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La prima giornata della Premier League è agli archivi e non senza sorprese per le 7 sorelle che ambiscono al titolo.

Partenza lanciatissima del Manchester United che trascinato dagli assist di Pogba e dalle reti di Bruno Fernandes schianta 5-1 il Leeds del loco Bielsa. Rispondono con un tris a testa Chelsea e Liverpool: i campioni d’Europa si sbarazzano 3-0 dei cugini del Crystal Palace e i reds sbancano Norwich con lo stesso punteggio.

Lo sgambetto vero e proprio lo fa il Tottenham, nel big match della prima giornata, ai danni dei campioni in carica del Manchester City. Espirito Santo vince tatticamente il duello con Guardiola e in campo ci pensa una prodezza di Son. Sorride anche il Leicester, al quale basta una rete del solito Vardy per superare il “Wolves”, mentre l’Arsenal inizia nel peggiore dei modi: perso 2-0 il derby con il Brentford e la panchina di Arteta vacilla già.

Vediamo allora nel dettaglio, il primo turno delle sette sorelle, anche sé sulla carta partono in prima fila le due truppe di Manchester, il Chelsea e il Liverpool. Ma restano da scrivere altri 37 straordinari capitoli in Premier League.

Cinquina sulla ruota di Manchester

I diavoli rossi fanno sul serio. Tre punti, spettacolo, gol e molto altro ancora nella prima gara della stagione per la squadra di Ole Gunnar Solskjær. Un 5-1 che sa tanto di ritorno al passato per lo United che insegue un titolo che manca dal 2013 in Premier League. A rendere più rotondo il risultato, ci pensa l’avversario. Battere di questi tempi il Leeds di Bielsa non è cosa facile, figuriamoci con un punteggio del genere. Significa aver giocato la gara perfetta.

Merito in particolare di due giocatori su tutti: Paul Pogba che inventa e disegna ben 4 assist sulle cinque reti segnati dal Manchester, mentre Bruno Fernandes ringrazia per questi capolavori e per tre volte insacca in rete. Greenwood e Fred completano la festa dello United, in un pomeriggio in cui si è visto in campo solo uno dei due acquisti di spessore del club di Old Trafford, vale a dire Sancho che è partito dalla panchina in quanto rientrato da pochi giorni, dopo il campionato europeo. Varane si è presentato in giacca e cravatta al suo nuovo pubblico. Il ritorno in campo dell’ex Real è fissato dopo la sosta delle nazionali.

Sé il buongiorno si vede dal mattino…lo United sogna già in grande.

Un, due, tre: Chelsea

Campioni d’Europa, supercampioni continentali dopo aver steso il Villareal ai rigori lo scorso mercoledì, il Chelsea parte alla grande anche in Premier League. Una macchina perfetta quella allenata da Tuchel e aspettando Lukaku che per il momento osserva i compagni dalla tribuna. Il derby con il Crystal Palace poteva rappresentare delle minacce, ma l’assetto tattico delle Eagles è cambiato non poco da Roy Hodgson a Patrick Vieira.

Sta di fatto che non c’è stata partita a Stanford Bridge, nonostante alcune scelte a sorpresa del tecnico dei blues che lascia fuori Thiago Silva, Chillwel e Havertz, oltre agli infortunati Kante e Ziyech. Nel 3-4-2-1 del tedesco, trova spazio in difesa il giovane Chalobah (che fisserà la gara sul 3-0), con Azpilicueta alzato esterno destro a centrocampo e Alonso sul binario di sinistra. Ma la mente del gioco del Chelsea resta il nostro Jorginho che detta i tempi e le giocate dei blues supportato da un rinato Kovacic, mentre Mount e Pulisic agiscono alle spalle di Werner.

Come detto la pratica viene chiusa in appena 40 minuti: Alonso su punizione sblocca il derby e Pulisic si conferma letale negli inserimenti sotto porta. Nella ripresa il giovane Chalobah fa alzare in piedi i 40 mila di Stamford Bridge con una rete che bagna il suo debutto. Il Chelsea è davvero una macchina da guerra.

Tre zampate per i reds

Ridate a Klopp van Dijk e il Liverpool tornerà a fare il Liverpool. Quasi 10 mesi dopo il grave infortunio, il centrale olandese ha ripreso il suo posto in campo, al centro della difesa reds. E la truppa di Jurgen ha ripreso a correre. Con Gomez non ancora al meglio, il tedesco inserisce Matip al fianco di Virgil, mentre si prende il lusso di schierare un centrocampo diverso dal solito, a causa anche delle assenze di Thiago Alcantara, Jones e il capitano Henderson.

Con Fabinho non ancora al top, Milner gioca centrale sulla mediana e ai suoi lati Oxlade-Chamberlain e il redivivo Keita. Le sorprese non finiscono qui: a sinistra in difesa manca Robertson e debutta dal primo minuto, dopo i 6 minuti messi assieme lo scorso anno, il greco Tsimikas, con Diogo Jota che vince il ballottaggio con Firmino per il ruolo di punta centrale. Proprio il portoghese apre le danze e quando il brasiliano lo rileva, ecco che “Bobby” mette dentro il 2-0. Salah chiude i giochi. I reds stanno già ingranando.

Tra Spurs e City, ridono i londinesi

Il vero big match della prima giornata di Premier League era atteso a Londra. Tottenham vs Manchester City, ovvero la ormai ex squadra di Henry Kane contro la sua futura squadra. E di fatti Kane viene mandato in tribuna, in attesa che da Manchester arrivi il bonifico da 175 milioni di sterline. Con una parte di quella cifra il DG Paratici andrà a sua volta a prendere Vlahovic dalla Fiorentina (70 milioni di euro).

Tornando al match, la sfida la vince Santo contro Guardiola. Espirito sarà anche portoghese, ma calcisticamente parlando è “italiano” a livello tattico. Si presenta con Dele Alli in versione numero 10 e il mai domo Son come falso nueve. Una scelta perfetta, visto che il coreano ad inizio ripresa apre il compasso e fulmina il City. Guardiola dall’altra parte, in attesa di Kane, schiera Torres prima punta, con Mahrez e Sterling ai suoi lati. Solo panchina per un De Bruyne ancora acciaccato e forse gettato troppo tardi nella mischia, così come per Gabriel Jesus che sconta ancora i postumi della Copa America.

La gara la fa il City, ma gli spurs ribattono colpo su colpo. Quando mister 100 milioni di Sterline, al secolo Grealish, si accende la truppa di Guardiola sembra in grado di abbattere il muro londinese. Ma l’ex Villans da solo non basta, contro un Tottenham quadrato, cinico e ben messo in campo dal lusitano.

Guai però a parlare di crisi per i campioni in carica: il City ha visto tre quarti della rosa impegnata con le varie nazionali tra Europeo e Copa America. Quindi la condizione non può certo essere al massimo, anche sé perdere il Community Shield e la prima di campionato non fa mai piacere. Al tempo stesso non bisogna dimenticare la scorsa stagione, quando gli uomini di Guardiola partirono male, per poi infilare qualcosa come 22 vittorie di fila.

Leicester promosso, Arsenal è già notte?

Infine, chiudiamo con le gare di Arsenal e Leicester.

I gunners hanno aperto ufficialmente la 30° edizione della Premier League, nell’anticipo di venerdì. Derby londinese in casa di quel Brentford che mancava dalla prima divisione da ben 74 anni. I padroni di casa al debutto in Premier, non solo hanno vinto, ma per certi versi hanno annichilito un Arsenal tradito anche dalle scelte opinabili del suo manager. Arteta è già a rischio esonero e i bookmaker inglesi lo indicano come il primo allenatore a poter saltare.

2-0 per le Api e il raddoppio dell’ex viola Norgaard è a fotografia esatta della serataccia dei Gunners: rimessa laterale con lunga gittata, palla che rimbalza in aerea, difesa Arsenal in versione bella statuine e sul secondo palo sbuca il danese che mette il punto esclamativo di testa.

Il Leicester inizia subito con un successo. Minimo risultato e massima resa per la posta in palio. Un gol del solito Vardy basta e avanza per mandare KO gli scorbutici “Wolves”. La truppa di Brendan Rogers vuole essere protagonista, soprattutto alla luce della vittoria nel Community Shield contro il Manchester City. Dopo due qualificazioni in Champions League svanite nei 90 minuti finali, le “Foxes” sognano un epilogo ben diverso.