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Quando si parla di calcio normalmente destra e sinistra sono termini che si utilizzano solo quando riferiti ad un’ala o a un terzino, e i ballottaggi riguardano solo le scelte di un’allenatore per un determinato ruolo.

Ma in realtà c’è un discreto numero di calciatori che, una volta appesi gli scarpini al chiodo, hanno deciso di sfruttare la propria popolarità ed il proprio carisma per mettersi al servizio della comunità: chi impegnandosi nell’amministrazione di piccoli comuni e chi puntando al governo di intere nazioni.

Andiamo a vedere qual è l’11 ideale dei calciatori che sono scesi in campo anche per quanto riguarda la politica.

La top 11 di chi è sceso in campo…anche in politica

1 – Giovanni Galli

Terzo portiere dell’Italia Campione del Mondo di Spagna ‘82, Giovanni Galli è stato l’estremo difensore del primo Milan di Arrigo Sacchi.

Personaggio carismatico ma dall’aria sempre accomodante, dopo il ritiro ha intrapreso la carriera di dirigente sportivo, e nel 2009 è stato anche candidato sindaco per il centrodestra nelle elezioni amministrative di Firenze.

Sconfitto, è rimasto comunque in politica e nel 2020 è entrato nel Consiglio Regionale della Toscana.

2- Kakhaber Kaladze

Sarà per l’influenza del presidente Silvio Berlusconi, ma il Milan è stata una buona fucina di politici, oltre che di calciatori.

Terzino sinistro del Milan di Ancelotti, il georgiano Kaladze si è dedicato alla politica del suo paese non appena appesi gli scarpini al chiodo.

Nominato Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali nel 2012, ricoprendo anche la carica di vicepremier, e nel 2017 ha vinto le elezioni per la carica di sindaco della capitale Tbilisi.

3- Fabio Rustico

Negli anni della sua militanza nell’Atalanta, Fabio Rustico era un’istituzione a Bergamo (125 presenze in A dal 1996 al 2005), per cui è sembrato naturale che entrasse anche nelle istituzioni della città orobica.

Dal 2004 al 2008, prima ancora di smettere di giocare per la Dea, è stato infatti Assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo.

Una volta conclusa l’esperienza però ha lasciato la politica, dedicandosi alle tenute agricole della sua famiglia in Sicilia.

4- Antonio Cabrini

Il Bell’Antonio, il Fidanzato d’Italia, era uno dei volti più popolari della nazionale Campione del Mondo del 1982.

Dopo una carriera come allenatore entrò per un certo periodo in politica, ricoprendo dal 2009 il ruolo di responsabile del “Dipartimento politiche per lo sport” nel Lazio per Italia dei Valori, l’ex partito di Antonio Di Pietro, prima di tornare ad allenare sulla panchina della nazionale femminile nel 2012.

5- Massimo Mauro

Ala di Napoli e Juventus tra gli anni ‘80 e ‘90, Massimo Mauro si è distinto per un certo impegno nel sociale anche come fondatore, assieme a Gianluca Vialli, della Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport, che si dedica in particolare alla lotta contro la SLA.

Nel 1996 è stato eletto alla Camera dei Deputati nelle liste dell’Ulivo, rimanendo in carica per tutta la legislatura fino al 2001. Nel 2006 invece è stato eletto nel consiglio comunale di Torino.

6- Damiano Tommasi

Centrocampista della Roma tra il 1996 e il 2006, Damiano Tommasi è stato presidente dell’Associazione Italiana Calciatori dal 2011 al 2020.

Oggi, oltre ad essere consigliere federale della FIGC, si è candidato come sindaco a Verona, risultando il primo sindaco di centrosinistra ad essere in vantaggio prima di un ballottaggio nel capoluogo veneto.

7- Marc Wilmots

Calciatore belga con un passato anche allo Schalke 04 e al Bordeaux, Marc Wilmots è stato allenatore, iniziando la carriera proprio nella squadra tedesca dove aveva chiuso la carriera sul campo, ma poco dopo, nel 2004 si dimise per entrare in politica.

Eletto nel senato Belga nelle liste del partito liberale francofono, si dimise però nel 2005, criticando il movimento costituzionale e tornando alla carriera di allenatore.

8- Gianni Rivera

Il primo Pallone d’Oro italiano è entrato in politica nel 1987, venendo eletto alla Camera dei Deputati nelle fila della Democrazia Cristiana, venendo poi riconfermato anche nel 1992. Nel 1994 fu eletto ancora una volta, questa volta nella lista Patto Segni, e quindi nel 1996 per L’Ulivo.

Nel corso della sua carriera parlamentare (che si interruppe nel 2001, quando venne sconfitto nel collegio di Milano 1 da un altro simbolo milanista come Silvio Berlusconi), fu Sottosegretario alla Difesa per i governi Prodi I, D’Alema I e II e Amato II.

Nel 2004 non ottenne abbastanza preferenze per essere eletto al Parlamento Europeo, ma vi entrò comunque l’anno successivo in sostituzione di Mercedes Bresso, eletta nel frattempo presidente della Regione Piemonte. Le successive candidature, sia per le amministrative di Milano che per l’elezione al Senato, non hanno però avuto successo.

9- Carlo Nervo

Ala del mitico Bologna allenato da Carletto Mazzone, Carlo Nervo è il terzo giocatore con più presenze per la squadra felsinea dopo Giacomo Bulgarelli e Tazio Roversi.

Nel 2009 viene eletto sindaco di Solagna, il suo paese natale in provincia di Vicenza, nelle fila del centrodestra. Rimane in carica sino alla scadenza naturale del suo mandato nel 2014.

10- Romario

Vero e proprio totem per il popolo brasiliano, Romario è stato un attaccante capace di scaldare i cuori verdeoro come forse solo Pelé e Ronaldo.

Dopo aver lasciato il calcio giocato, si è candidato nel 2010 nelle fila del Partito Socialista Brasiliano, venendo eletto deputato e scagliandosi contro la corruzione dilagante in occasione dei Mondiali di Calcio del 2014.

Rieletto al Senato nel 2014, nel 2017 lascia il Partito Socialista per entrare in Podemos, e dal 2021 è vicepresidente del Senato brasiliano.

11- George Weah

Eletto calciatore africano del secolo nel 1999, George Weah è sempre stato impegnato nel sociale in Liberia, suo paese natale.

Nel 2005 decise di scendere in campo nelle elezioni presidenziali, risultando il candidato più eletto al primo turno ma venendo sconfitto al ballottaggio.

Dopo aver conseguito una laurea negli Stati Uniti, nel 2011 si presentò come vice del candidato presidente Winston Tubman. Nel 2014 però fu eletto in Parlamento, annunciando poi di voler ritentare la corsa alla presidenza nel 2017.

Al primo turno risultò nuovamente il candidato più eletto, ma il ballottaggio fu in seguito sospeso per brogli elettorali. Quando si tornò a votare, Weah fu finalmente eletto presidente con il 61,5% dei consensi, insediandosi nel gennaio del 2018.