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Non c’è alcun dubbio sul fatto che, nel campionato 2021-2022, la gara tra Bologna e Inter, inizialmente rinviata e per lungo tempo discussa e chiacchierata (in particolar modo per la difficoltà di trovare una data utile alla disputa della partita) sia stata una sorta di case-history di come anche la nostra Serie A possa perdersi in labirinti tecnico/diplomatici, attendendo mesi e mesi prima di trovare una data consona.

Ma nella storia del calcio c’è un esempio clamoroso in termini di rinvii, e in questa occasione non vi sono stati problemi di carattere burocratico o pandemico, come nel caso di Bologna – Inter.

Semplicemente, in Gran Bretagna, in una stagione è stato soltanto il meteo, costantemente burlone, a far sì che Lincoln City – Coventry City di FA Cup vedesse un numero di rinvii record: addirittura quindici.

Andiamo a conoscere questa incredibile storia.

Un inverno rigidissimo

Con la macchina del tempo torniamo indietro sino al 1963, in Gran Bretagna.

Molti di noi non c’erano, ma le cronache dell’epoca ci riportano notizia di un inverno da record: mai, dal 1740 in avanti, vi era stato un freddo del genere. Per i sudditi di Sua Maestà, quell’inverno passerà alla storia come “The Big Freeze“: un’ondata di freddo anomalo che per oltre tre mesi ha tenuto la colonnina di mercurio abbondantemente sotto lo zero. Fiumi ghiacciati, strade congelate, vento e neve caratterizzano quelle durissime settimane.

Con ovvie ripercussioni sia sulla vita di tutti i giorni (con riscaldamento casalingo, trasporti, lavoro messi a dura prova), sia sullo sport, con chiare difficoltà nel rispettare i calendari di inizio stagione.

Ad esempio, il 26 dicembre (giorno in cui in Inghilterra, come sappiamo, si gioca tradizionalmente) sono solo cinque gli incontri portati a termine dei tanti in programma, con una miriade di cancellazioni e rinvii.

Gennaio, però, storicamente è il mese della FA Cup, e originariamente il giorno 4 ci sarebbe dovuta essere la gara tra Lincoln City e Coventry City .

Un calendario sofferto

Tutte le gare di FA Cup vengono rinviate di un paio di giorni e, a poco a poco, si riescono a trovare nei vari campi un paio d’ore (magari a mezzogiorno) in cui le condizioni, pur proibitive, permettono lo svolgimento di una gara.

Non però per Lincoln e Coventry: il terreno del Lincoln, infatti, aveva formato una sorta di lastra di ghiaccio che solo un caldo sole avrebbe potuto sciogliere. Neanche la dirigenza della squadra di casa, armata di picconi, riesce a rompere quel pericoloso spessore.

Così, la Football Association inizia a rinviare la gara, di pochi giorni in pochi giorni, ma a causa della suddetta lastra di ghiaccio e dell’inverno che non dà tregua, ci si trova sempre al punto di partenza.

Una situazione da candid camera: puntualmente, ogni volta che si arriva alla data della gara, il freddo e la neve contribuiscono a mantenere il terreno di gioco assolutamente impraticabile.

E questo non per una, non per due, non per tre volte… bensì per quindici. Avete letto bene: Lincoln – Coventry, FA Cup del 1963, è stata rinviata per ben quindici volte, e per quindici volte arbitro e giocatori non hanno potuto che constatare l’impossibilità di giocare la gara, per via di ghiaccio e temperature proibitive.

La sedicesima volta, quella buona

Dopo un numero di rinvii veramente da record, il sedicesimo tentativo fa tirare un sospiro di sollievo alla FA.

È il 6 marzo 1963, e ci sono voluti due mesi perché le squadre si potessero affrontare regolarmente in campo, ma stavolta (pur ancora con un freddo glaciale e col campo reso praticabile dopo l’ennesimo trattamento con picconi e martelli pneumatici, utili a rompere le ultime lastre di ghiaccio) si gioca.

Ed alla fine è il Lincoln ad avere la meglio, con un sonoro 5-1 a proprio favore.

Da allora, la FA (e più in generale tutto il calcio europeo) ha iniziato ad interrogarsi sull’utilità di coprire i campi con dei teloni protettivi, da rimuovere poco prima della gara, introducendo poi la cosa per evitare altri casi come quello di Lincoln-Coventry.

Perchè quella gara è stata davvero un’odissea glaciale: altro che Bologna-Inter.