campo: i rossoneri infatti giocavano in maniera verticale, cercando sempre la profondità con i lanci verso il centravanti. Per questo Calhanoglu aveva il compito di occupare da subito gli spazi sulla trequarti per entrare in possesso del pallone dopo le sponde e i contrasti sulla linea difensiva.

Anche nel momento in cui Calhanoglu si abbassava sulla trequarti, il suo compito principale era quello di ricevere il pallone, fornendo linee di passaggio ai portatori di palla, e non quello di contribuire allo sviluppo della manovra in uscita dalla pressione avversaria.

Il turco è quindi un giocatore tecnicamente molto dotato, ma con un’indole estremamente diversa da Eriksen e Luis Alberto: si tratta di calciatore più “egoista”, più portato alla conclusione o all’assist in zone chiave del campo che alla costruzione della manovra collettiva. C’è da dire che comunque l’Inter ha un altro giocatore abilissimo, quando è in giornata, a fornire linee di passaggio ai compagni e far fluire il gioco in avanti, ovvero Marcelo Brozovic. Il lavoro del croato, sommato al moto continuo di Barella, dovrebbe essere in grado di supplire al minore apporto in fase di costruzione di Calhanoglu.

Al contempo, la presenza di Cahlanoglu offre un supporto in più alle risalite veloci dei nerazzurri, che possono quindi giocare maggiormente la palla su Lukaku sapendo che oltre alla seconda punta c’è anche un centrocampista pronto a ricevere le sue sponde, arma estremamente utile quando la squadra cercherà di sfuggire alla pressione avversaria attraverso i lanci in profondità di Bastoni o altri giocatori delle retrovie.

Quale sarà quindi il ruolo di Calhanoglu all’Inter?

In conclusione, chi si aspetterà un alter ego di Christian Eriksen o di Luis Alberto nel Calhanoglu nerazzurro con ogni probabilità resterà deluso.

Inizialmente Inzaghi dovrà lavorare sul turco per fargli assimilare movimenti e meccanismi di squadra a cui non è abituato, e in questo senso ha fatto benissimo l’Inter a chiudere la trattativa in fretta in maniera da mettere a disposizione del tecnico il giocatore fin dall’inizio del ritiro estivo.

Non è escluso che per i primi tempi Calahanoglu venga impiegato come supporto ad una punta unica, in un 3-5-1-1, così come era successo per i primi tempi a Luis Alberto, ma la prospettiva è quella di avere una mezzala offensiva che crei occasioni sulla trequarti, cosa che potrebbe portare anche ad un arretramento del raggio di azione di Barella sul lato opposto.

Ma molto dipenderà anche dagli esterni che saranno messi a disposizione di Inzaghi e dalla loro capacità di affrontare in maniera adeguata le due fasi di gioco.