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Il 26 maggio è per i tifosi della Lazio una data storica.

Torna alla mente il derby con la Roma (2013) che decretò i biancocelesti padroni della capitale nella finale di Coppa Italia, ma anche il rinnovo alla Ferguson di Simone Inzaghi (2021), che usciva da Formello trionfante e festante, tra clacson a profusione e sorrisi smaglianti. Prima che la notte portasse consiglio, decretando uno dei più gravi tradimenti della storia biancoceleste.

Il contatto dell’Inter, la proposta di contratto dei nerazzurri, e il sacco dell’allenatore-tifoso che ha tradito il suo popolo.

L’idea Sarri dopo il tradimento Inzaghi

Praticamente il giorno dopo, la sera del 27 e più solidamente la mattina del 28, alcuni siti di sport rilanciavano una notizia accolta dai tifosi della Lazio con amaro scetticismo: Lotito contattava Maurizio Sarri per offrirgli la panchina della prima squadra della capitale.

Con i giorni, le voci sono diventati indizi, gli indizi hanno fatto una prova, e l’8 giugno Sarri firmava con i biancocelesti un biennale che Lotito mai aveva offerto ad un allenatore. Un colpo di mercato che ribaltava i destini di Roma (con i giallorossi già forti dell’affaire Mourinho) e del campionato di Serie A, almeno sulla carta.

Maurizio Sarri sbarca infatti nella capitale con i migliori auspici, ma con una rosa e un contesto ambientale completamente diversi da quelli ai quali in queste ore si paragona l’esperienza Lazio del tecnico toscano: il Napoli che fece innamorare migliaia di tifosi e appassionati in tutta Italia.

Quella squadra, partita col 4-3-1-2 (stile Empoli), faticò parecchio all’inizio, al punto tale da far finire Sarri sul patibolo già dopo quattro giornate di Serie A.

De Laurentiis fu bravo a dargli fiducia. Con Sarri il Napoli si è reso protagonista di tre stagioni esaltanti, ma senza titoli. Il Sarriball, così chiamato a Londra, è stato invece parecchio proficuo al Chelsea, dove è arrivata la vittoria in Europa League contro l’Arsenal del Re dell’EL Unai Emery.

Fino alla Juventus, dove Sarri ha faticato tantissimo, soprattutto con la squadra – cosa mai verificatasi nei precedenti mandati. Un gruppo di primedonne, non abituate – o meglio, fin troppo abituate – ad un allenatore di così grande carisma tattico. Tra errori di Sarri (indubbi) e malumori della squadra, il tecnico toscano ha comunque portato a casa uno Scudetto. Dici poco.

Ma il paradosso è proprio questo: Sarri incanta Napoli, ma non vince. Rivede il suo gioco al Chelsea, e vince. Va contro i propri principi tattici alla Juventus, e vince ancora.

Quale delle due versioni di Sarri vedremo a Roma?

La rosa attuale e le prospettive future

Nel contratto firmato da Sarri e i suoi legali, una parte importante era dedicata ad un patto chiarissimo col presidente Lotito: se si vende un big, si compra un big. Se non si vende alcun big e si compra, tanto meglio.

La verità è che un contratto così oneroso Lotito non l’aveva mai neanche considerato. E il fatto che caschi in un periodo storico in cui è consigliato risparmiare, la dice lunga sugli attributi del patron laziale.

Quel che è certo è che Sarri dovrà compiere un piccolo miracolo: trasformare una squadra plasmata sul – e usurata dal – 3-5-2 di inzaghiana memoria, ricostruendo una difesa a 4, un centrocampo a 3 e un attacco a 3 – poco importa se con il trequartista o meno.

Il primo nome à la Sarri è senza dubbio quello di Luis Alberto, una delle creature di Inzaghi. In queste ore non si è però ancora parlato di Alberto fantasista, tra le linee o, similmente a quanto accaduto con Inzaghi, mezzala di enorme qualità.

È un’ipotesi non troppo remota quella di un Luis Alberto mediano, à la Jorginho. Una mossa che, oltre ad entusiasmare i tifosi, potrebbe allungare di qualche anno la carriera del pur giovane centrocampista spagnolo. Rimane il fatto che Lucas Leiva, pur venendo da una stagione non facile ed essendo in là con l’età, potrebbe ricoprire il ruolo ancora per un anno o due. In ogni caso, il casting nel ruolo è più che mai aperto.

A quel punto si dovrebbero scegliere le mezzali. Da una parte la certezza Sergej Milinkovic Savic, un giocatore che nelle altre squadre Sarri non ha mai avuto – e che ha provato in tandem con Paratici a portare alla Juventus. Un centrocampista totale, tra i più forti del campionato e probabilmente d’Europa, idolo dei tifosi e futuro capitano – con la partenza ormai certa di Senad Lulic, e il possibile addio di Radu, la fascia se la giocano lui e Immobile. Ma si è fatto nelle ultime ore il nome di Loftus-Cheek del Chelsea. Per ora solo fantamercato.

L’altra mezzala è Luis Alberto, chiaramente, o Cataldi. Difficile vedere Akpa-Apro titolare nell’11 di partenza di Sarri. Il centrocampista romano, tifosissimo della Lazio, potrebbe rilanciarsi definitivamente sotto Sarri. È una scommessa che lanciamo assumendocene il rischio. Vedremo.

La possibile Lazio di Sarri

Ipotizzando un 4-3-3, tra i pali probabilmente sarebbe stabile il pupillo Reina, già avuto da Sarri, ma occhio anche al reintegro di Strakosha – che con Inzaghi sarebbe partito al 90%. In difesa, le certezze sono Acerbi e Luiz Felipe, con Radu appena dietro e, come detto, possibile partente. Sulla sinistra Marusic con Fares pronto a subentrare. Ma occhio anche alla soluzione Marusic centrale, lanciato in questo ruolo, ma nella difesa a tre, da Simone Inzaghi – ricordiamoci quanto sono cresciuti sotto Sarri i difensori del Napoli, su tutti Kalidou Koulibaly.

E a destra? Bel dilemma. Sarri avrebbe chiesto la cessione di Lazzari, ma anche qui siamo nel campo delle ipotesi. L’alternativa al momento non c’è, e il ruolo di terzino destro rimane un grande interrogativo in casa Lazio. Hysaj in scadenza col Napoli rimane il nome più caldo. Sicuramente la società biancoceleste interverrà sul mercato.

Del centrocampo abbiamo già detto, ma servono almeno due innesti di qualità. Davanti, oltre alla certezza Immobile – e al fardello Muriqi, che Sarri dovrà essere bravo a trasformare mentalmente e atleticamente, ma non è esclusa la cessione – si è parlato molto di Correa, possibile partente. L’argentino, ormai stabilmente in nazionale, ha un mercato ricchissimo, soprattutto all’estero. Ma non è escluso anche qui un suo utilizzo come esterno alto nei tre, magari a sinistra.

Il possibile rientro nella capitale di Felipe Anderson o Keita non è una follia, in ogni caso. Soprattutto il brasiliano, che va recuperato mentalmente, potrebbe fare grandi cose nel sistema di gioco di Sarri. E a destra? Altra incognita, al momento il ruolo è sguarnito.

In conclusione, la Lazio di Maurizio Sarri sarà un mix delle due precedenti esperienze italiane di Napoli e Juventus.

L’allenatore toscano non ha la pressione di Torino, e arriva a Roma con un entusiasmo e una fiducia dei tifosi assente ai tempi del Napoli. Il calcio in cinque anni è già cambiato. Sarri pure. Aspettiamo curiosi, ma di questi tempi è già moltissimo.