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Non può essere un caso se Roger Milla ha segnato il primo (e il secondo) gol del mondiale versione notti magiche proprio al San Nicola di Bari.

Con tutte le peculiarità che ne fanno una delle città più affascinanti del Belpaese, il San Nicola è soprattutto il teatro dei football’s ballet. Il celebre trenino, la corsa appassionante di Cassano dopo il primo gol della carriera all’Inter, la danza, appunto, di Roger Milla a Italia 90 in armoniosa compagnia d’una bandierina d’angolo. E pensare che Milla aveva detto addio alla nazionale due anni prima, dopo aver vinto col suo Camerun la seconda coppa d’Africa della sua carriera – dopo quella targata 1984.

La sorpresa di Italia 90′

Quando Milla torna a giocare per la sua nazionale, la nazionale dei leoni, porta già sulle spalle il peso di 38 primavere. 38. Smetterà quattro anni dopo, ad Usa 94, all’età di 42 anni.

Ma i due gol sopracitati – che Milla segna alla seconda partita del girone contro la Romania – sono particolari anche per un altro motivo. Essi riescono a condensare tutto l’essere – meglio, l’essenza – del Roger Milla calciatore.

Quello che ha lottato in Africa, è cresciuto e caduto in Francia (tra Ligue 1 e Ligue 2) per poi rialzarsi, da campione o leone indomabile, con la sua nazionale quando tutti lo davano per finito.

Guardateli bene, i due gol che Milla segna alla Romania. Minuto 77: Ioan Andone, il numero 4 rumeno, vede cadere due stelle sopra il suo capo.

La prima è il pallone, altissimo, capitatogli da quelle parti. La seconda è proprio Roger Milla, che riesce a stoppare la sfera sopra la sua testa – alzandosi come un adone – per poi rialzarsi e calciare con estrema precisione all’angolino sinistro, alla destra dell’incolpevole Silviu Lung. Che in rumeno, per inciso, significa lungo, come il salto di Milla per guadagnarsi quel pallone.

Come un leone indomabile e mai sazio, che infatti ne fa un altro – se possibile ancora più bello – dieci minuti dopo, sfruttando l’indecisione di un avversario per controllare di sinistro la sfera in corsa di controbalzo, entrare sul lato destro dell’area grande e di destro fulminare il povero Lung.

A quel punto Milla fa una cosa che non aveva fatto nell’estasi delirante della prima esultanza: corre verso la bandierina e come fosse un antico rito camerunese ride ballando in faccia alla bandierina. È un’esultanza che diventerà iconica.

E che Milla ripeterà ancora.

Milla contro Higuita

Contro la Colombia, ad esempio, agli ottavi di finale di Italia 90. In quello che all’epoca si chiamava San Paolo, a proposito di Santi.

È un gol straordinario il suo, per il momento della partita, l’importanza della stessa e la bellezza dell’esecuzione. Si è già nel secondo tempo supplementare quando Milla impazzisce e salta due colombiani in dribbling al limite dell’area di rigore (lato sinistro, questa volta).

Dopo aver stupito il San Paolo con questa giocata, Milla mantiene una freddezza incredibile sottoporta, di sinistro, trafiggendo con un colpo preciso e potente l’inerme Higuita.

Questa volta il balletto si fa più articolato, e dalle tribune del San Paolo qualche innamorato scende i seggiolini per dare un po’ del suo amore al 9 del Camerun.

Dopo 3’, come accaduto contro la Romania, l’incantesimo del ballo si ripete. Stavolta Milla recupera il pallone alto su una follia in uscita bassa di Higuita, che gioca col karma di un Camerun baciato dagli dèi (e dal suo dio con la 9).

Altro giro, altra corsa sotto la bandierina. Altra danza, altro gol. Il primo luglio, pochi giorni dopo, il Camerun dovrà arrendersi ai quarti contro l’Inghilterra, ma non c’è dubbio su chi quel mondiale l’abbia conquistato, almeno sentimentalmente.

Un bomber senza età anche a USA 94′

Si chiama Makossa la danza che il sempre subentrante dalla panchina bomber camerunese mette in mostra ad ogni sua rete.

Il balletto trae origine dall’omonimo genere musicale (assimilabile alla Rumba), popolare in tutta l’Africa e particolarmente in Camerun. Nel 2010 verrà inserito in una campagna pubblicitaria della Coca Cola e, cosa ben più importante, permetterà – grazie ai gol, che avete capito? – a Milla di vincere il secondo premio della sua carriera come Calciatore africano dell’anno (a 14 anni di distanza dal primo).

Chissà, magari la danza allunga anche la longevità di chi la pratica. Mentre maldestramente ci esercitiamo, ricordiamo sommessamente che Milla segnerà anche ad Usa 94.

Una tournée ben diversa dalla precedente, ma che farà entrare Milla negli annali del calcio.

All’età di 42 anni, infatti, Milla mette a segno la rete della bandiera del Camerun nel 6-1 contro la Russia. Con questa, Milla diventa il più anziano calciatore ad aver mai segnato un gol ai mondiali di calcio. Di ogni tempo.

Con 72 presenze e 41 reti (a cui si aggiungono le 5 partite e 2 segnature alle Olimpiadi), Milla è diventato il primo calciatore africano a essere sceso in campo in tre diversi campionati del mondo (1982, 1990, 1994).

Soprattutto, è rimasto il simbolo di un sogno. Il sogno africano di alzare una Coppa del Mondo. È vero che la realtà è dura come la pietra. Ma senza i sentimenti, la realtà è pura materia.

Grazie Roger per averci fatti sognare.