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Che lo si ami o lo si detesti, Diego Simeone ha contrassegnato un’epoca nel calcio spagnolo ed europeo. Per quanto ha vinto, alla guida di una squadra mai così in auge in precedenza, ma anche per quanto non ha vinto. Diego e il suo Cholismo sono stati i villain perfetti, gli avversari duri come il marmo, quelli che batterli dà una soddisfazione doppia. Real Madrid-Atlético Madrid Madrid di sabato pomeriggio può essere uno degli ultimi atti del Cholismo come lo abbiamo conosciuto nell’ultimo decennio.

Il 232° derby di Madrid servirà per tenere ancora aperto il campionato, visti gli 8 punti che separano la capolista Barcellona proprio dai Blancos. Dall’altra parte ci sono i Colchoneros lontanissimi a 18 punti dalla vetta e a 10 dai rivali cittadini, con l’obiettivo ormai che è diventato unicamente di salvare la qualificazione alla prossima Champions League. Concludere la stagione senza ulteriori passi falsi consentirebbe al tecnico argentino di rimanere sulla panchina dei biancorossi fino alla scadenza del contratto nel 2024. In caso contrario…

Real Madrid-Atlético Madrid: tutte le info utili

Quando e dove si gioca

Il derby Real Madrid-Atlético Madrid si giocherà alle 18:30 di sabato 25 febbraio, presso lo stadio “Santiago Bernabeu” di Madrid.

Dove vederla in TV e streaming

Il “derbi” di Madrid sarà visibile in diretta per gli abbonati di DAZN. Per guardarla in tv occorre avere una smart tv compatibile, in alternativa ci si può collegare tramite console di gioco (Xbox,  PlayStation), o dispositivi quali Amazon Fire TV Stick, Google Chromecast o TIMVISION Box.

Disponibile la fruizione tramite streaming da mobile, possibile sui vari device sempre per abbonati DAZN, tramite l’omonima app scaricabile su tutti i principali app store.

Le probabili formazioni di Real Madrid-Atlético Madrid

Ancelotti dovrà rinunciare ad Alaba e Rodrygo, infortunati nella trionfante serata di Anfield contro il Liverpool. Sulla sinistra c’è l’opzione Nacho, ma anche quella già utilizzata di Camavinga. Per il derby è comunque più probabile che il tecnico italiano decida di affidarsi a un difensore puro come il primo.

Il posto di Rodrygo sarà occupato da Valverde, che ormai sforna prestazioni da urlo indifferentemente da mezzala o da esterno d’attacco. Pertanto a centrocampo, in caso di mancato recupero di Tchouameni, ad affiancare Modric e Kroos potrebbe essere Dani Ceballos.

Simeone è invece in apprensione per l’ex udinese Rodrigo De Paul. In caso non ce la facesse, a far compagnia a Koke in mezzo al campo dovrebbe essere l’ex Monaco e Inter Kondogbia. Davanti ovviamente Griezmann e un ex sempre con grandi stimoli come Alvaro Morata.

  • Real Madrid (4-3-3): Courtois; Carvajal, Militao, Rudiger, Nacho; Modric, Tchouameni, Kroos; Valverde, Benzema, Vinicius. All.: C. Ancelotti.
  • Atletico Madrid (4-4-2): Oblak; Molina, Savic, Hermoso, Reinildo; M. Llorente, De Paul, Koke, Carrasco; Morata, Griezmann. All.: D. Simeone.

Precedenti, statistiche e curiosità

Quello di sabato sarà il “derby” numero 232 nella storia di Madrid, in gare ufficiali. Il bilancio è nettamente favorevole al Real con 115 successi, 57 sono le vittorie dell’Atléti, 59 i pareggi. Considerando invece solo le gare del campionato spagnolo, i precedenti scendono a 171: 91 i successi dei Blancos, 40 i pareggi e altrettanti i successi dei Colchoneros.

Nel match di andata, Ancelotti e i suoi erano stati corsari al Wanda Metropolitano, imponendosi per 2-1 con reti di Rodrygo e Valverde, con gol della bandiera di Hermoso per l’Atléti.

Real-Atléti è anche un match tra grandi allenatori, che si affronteranno per la ventesima volta in carriera. Il bilancio tra Carlo Ancelotti e Diego Simeone è equilibratissimo: 8 vittorie per Ancelotti, 7 per Simeone, 4 pareggi. Gran parte di questi 19 incontri coincide con altrettanti Real-Atletico, con due eccezioni: un doppio confronto nella fase a gironi della Champions League, quando il tecnico italiano era sulla panchina del Bayern Monaco. In entrambi i casi gli incontri terminarono 1-0, con una vittoria per parte.

Da quando Ancelotti è tornato sulla panchina del Real Madrid, il bilancio contro Simeone è nettamente in suo favore: 3 vittorie e una sconfitta in 4 match, 7 gol fatti e 3 subiti.

Le possibili chiavi della partita

Il secondo Real Madrid di Carlo Ancelotti non è straripante come il primo, ma se possibile è più cinico e letale. Per converso, l’attuale Atletico Madrid di Diego Simeone non è neanche lontano parente di quello che sprizzava Cholismo da ogni poro. In termini generali, il Real di oggi è squadra molto meno vulnerabile al verbo del Cholismo perché a sua volta scafata e capace di infilarsi in ogni minimo rivolo di incertezza che fa capolino nella corazza colchonera. E l’Atléti di oggi è, negli interpreti e nello spartito, molto meno cholista di quello originale.

Il recente match di Copa del Rey ne ha dato una palpabile dimostrazione, con uno svolgimento che per ironia della sorte somiglia molto alla prima delle due finali di Champions League giocate dalle due squadre: quella del 2014. In quel caso un gol di Godin nel primo quarto d’ora aveva illuso i colchoneros, una rete nell’ultimo quarto d’ora (anzi, proprio nel recupero) di Sergio Ramos aveva mandato il match ai supplementari, dove poi i Blancos dilagarono. E così il mese scorso, in coppa nazionale, un gol di Morata nel primo quarto d’ora aveva illuso l’Atletico, uno di Rodrygo nell’ultimo quarto d’ora aveva impattato la gara, poi chiusa nei supplementari dai Blancos.

A favore del Real Madrid c’è in questo caso anche un possibile “edge” mentale dalle dimensioni sconosciute, poiché andare sotto di 2 gol ad Anfield annienterebbe qualunque squadra, ma non questo Real. La cinquina rifilata al Liverpool può risuonare anche sabato sera al Bernabeu, un disclaimer silente e spaventoso che potrebbe mettere ulteriori ali ai piedi dei Blancos e addossare i colchoneros di un ulteriore fardello, in aggiunta a quello di dover trovare le contromisure per elementi in stra-forma come Vinicius e Valverde.

Un campanello d’allarme per Ancelotti potrebbe arrivare dalla difesa, ma Nacho è stato straripante quando è entrato al posto di Alaba, e Courtois di errori del genere ne farà – forse – tre. In carriera, però.