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Il calcio avvicina grandi e bambini per la sua capacità innata di saper sorprendere ed affascinare come pochi altri sport al mondo. I ribaltamenti di fronte nel mondo del pallone non sono particolarmente frequenti ma quando avvengono, consegnano alla storia vere e proprie favole moderne da raccontare.

Gli europei hanno sempre subito il fascino del calcio sudamericano. Una sorta di attrazione fatale che comprende un mix tra stupore e sgomento. I tifosi latini sono focosi, riconducili forse solo a quanto raccontato in Febbre a 90 da Hornby. Pare quasi che il futuro dei tifosi dipenda esclusivamente dalla vittoria della propria squadra.

Queste peculiarità sono esponenziali se ciò accade a club poco blasonati, il cui percorso è costellato da difficoltà seguite da una sorprendente risalita. E soprattutto dalla capacità di fare lo sgambetto a squadre molto più blasonate. In tal senso, la storia del Guarani della stagione 1977/1978 è esemplificativa.

Il prologo

Il Guarani è la squadra della città di Campinas, Brasile, fondato nel 1911. Il club è stato fondato da un gruppo di studenti guidato da Vicente Matallo. Questi si davano appuntamento a “Praça Carlos Gomes”. Qui giocavano combattutissime partite di calcio che venivano disputate fino a che gli stessi non erano esausti.

Curiosa l’origine del nome del club. Difatti proviene da un’opera di Antonio Carlos Gomes, ovvero uno dei più grandi musicisti del XIX secolo. Originario di Campinas, fu il primo compositore extra europeo le cui opere vennero accettate anche dal vecchio continente. Il suo capolavoro “Il Guarany” venne rappresentato in prima mondiale assoluta al Teatro della Scala di Milano il 19 marzo 1870.

Il riferimento della squadra, rappresentato da Vincente Matallo, divenne il primo presidente della squadra.

La scalata del Guarani

Non si può esattamente dire che la storia del Guarani sia stata costellata di successi dalla sua fondazione. Il primo trofeo arriva solo nel 1949 quando la squadra di Campinas conquista il titolo paulista di seconda divisione che gli permette la promozione in massima divisione. Qui le difficoltà sono molteplici, visto anche il blasone dei club che si trova a dover affrontare.

L’anno del trionfo è 1978 ma anche in questo caso la strada è stata tutt’altro che in discesa. In quegli anni il Brasile si trovava governato da una politica dittatoriale che aveva aumentato a 74 le squadre che potevano prendere parte e quindi giocarsi il titolo nella massima serie brasiliana.

In quel preciso momento storico, l’assegnazione avveniva i maniera particolare, ovvero punti diversi rispetto al tipo di vittoria che si metteva a segno. Era possibile conquistare 2 oppure 3 e quello aggiuntivo veniva assegnato solo in caso di un successo con almeno di almeno tre gol. Quello fu l’ultimo anno in cui questa particolare norme è stata vigente.

Ai quarti di finale la modalità fu tanto inusuale quanto contestata da vari club. Questa fase prevedeva la formula della sfida di andata e ritorno. In prima istanza c’erano sei gruppi. Due composti da 13 squadre e quattro formati da 12 compagini. I primi sei classificati si sarebbero qualificati alla fase successiva.

Per il Guarani, la partenza si rivelò piuttosto ostica. Il vincitore del girone fu il Vasco da Gama, seguito dal Botafogo e terza pari merito alla compagine di Campinas si trovavano  Bahia e Ponte Preta. Esse, a loro volta, avevano solo 4 punti di vantaggio sulla settima. La seconda fase non rivelò più semplice.

In questo caso le squadre eliminate, furono tre su nove ed il Guarani annaspò in un girone guidato da Vasco da Gama, San Paolo e Portuguesa. Nonostante le difficoltà, la squadra allenata da Carlos Alberto Silva riuscì a classificarsi al quarto posto. Da qui, iniziano a vedersi uno a uno i mattoncini che avrebbero portato all’impresa.

Nella terza fase il Guarani fu in grado di imporsi sulle altre sette squadre del girone, battendo lo Sport in entrambe le sfide. Nella partita di andata si impose con il risultato di 2-0, mentre in quella di ritorno rifilò un lapidario 4-0. In occasione della semifinale gli uomini di Carlos Alberto Silva partivano sfavorito ma contro ogni pronostico si imposero contro il ben più blasonato Vasco da Gama.

Il Guarani arrivò in finale, superando ogni più rosea aspettativa. Nemmeno in finale la situazione si prospettava meno complesso. L’avversario sarebbe stato il Palmeiras e la squadra di Sao Paolo pareva avere tutte le carte in regola per imporsi. Ma si sa, nel calcio non sempre i più forti vincono. Talvolta serve altro.

L’uomo del trionfo: Antonio de Oliveira Filho, detto Careca

Il Palmeiras si è presentato nella finale con Emerson Leao tra i pali che era alla sua decima stagione con la compagine paulista. L’attacco era invece affidato a Toninho Quintino che proprio nel 1978 si piazzò come secondo miglior bomber del campionato brasiliano. In quella partita era in campo anche Pedrinho, vecchia conoscenza del calcio italiano che vestirà la maglia del Catania nella stagione 83/84.

Il Guarani deve gran parte del suo successo ad un solo uomo Antonio de Oliveira Filho, detto Careca. Giocatore veloce, potente e dotato di un’ottima tecnica. Abile con entrambi i piedi pur essendo un destro naturale e non disdegnava nemmeno i gol di testa. Ha iniziato la sua carriera nelle giovanili della squadra di Campinas all’età di 15.

Fece l’esordio in massima serie con la prima squadra nell’anno del trionfo, tuttavia faceva parte della rosa già dall’anno precedente. Eppure proprio nella stagione 1977/1978 mise a segno 28 presenze e 1 gol. Inoltre, riuscì ad essere decisivo proprio nel momento in cui il Guarani è riuscito a primeggiare su tutti.

La finale

La partita finale ha avuto luogo il 10 agosto 1978 allo stadio “Morumbi” di San Paolo. Fu Careca ad essere decisivo. Si procurò un rigore , poi realizzato da Zenon che regalò la vittoria al Guarani. Questo episodio zittì e lasciò sgomenti tutti i presenti che erano per la maggior parte erano tifosi del Palmeiras.

La gara di ritorno ebbe luogo tre giorni dopo. Il Guarani riuscì a replicare la gara precedente. A decidere la sfida è stata proprio una rete di Careca al 36 minuto della prima frazione di gioco. Il campionato è deciso ed il titolo assegnato. Alcuni giocatore di quella squadra ha ricevuto anche la chiamata in Nazionale maggiore.

L’anno successivo la compagine di Campinas tentò di onorare il titolo conquistato. Si piazzò sesto, giocandosela nuovamente, almeno dal punto di vista mentale e di unità a livello di spogliatoio, con le grandi del campionato brasiliano. La carriera di Carlos Alberto Silva proseguì con discreto successo ma la stella più imprevista e brillante resta il trionfo con il piccolo Guarani