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Ci ha messo meno di sette giornate Edin Dzeko, a far in parte dimenticare ai tifosi dell’Inter i rimpianti per Lukaku.

Il bosniaco infatti ha cominciato questa sua nuova stagione in maglia nero azzurra come meglio non si poteva, richiamando alla memoria i numeri che fece ai tempi un altro esordiente, un certo Luís Nazário de Lima o più semplicemente, Ronaldo il Fenomeno.

Edin Dzeko, un impatto devastante

Quando acquisti un giocatore come Edin Dzeko, con un’anagrafe che segna ormai un bel 35 alla voce età, ti aspetti certo che porti la sua dose di grande esperienza, ma forse non che trascini la squadra come un ragazzino con la voglia di spaccare il mondo.

E invece ecco che il bosniaco ne mette dentro 6 nelle prime sette giornate di campionato, eguagliando il record del mito interista di Ronaldo che fece la stessa cosa nella sua prima stagione in nero azzurro. Un paragone non da poco, se consideriamo che ai tempi il brasiliano di anni ne aveva solo ventuno.

Non che Dzeko non abbia sempre e comunque segnato i suoi gol in Serie A anche con la maglia della Roma, ma a parte la sua seconda stagione in giallo rosso (quella chiusa con 29 reti all’attivo), i numeri sono stati sempre molto più contenuti tanto che l’anno passato in 27 partite aveva raccolto poco più di quanto fatto oggi in sole sette giornate (7 reti e 4 assist in totale nella scorsa stagione).

Ma allora, che è successo questa volta?

Il nuovo Dzeko: i numeri

Detto che evidentemente il bosniaco sta attraversando anche un buon momento di forma, è indubbio che qualcosa si sia incastrato perfettamente anche nel nuovo modulo di Inzaghi, evidentemente vestito perfetto per esaltare le qualità dell’attaccante.

Sono proprio i numeri a raccontarci di un nuovo Dzeko, se non altro nel modo di giocare. Non parliamo solo della sua ottima vena realizzativa, ma di altri parametri che evidenziano come si stia muovendo in maniera differente rispetto alle altre stagioni con la Roma.

Sono enormemente aumentati i “tocchi a partita“, in questa annata passati a 37.6 contro i 30.7 di media dello scorso campionato. Stessa cosa per i passaggi, 24.1 in questo avvio, ovvero più della media di tutte le passate stagioni con la Roma (18 nel 2020/21 e 22.8 al massimo nel 2016/17).

Un segnale forte che dimostra quanto sia più coinvolto nelle dinamiche di gioco, non a caso aumentando anche i falli subiti a partita (1.6, mai così tanti in tutta la sua precedente esperienza romana). E di conseguenza, sono aumentate anche le occasioni create a partita, passando dal 1.1 dell’anno scorso a 1.3 di quest’anno.

Meno stanco, più preciso

Insomma più dentro il gioco, più con la palla tra i piedi e più preciso in fase di realizzazione (tanto è vero che sta segnando molto di più, pur facendo meno tiri a partita: 2.1 quest’anno contro i 2.6 della stagione scorsa e una media di oltre 3.5 negli anni precedenti).

Uno dei motivi di questa ritrovata precisione, potrebbe essere ancora una volta legato al gioco di Inzaghi, che da una parte tende a muovere la palla più velocemente e con tocchi più brevi e dall’altra sembra anche volerlo sollevare da alcuni compiti in fase difensiva, facendogli magari risparmiare energie sotto porta.

Crolla infatti il suo personale score nei contrasti e nei duelli aerei in particolare, meno che dimezzati rispetto alla media della scorsa stagione (1.3 contro 3.1 a partita). E sempre in questa direzione, quella di meno “egocentrismo” nel gioco, va anche il dato riguardante i dribbling, fermi a solo 1.3 a partita contro i 2 (circa) che aveva sempre tenuto in tutto il suo percorso in giallo rosso.

Qualche corsa e qualche scatto in meno quindi, riuscendo a essere comunque più coinvolto nel gioco sia di sponda che in prima persona. Palla più a terra e meno in aria. Meno possesso palla e più ripartenze (non a caso l’Inter è solo nona per percentuale di possesso a partita con un 50.1%).

E poi naturalmente l’aiuto di un compagno di reparto che può distogliere l’attenzione della difesa avversaria. Tutte variabili che, a quanto pare, sembrano adattarsi perfettamente a un attaccante come Edin Dzeko, letteralmente rinato alla corte di Inzaghi, per la gioia dei tifosi nero azzurri che lo hanno già eletto a nuovo eroe.