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Nonostante per la seconda volta di seguito l’Italia debba rinunciare al Mondiale, gli azzurri campioni d’Europa in carica accederanno Final Four di Nations League dopo la vittoria in un inaspettato “spareggio” contro l’Ungheria.

Una magra consolazione, ma che può essere importante nell’ottica del processo di ricostruzione della Nazionale e che ci “costringe” a prestare attenzione ad una competizione che ancora non è stata inquadrata del tutto dal pubblico.

I lati positivi della Nations League

Nonostante sia stata accolta con la diffidenza che ogni novità comporta nel mondo del calcio, la Nations League si sta rivelando un ottimo formato per mantenere vivo l’interesse nei confronti delle nazionali lontano da Europei e Mondiali.

Il meccanismo delle differenti fasce e di promozioni e retrocessioni fa in modo che vengano giocate partite di livello e combattute, con un effettivo risultato in palio. Ogni girone di ogni fascia è arrivato alle ultime due partite con un verdetto da decidere, e anche nazionali che normalmente nelle qualificazioni ai mondiali recitano la parte delle comparse come Georgia o Kazakistan possono festeggiare un piccolo traguardo centrato come la promozione alla lega superiore.

Certamente i francesi non staranno perdendo il sonno per non aver centrato l’accesso alle Final Four, ma posso credere che gli inglesi non siano felici di spendere il prossimo biennio a giocare con nazionali di seconda fascia invece che contro Italia, Germania o Spagna.

E per l’Italia la possibilità di ricominciare subito dopo la delusione della mancata qualificazione al Mondiale mettendosi alla prova contro Germania e Inghilterra è stato fondamentale per iniziare il processo di ricostruzione.

I lati negativi della Nations League

In un calendario compresso e pieno di partite aggiungere una nuova competizione come la Nations League è stato un azzardo. Molti allenatori e molte società hanno fatto sentire la loro voce contro questi ennesimi impegni dei propri giocatori che finiscono per logorarne il fisico e aumentare il rischio di infortuni.

In questo turno di Nations League quasi tutte le maggiori squadre italiane hanno dovuto fare i conti con infortuni in nazionale: Tonali e Maignan per il Milan, Immobile per la Lazio, Brozovic per l’Inter, Miretti per la Juventus, Pellegri per il Torino… 

Ma per quanto viaggi e ritiri con le nazionali possano cambiare le routine dei giocatori, difficilmente senza le due interruzioni stagionali per giocare la Nations League le squadre avrebbero un calendario così meno compresso e i giocatori sarebbero meno stressati.

Tra coppe europee, coppe nazionali e campionati si gioca già normalmente ogni tre-quattro giorni per quanto riguarda le squadre di vertice, e gli infortuni di natura muscolare colpiscono con un incidenza praticamente uguale nei club così come nelle nazionali. Siamo sicuri che senza queste date occupate dalle nazionali, non avremmo un ulteriore turno delle coppe europee? Oppure una formula delle coppe nazionali che preveda più partite, come succedeva anni fa?

Il calcio sembra intrappolato in un circolo vizioso: per incassare più soldi si giocano sempre più partite, per giocare più partite le squadre devono avere rose più ampie e giocatori di livello superiore anche come riserve, per avere rose più ampie i costi aumentano e serve incassare più soldi…

Gli infortuni e gli interessi delle squadre: il caso Immobile

Abbiamo inserito Ciro Immobile nella precedente lista degli infortunati, ma la vicenda dell’attaccante laziale è più complessa. Il giocatore presentava un lieve edema al bicipite femorale destro, che l’ha costretto alla tribuna nel match contro l’Inghilterra, ma gli ultimi esami lo davano in netto miglioramento e disponibile per il match contro l’Ungheria. Il giocatore era volato da Roma a Milano con il resto della Nazionale, ma al momento di decollare da Malpensa in direzione Budapest è stato lasciato a terra: l’impressione è che in quell’ora trascorsa dopo il decollo da Fiumicino sia arrivato un veto da parte della Lazio verso la partenza di Immobile. 

Normalmente le squadre possono sollevare obiezioni sull’utilizzo dei propri giocatori in caso di amichevoli o competizioni non ufficialmente affiliate alla FIFA (come nel caso delle Olimpiadi), ma in una competizione ufficiale come la Nations League rifiutare una convocazione può portare a squalifiche e sanzioni.

Lo staff azzurro ha sempre operato per il quieto vivere con le varie società, come dimostra l’estrema prudenza adottata con Verratti, Politano, Pellegrini e Tonali, tutti rispediti a casa alla luce dei fastidi fisici evidenziati all’arrivo a Coverciano.

Mancini non ha fatto alcuna polemica, dicendo che non valeva la pena rischiare Immobile e avallando così il suo ritorno a casa, ma è evidente che se l’ha tenuto in ritiro per tutto questo tempo avrebbe voluto averlo a disposizione a Budapest. 

Nel caso, come pare, si siano soddisfatte le richieste della Lazio di non far partire il giocatore per l’Ungheria, bisognerebbe anche giustificarsi con West Ham e Napoli, che rischiano di vedere i propri attaccanti Scamacca e Raspadori “costretti agli straordinari”, giocando una seconda partita di livello nell’arco di quattro giorni, quando invece l’utilizzo di Immobile avrebbe potuto risparmiare qualche fatica ai due.